mercoledì 30 gennaio 2019

Green Book - la recensione

Un'insolita coppia sfreccia per il sud degli Stati Uniti, un lungo viaggio che non attraversa solo il paese ma anche l'intolleranza e il razzismo.

Inizio anni '60, New York, l'italoamericano Tony "Lip" Vallelonga, buttafuori in un locale notturno, tanto abile con le mani quanto con la parlantina, si ritrova momentaneamente senza lavoro e in ristrettezze economiche, decide così di accettare la proposta del pianista classico afroamericano Don Shirley, in procinto di partire per un tour nel sud del paese. Nonostante i pregiudizi e affrontando le tante vessazioni e umiliazioni che subisce Don Shirley, tra i due nascerà una inaspettata amicizia destinata a durare nel tempo.

Tratto dalla vera storia di Tony Vallelonga (che ha anche avuto un passato da attore ne I Soprano) e Don Shirley, rimasti amici fino alla morte dei due, avvenuta a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, anche il titolo del film si riferisce a qualcosa di reale. Green Book infatti si rifa al "Negro Motorist Green Book", un libricino che serviva ad evitare problemi agli afroamericani in viaggio, e nel quale erano elencati tutti gli alberghetti o i ristoranti in cui i neri potevano alloggiare o mangiare senza avere problemi. E' proprio quel libricino a dare il primo input per descrivere il diverso trattamento tra bianchi e neri, e descrivere in modo semplice ma efficace il dilagante razzismo degli anni '60, soprattutto nel sud degli Stati Uniti. Nel film la prospettiva è capovolta: Tony è l'autista e Don il capo, è Don quello che risponde a un ceto sociale elevato, che fa parte dell'alta borghesia, non Tony, però ad essere relegato in bettole di terza categoria è Don, mentre Tony può tranquillamente alloggiare nei migliori alberghi, questo solo a causa del colore della pelle.

La grande forza del film è, senza alcun dubbio, la coppia di attori protagonisti, Viggo Mortensen e il premio Oscar Mahershala Ali. I due attori sono perfetti nei loro ruoli, l'uno l'opposto dell'altro, e allo stesso tempo perfettamente in armonia e in equilibrio. Viggo Mortensen, ingrassato di una ventina di chili per il ruolo, è rozzo, un po' ignorante, perennemente affamato, con uno spiccato accento da italoamericano e una fantastica gestualità, al contrario, Mahershala Ali è composto, elegante, colto, con un linguaggio calmo e forbito. Le loro prove sono eccellenti, in stato di grazia, sia nei momenti più seri che in quelli tipici della commedia. Per apprezzare al meglio le loro performance, è consigliabile una visione in lingua originale. Viggo Mortensen, così come la famiglia di Tony "Lip", alterna continuamente l'inglese da Bronx con un italiano americanizzato, e anche Mahershala Ali si cimenta sia con la lingua italiana che russa. Tutto questo purtroppo si perde con il doppiaggio, ed è un vero peccato.

Di film sul razzismo ne abbiamo visti tanti, e tanti ancora ne vedremo, il più delle volte si tratta di film impegnati politicamente, di veri pugni nello stomaco, in questo contesto, Green Book fa storia a sé. La forza del film sta proprio nella sua leggerezza da commedia, che ci mostra in modo sottile, a volte anche divertente, ma non meno sgradevole, l'assurdità e il razzismo di quei tempi, non lo fa attraverso le marce o le proteste ma raccontando il quotidiano, piccoli gesti che mostravano tutta l'ignoranza e il pregiudizio delle persone. Con questi modi da commedia, il film riesce ad arrivare in modo più diretto allo spettatore. Green Book è divertente, fa arrabbiare e fa commuovere, ha tutti gli elementi di un gran bel film.

lunedì 28 gennaio 2019

SAG Awards 2019 - i vincitori per Cinema e Tv

Consegnati nella notte gli Screen Actors Guild Awards 2019, i premi del sindacato degli attori, che rimescolano un po' le carte in vista degli Oscar 2019.

A portarsi a casa il premio per il miglior cast (praticamente il miglior film), a sorpresa, è stato Black Panther. Con questo importante riconoscimento, il cinecomic della Marvel rientra prepotentemente in corsa per l'Oscar come miglior film, dove se la vedrà con Roma e Green Book. Sembra invece fuori dai giochi A Star is Born, a secco anche nella nottata dei SAG.

Conferme in tre categorie degli attori. Glenn Close (The Wife) e Rami Malek (Bohemian Rhapsody) vincono il SAG come migliori attori protagonisti, Mahershala Ali (Green Book) quello come migliore attore non protagonista.
Diverso a parte per la categoria migliore attrice non protagonista, a trionfare è stata Emily Blunt, per la sua ottima interpreteazione in A Quiet Place. In ottica Oscar, in questa categoria, le cose sono un po' confuse, la vincitrice del Golden Globe Regina King, incredibilmente, era assente nella cinquina dei SAG, mentre Emily Blunt non è stata nominata (anche in questo caso, incredibilmente) agli Oscar. Tra le due "litiganti" alla fine a spuntarla potrebbe essere Amy Adams? lo sapremo il 24 febbraio.

Per la Tv, ennesimo trionfo per le serie The Marvelous Mrs. Maisel e This is Us.

Ecco l'elenco dei vincitori.

CINEMA 
Miglior cast d’insieme
Black Panther

Migliore attrice protagonista
Glenn Close, The Wife

Miglior attore protagonista
Rami Malek, Bohemian Rhapsody

Migliore attrice non protagonista
Emily Blunt, A Quiet Place

Miglior attore non protagonista
Mahershala Ali, Green Book

Miglior cast di controfigure
Black Panther


TV
Miglior Performance di un Attore in un film tv o miniserie
Darren Criss, “Assassination of Gianni Versace”

Miglior Performance di un’Attrice in un film tv o miniserie
Patricia Arquette, “Escape at Dannemora”

Miglior Performance di un Attore in una serie drammatica
Jason Bateman, “Ozark”

Miglior Performance di un’Attrice in una serie drammatica
Sandra Oh, “Killing Eve”

Miglior Performance di un Attore in una serie comedy
Tony Shalhoub, The Marvelous Mrs. Maisel

Miglior Performance di un’Attrice in una serie comedy
Rachel Brosnahan, “The Marvelous Mrs. Maisel”

Miglior Performance di un cast in una serie drammatica
This Is Us

Miglior Performance di un cast in una serie comedy
The Marvelous Mrs. Maisel

Miglior Performance degli stunt in una serie tv
Glow

giovedì 24 gennaio 2019

La Favorita - la recensione

Grande successo al Festival di Venezia, 10 nomination all'Oscar, Coppa Volpi e Golden Globe per la protagonista Olivia Colman, il terzo film in lingua inglese del greco Yorgos Lanthimos si avvia verso una stagione che possiamo definire trionfale per un regista che è sempre stato piuttosto di nicchia.
La strada verso il cinema mainstream passa per la corte della Regina Anna, capricciosa, isterica, malata di gotta e lesbica, e dalla lotta fra due donne, Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) e  Abigail Masham (Emma Stone), per un film che è tanto riconoscibile quanto diverso dai soliti film di Lanthimos.
Molto meno cupo e "freddo" rispetto a Il Sacrificio del Cervo Sacro e The Lobster, pieno di grandangoli, alla fine riesce a essere soprattutto il racconto della cattiveria, della pugnalata alle spalle, del sorriso falso, impersonificato principalmente dal personaggio della Stone, giovane arrivista che non si fa scrupoli ad approfittarsi di una donna fragile.
È anche e soprattutto il film delle interpretazioni, non solo di Emma Stone e di una bravissima Rachel Weisz, ma in particolare di Olivia Colman, attrice poco conosciuta al grande pubblico ma già apprezzata nel mondo della serialità britannica, che qui dà una interpretazione totale, anima e corpo, magnetica per come riesce a catalizzare su di sé l'attenzione di tutti gli altri attori in scena e dello spettatore in sala.
Nonostante soffra di una certa lentezza nella sua parte centrale e della solita lontananza fra spettatori e personaggi tipica dei film di Lanthimos, La Favorita riesce a coinvolgere molto più di quanto questo regista ci ha abituati, e tutto il film ne beneficia, grazie alle scenografie avvolgenti, alla regia per una volta non troppo egocentrica, e a una Colman da oscar. Chissà che non lo conquisti sul serio.

martedì 22 gennaio 2019

Oscar 2019 - tutte le nomination

Annunciate poco fa le nomination agli Oscas 2019, saranno otto i film che si contenderanno il premio come miglior film.
Con dieci candidature a testa, Roma di Alfonso Cuaron e La Favorita di Yorgos Lanthimos sono gli assoluti dominatori delle nomination di quest'anno, con il film di Cuaron che potrebbe segnare una storica doppietta, miglior film e miglior film straniero.
A seguire, con otto nomination, Vice - L'Uomo nell'Ombra e A Star is Born, con quest'ultimo che ha raccolto meno nomination di quante ipotizzate nei giorni scorsi. Ottimo risultato (anche esagerato) per Black Panther, che ottiene sette candidature e diventa il primo cinecomic a ricevere una nomination come miglior film.

Nelle categorie degli attori, spiccano i nomi di Yalitza Aparicio e Marina De Tavira, le protagoniste non professioniste di Roma, nominate rispettivamente come migliore attrice protagonista e non protagonista.
Tra i registi, non ce l'ha fatta Bradley Cooper, che si può consolare con la nomination come migliore attore, ma a sorpresa e meritatamente è stato nominato Pawel Pawlikowski per Cold War. Proprio il film polacco ha ottenuto un grande risultato, rientrando anche nei migliori film stranieri e nella categoria migliore fotografia.

Purtroppo non sorprende la quasi totale assenza di First Man, il bel film di Chazelle non è rientrato tra i candidati come miglior film ma, onestamente, stupisce molto l'assenza di una nomination per la migliore colonna sonora che sarebbe stata sacrosanta.

La cerimonia di premiazione, che dopo circa trent'anni sarà senza presentatore, si terrà il 24 febbraio. Intanto, ecco la lista completa dei nominati.

Miglior film
Black Panther
BlackKklansman
Bohemian Rhapsody
La favorita
Green Book
Roma
A Star is Born
Vice

Regia
Spike Lee, per BlackKklansman
Pawel Pawlikowski, per Cold war
Yorgos Lanthimos, per La favorita
Alfonso Cuaron, per Roma
Adam Mckay, per Vice

Attrice protagonista
Yalitza Aparicio, per Roma
Glenn Close, per The Wife
Olivia Colman, per La favorita
Lady Gaga, per A Star is Born
Melissa McCarthy, per Copia originale

Attore protagonista
Christian Bale, per Vice
Bradley Cooper, per A Star is Born
Willem Dafoe, per Van Gogh - sulla soglia dell'eternità
Rami Malek, per Bohemian Rhapsody
Viggo Mortensen, per Green Book

Attore non protagonista
Mahershala Ali, per Green Book
Adam Driver, per BlackKklansman
Sam Elliott, per A Star is Born
Richard E. Grant, per Copia originale
Sam Rockwell, per Vice

Attrice non protagonista
Amy Adams, per Vice
Marina De Tavira, per Roma
Regina King, per Se la strada potesse parlare
Emma Stone, per La favorita
Rachel Weisz, per La favorita

Sceneggiatura originale
La favorita - Deborah Davis e Tony McNamara
First Reformed - Paul Schrader
Green Book - Nick Vallelonga e Peter Farrelly
Roma - Alfonso Cuaron
Vice - Adam McKay

Sceneggiatura non originale
La ballata di Buster Scruggs - Joel & Ethan Coen
BlackKklansman - Charlie Watchel, David Rabinowitz, Kevin Willmott e Spike Lee
Copia originale - Nicole Holofcener e Jeff Whitty
Se la strada potesse parlare - Barry Jenkins
A Star is Born - Eric Roth, Bladley Cooper e Will Fetters

Film straniero
Cafarnao (Libano)
Cold War (Polonia)
Never Look Away (Germania)
Roma (Messico)
Un affare di famiglia (Giappone)

Film d'animazione
Gli Incredibili 2
L'isola dei cani
Mirai
Ralph Spacca Internet
Spider-Man: Un nuovo universo

Montaggio
BlackKklansman
Bohemian Rhapsody
La favorita
Green Book
Vice

Scenografia
Black Panther
La favorita
First Man
Il ritorno di Mary Poppins
Roma

Fotografia
Cold War
La favorita
Never Look Away
Roma
A Star is Born

Costumi
La ballata di Buster Scruggs
Il ritorno di Mary Poppins
Black Panther
La favorita
Maria Regina di Scozia

Trucco e acconciature
Border
Maria Regina di Scozia
Vice

Effetti speciali
Avengers: Infinity War
Christopher Robin
First man
Ready Player One
Solo: A Star Wars Story

Sonoro
Black Panther
Bohemian Rhapsody
First Man
Roma
A Star is Born

Montaggio sonoro
Black Panther
Bohemian Rhapsody
Il primo uomo
A Quiet Place
Roma

Colonna sonora originale
Black Panther
BlackKklansman
Se la strada potesse parlare
L'isola dei cani
Il ritorno di Mary Poppins

Canzone
"All the Stars" in 'Black Panther'
"I'll Fight" in 'RBG'
"The Place Where Lost Things Go" in 'Il ritorno di Mary Poppins'
"Shallow" in 'A Star is Born'
"When a Cowboy Trades His Spurs for Wings" in 'La ballata di Buster Scruggs'

Documentario
Free Solo
Hale County This Morning, This Evening
Minding the Gap
Of Fathers and Sons
RBG

Cortometraggio documentario
Black Sheep
End Game
Lifeboat
A Night at the Garden
Period. End of sentence

Cortometraggio
Detainment
Fauve
Marguerite
Mother
Skin

Cortometraggio d'animazione
Animal Behaviour
Bao
Late Afternoon
One Small Step
Weekends

lunedì 21 gennaio 2019

Frame Awards 2019 - Tutti i vincitori

Il 2018 è stato un anno pieno di grandi film di diverso genere, dall'emozionante fantasy al black humor, fino ai grandi cinecomic, drammi coinvolgenti, e ottime sorprese horror. La scelta è stata ardua, ma alla fine i Frame Awards 2019 hanno avuto i loro vincitori.

Il film più votato è stato Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, scelto come miglior film dell'anno e "premiato" anche nelle interpretazioni, singole e collettiva. Nelle categorie degli attori, tre su quattro sono gli stessi che hanno vinto l'Oscar 2018, e il quarto potrebbe vincerlo quest'anno.

Nella categoria migliore serie tv vince l'Italia con la trasposizione de L'Amica Geniale. Unico parimerito nella categoria migliore locandina.



Ecco tutti i vincitori:

Miglior Film
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Miglior Regista
Alfonso Cuaron - Roma

Miglior Attore protagonista
Rami Malek - Bohemian Rhapsody

Miglior Attrice protagonista
Frances McDormand - Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Miglior Attore non protagonista
Sam Rockwell - Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Miglior Attrice non protagonista
Allison Janney - Tonya

Miglior Cast
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Miglior Sceneggiatura
Bryan Woods, Scott Beck, John Krasinski - A Quiet Place

Miglior Sceneggiatura non originale
James Ivory - Chiamami col tuo Nome

Miglior effetti Speciali
Gerardo Aguilera, Russel Earl, Ashraf Ghoniem, ecc - Avengers: Infinity War

Miglior Film d’Animazione
L’Isola dei Cani

Miglior Colonna Sonora
Alexandre Desplat - La Forma dell'Acqua

Miglior Serie
L’Amica Geniale

Miglior Locandina
Bohemian Rhapsody
L’Isola dei Cani

Miglior Trailer
Ready Player one

Lo staff di Frame ringrazia tutti voi che avete votato. 

Vice: l'Uomo nell'Ombra - la recensione

In Italia forse non è particolarmente conosciuto, ma Dick Cheney, vice presidente durante il mandato di George W. Bush, negli Stati Uniti è un personaggio molto famoso, da molti ritenuto il vero uomo al comando dietro le quinte alla Casa Bianca.
Adam McKay scrive e dirige un biopic atipico, come è nel suo stile, con un Christian Bale istrionico come mai prima d'ora, ma allo stesso tempo duro e misurato come non lo si vede spesso.

Siamo sicuramente di fronte ad un film molto solido, sapientemente scritto e girato, con quelle incursioni nell'assurdo e l'abbattimento della quarta parete tipico del cinema di McKay che aveva trovato il suo apice perfetto ne La Grande Scommessa.
In Vice c'è la volontà di riproporre lo stesso tipo di umorismo, applicandolo non solo al campo della politica, ma anche alla figura di un singolo uomo, controverso e a dir poco sgradevole. Non sempre l'intento è riuscito, e se si escludono un paio di scene (il momento shakesperiano su tutti), il resto del film risulta piuttosto piatto, soprattutto se paragonato al lavoro precedente del regista.
Ad essere davvero convincente, a tratti spettacolare, è un Christian Bale. Seppur affiancato da un'ottima Amy Adams e da grandi prove sia di Steve Carell che di Sam Rockwell, l'attore ruba la scena  tutti. Trasformando il suo corpo ancora una volta, Bale diventa totalmente il personaggio che interpreta, tanto che quasi subito ci si dimentica di chi sia.

Pur rimanendo un film per molti versi estremamente valido, due ore che scorrono piacevolmente, piene di ritmo e senza annoiare mai, Vice resta una mezza delusione. Per fortuna ad alzare il livello c'è la performance incredibile del solito trasformista Christian Bale.

mercoledì 9 gennaio 2019

BAFTA 2019 - le nomination

Sono state comunicate le nomination per i BAFTA 2019, ovvero i British Adacemy of Film and Television Arts, i premi dell'industria cinematografica britannica.

A dominare le nomination è La Favorita di Yorgos Lanthimos, che ha ricevuto 12 candidature. A seguire, ma ben staccati con 7 nomination a testa, Roma, First Man, A Star is Born, e Bohemian Rhapsody. Tra i miglior film stranieri (cioè non in inglese) c'è anche Dogman di Matteo Garrone.

La cerimonia di premiazione si terrà il 10 febbraio.

Ecco l'elenco delle nomination.

Miglior film
BlacKkKlansman
La favorita
Green Book
Roma
A Star Is Born

Miglior film britannico
Beast
Bohemian Rhapsody
La favorita
McQueen
Stanlio & Ollio
A Beautiful Day

Regista
Spike Lee – BlacKkKlansman
Paweł Pawlikowski – Cold War
Yorgos Lanthimos – La favorita
Alfonso Cuaròn – Roma
Bradley Cooper – A Star Is Born

Attrice protagonista
Glenn Close – The Wife
Lady Gaga – A Star Is Born
Melissa McCarthy – Copia originale
Olivia Colman – La favorita
Viola Davis – Widows

Attrice non protagonista
Amy Adams – Vice
Claire Foy – First Man
Emma Stone – La favorita
Margot Robbie – Maria regina di Scozia
Rachel Weisz – La favorita

Attore protagonista
Bradley Cooper – A Star Is Born
Christian Bale – Vice
Rami Malek – Bohemian Rhapsody
Steve Coogan – Stanlio & Ollio
Viggo Mortensen – Green Book

Attore non protagonista
Adam Driver – BlacKkKlansman
Mahershala Ali – Green Book
Richard E Grant – Copia originale
Sam Rockwell – Vice
Timothee Chalamet – Beautiful Boy



BAFTA Rising Star
Jessie Buckley
Cynthia Erivo
Barry Keoghan
Lakeith Stanfield
Letitia Wright

Sceneggiatura originale
Cold War
La favorita
Green Book
Roma
Vice

Sceneggiatura non originale
BlacKkKlansman
Copia originale
First Man
Se la strada potesse parlare
A Star Is Born

Film d'animazione
Gli Incredibili 2
L'isola dei cani
Spider-Man: Un nuovo universo

Film non in lingua inglese
Cafarnao
Cold War
Dogman
Roma
Un affare di famiglia

Documentario
Free Solo
McQueen
RBG
They Shall Not Grow Old
Three Identical Strangers

Musica originale
BlacKkKlansman – Terence Blanchard
Se la strada potesse parlare – Nicholas Britell
L'isola dei cani – Alexandre Desplat
Il ritorno di Mary Poppins – Marc Shaiman
A Star Is Born – Bradley Cooper, Lady Gaga, Lukas Nelson

Fotografia
Bohemian Rhapsody
Cold War
La favorita
Roma

Costumi
La ballata di Buster Scruggs
Bohemian Rhapsody
La favorita
Il ritorno di Mary Poppins
Maria regina di Scozia

Montaggio
Bohemian Rhapsody
La favorita
First Man
Roma
Vice

Scenografia
Animali fantastici 2: Il crimini di Grindelwald
La favorita
First Man
Il ritorno di Mary Poppins
Roma

Trucco e acconciature
Bohemian Rhapsody
La favorita
Maria Regina di Scozia
Stanlio & Ollio
Vice

Sonoro
Bohemian Rhapsody
First Man
Mission: Impossible – Fallout
A Quiet Place
A Star Is Born

Effetti speciali
Avengers: Infinity War
Black Panther
Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald
First Man
Ready Player One

Cortometraggio britannico
73 Cows
Bachelor
The Blue Door
The Field
Wale

Cortometraggio animato britannico
I'm OK
Marfa
Roughhouse

lunedì 7 gennaio 2019

Golden Globes 2019 - trionfano 'Bohemian Rhapsody' e 'Green Book'

Si sono tenuti questa notte i Golden Globe 2019, che rimescolano un po' le carte in vista degli Oscar, i pronostici delle ultime infatti settimane non sono stati rispettati.

A trionfare sono stati Green Book, come miglior film commedia o musicale, e Bohemian Rhapsody, come miglior film drama

Sorprese anche nelle cinquine degli attori. Rami Malek (Bohemian Rhapsody) ha vinto come migliore attore drama, la straordinaria Glenn Close (The Wife) si è portata a casa (finalmente!) il Globo d'Oro come migliore attrice drama. Olivia Colman (La Favorita) e Christian Bale (Vice) sono è stati premiati come migliori attori protagonisti commedia o musical.
A questo punto, aspettando sempre i SAG Awards, la sfida per gli Oscar potrebbe vedere i duelli "Glenn Close vs Olivia Colman" e "Rami Malek vs Christian Bale".
Per le categorie non protagonisti, Mahershala Ali (Green Book) ha vinto il suo primo Globo d'Oro, mentre tra le attrici ha trionfato Regina King (Se la Strada Potesse Parlare), che non è stata candidata ai SAG.

Alla fine, il film più premiato della serata è stato Green Book, che si è portato a casa tre Golden Globe in tutti, compreso quello per la migliore sceneggiatura. Due Globi anche per Alfonso Cuaron e il suo Roma, migliore regia e film straniero. Miglior film d'animazione Spider-Man: Un Nuovo Universo.

E il super favorito A Star is Born? si è dovuto accontentare di un solo premio, giustissimo, quello per la migliore canzone. Un premio anche per lo snobbatissimo First Man.

Per la Tv, finalmente premiata la serie The Americans, miglior serie drama. Ottimo risultato anche per The Kominski Method e The Assassination of Gianni Versace, entrambi hanno visto trionfare anche i propri attori, Michael Douglas per il primo, Darren Criss per il secondo (anche se questo premio lascia un po' perplessi visti gli altri candidati).

Del tutto inaspettato, ma decisamente gradito, il Globo d'Oro a Ben Whishaw per A Very English Scandal. Premiata a sorpresa anche la presentatrice della serata Sandra Oh (Killing Eve), che ha battuto la favorita Julia Roberts.

Ecco l'elenco di tutti i vincitori.

CINEMA

MIGLIOR FILM DRAMMATICO
Black Panther
BlacKkKlansman
Bohemian Rhapsody
If Beale Streat Could Talk
A Star Is Born

MIGLIOR COMMEDIA O MUSICAL
Crazy Rich Asians
The Favourite
Green Book
Mary Poppins Returns
Vice

MIGLIOR ATTORE DRAMA
Bradley Cooper (“A Star Is Born”)
Willem Dafoe (“At Eternity’s Gate”)
Lucas Hedges (“Boy Erased”)
Rami Malek (“Bohemian Rhapsody”)
John David Washington (“BlacKkKlansman”)

MIGLIORE ATTRICEDRAMA
Glenn Close (“The Wife”)
Lady Gaga (“A Star Is Born”)
Nicole Kidman (“Destroyer”)
Melissa McCarthy (“Can You Ever Forgive Me?”)
Rosamund Pike (“A Private War”)

MIGLIOR ATTORE COMMEDIA O MUSICAL
Christian Bale (“Vice”)
Lin-Manuel Miranda (“Mary Poppins Returns”)
Viggo Mortensen (“Green Book”)
Robert Redford (“The Old Man & the Gun”)
John C. Reilly (“Stan & Ollie”)

MIGLIORE ATTRICE COMMEDIA O MUSICAL
Emily Blunt (“Mary Poppins Returns”)
Olivia Colman (“The Favourite”)
Elsie Fisher (“Eighth Grade”)
Charlize Theron (“Tully”)
Constance Wu (“Crazy Rich Asians”)

MIGLIOR REGISTA
Bradley Cooper – A Star is Born
Alfonso Cuaron – Roma
Peter Farrelly – Green Book
Spike Lee – Blackkklansman
Adam McKay – Vice

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Mahershala Ali (“Green Book”)
Timothee Chalamet (“Beautiful Boy”)
Adam Driver (“BlacKkKlansman”)
Richard E. Grant (“Can You Ever Forgive Me?”)
Sam Rockwell (“Vice”)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Amy Adams (“Vice”)
Claire Foy (“First Man”)
Regina King (“If Beale Street Could Talk”)
Emma Stone (“The Favourite”)
Rachel Weisz (“The Favourite”)

MIGLIOR SCENEGGIATURA
Alfonso Cuaron (“Roma”)
Deborah Davis and Tony McNamara (“The Favourite”)
Barry Jenkins (“If Beale Street Could Talk”)
Adam McKay (“Vice”)
Peter Farrelly, Nick Vallelonga, Brian Currie (“Green Book”)

MIGLIOR COLONNA SONORA
Marco Beltrami (“A Quiet Place”)
Alexandre Desplat (“Isle of Dogs”)
Ludwig Göransson (“Black Panther”)
Justin Hurwitz (“First Man”)
Marc Shaiman (“Mary Poppins Returns”)

MIGLIOR CANZONE
“All the Stars” (“Black Panther”)
“Girl in the Movies” (“Dumplin’”)
“Requiem For A Private War” (“A Private War”)
“Revelation’ (“Boy Erased”)
“Shallow” (“A Star Is Born”)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
“Incredibles 2”
“Isle of Dogs”
“Mirai”
“Ralph Breaks the Internet”
“Spider-Man: Into the Spider-Verse”

MIGLIOR FILM STRANIERO
“Capernaum”
“Girl”
“Never Look Away”
“Roma”
“Shoplifters”

-
TV

MIGLIOR SERIE TV – COMMEDIA O MUSICAL
“Barry” (HBO)
“The Good Place” (NBC)
“Kidding” (Showtime)
“The Kominsky Method” (Netflix)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)

MIGLIOR MINISERIE O FILM TV
“The Alienist” (TNT)
“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story” (FX)
“Escape at Dannemora” (Showtime)
“Sharp Objects” (HBO)
“A Very English Scandal” (Amazon)

MIGLIOR SERIE TV DRAMMATICA
“The Americans”

“Bodyguard”
“Homecoming”
“Killing Eve”
“Pose”

MIGLIORE ATTRICE IN UNA MINISERIE/FILM TV
Amy Adams (“Sharp Objects”)
Patricia Arquette (“Escape at Dannemora”)
Connie Britton (“Dirty John”)
Laura Dern (“The Tale”)
Regina King (“Seven Seconds”)

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE/FILM TV

Antonio Banderas (“Genius: Picasso”)
Daniel Bruhl (“The Alienist”)
Darren Criss (“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”)
Benedict Cumberbatch (“Patrick Melrose”)
Hugh Grant (“A Very English Scandal”)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE
Alex Bornstein (The Marvelous Mrs. Maisel)
Patricia Clarkson (Sharp Objects)
Penelope Cruz (The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story)
Thandie Newton (Westworld)
Yvonne Strahovski (The Handmaid’s Tale)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE
Alan Arkin (“The Kominsky Method”)
Kieran Culkin (“Succession”)
Edgar Ramirez (“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”)
Ben Whishaw (“A Very English Scandal”)
Henry Winkler (“Barry”)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE TV COMMEDIA/MUSICAL
Kristen Bell (“The Good Place”)
Candice Bergen (“Murphy Brown”)
Alison Brie (“Glow”)
Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Debra Messing (“Will & Grace”)

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV COMMEDIA/MUSICAL
Sasha Baron Cohen (Who Is America?)
Jim Carrey (Kidding)
Michael Douglas (The Kominsky Method)
Donald Glover (Atlanta)
Bill Hader (Barry)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Caitriona Balfe (“Outlander”)
Elisabeth Moss (“Handmaid’s Tale”)
Sandra Oh (“Killing Eve”)
Julia Roberts (“Homecoming”)
Keri Russell (“The Americans”)

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Jason Bateman (“Ozark”)
Stephan James (“Homecoming”)
Richard Madden (“Bodyguard”)
Billy Porter (“Pose”)
Matthew Rhys (“The Americans”)

sabato 5 gennaio 2019

PGA Awards 2019 - le nomination

In attesa dei Golden Globe di domani notte, sono state annunciate le nomination ai PGA Awards 2019, i Producers Guild Awards, premi del sindacato dei produttori.

Si tratta di un premio molto influente in ottica Academy Awards, spesso infatti chi vince il PGA, poi trionfa anche nella notte degli Oscar, è successo 20 volte in 29 anni. Per questo le illustri esclusioni di quest'anno lasciano un po' perplessi.

Se da una parte fa molto piacere vedere A Quiet Place tra i nominati, dall'altra non possiamo non chiederci come sia possibile non nominare un film come First Man. L'avversione verso il bellissimo film di Chazelle è qualcosa che onestamente si fatica a comprendere.

Ecco i nominati per le categorie lungometraggio, animazione, e documentario.

Darryl F. Zanuck Award per il miglior produttore di un lungometraggio:

- BLACK PANTHER, Producer: Kevin Feige
- BLACKKKLANSMAN, Producers: Sean McKittrick, Jason Blum, Raymond Mansfield, Jordan Peele, Spike Lee
- BOHEMIAN RHAPSODY, Producer: Graham King
- CRAZY & RICH, Producers: Nina Jacobson & Brad Simpson, John Penotti
- LA FAVORITA, Producers: Ceci Dempsey, Ed Guiney, Lee Magiday, Yorgos Lanthimos
- GREEN BOOK, Producers: Jim Burke, Charles B. Wessler, Brian Currie, Peter Farrelly, Nick Vallelonga
- A QUIET PLACE, Producers: Michael Bay, Andrew Form, Brad Fuller
- ROMA, Producers: Gabriela Rodríguez, Alfonso Cuarón
- A STAR IS BORN, Producers: Bill Gerber, Bradley Cooper, Lynette Howell Taylor
- VICE – L’UOMO NELL’OMBRA, Producers: Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Kevin Messick, Adam McKay



-
Miglior produttore di un documentario:

- The Dawn Wall, Producers: Josh Lowell, Peter Mortimer, Philipp Manderla
- Free Solo, Producers: Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, Evan Hayes, Shannon Dill
- Hal, Producers: Christine Beebe, Jonathan Lynch, Brian Morrow
- Into the Okavango, Producer: Neil Gelinas
- RBG, Producers: Betsy West, Julie Cohen
- Three Identical Strangers, Producers: Becky Read, Grace Hughes-Hallett
- Won’t You Be My Neighbor?, Producers: Morgan Neville, Nicholas Ma, Caryn Capotosto

-
Miglior produttore di un film d’animazione:

- IL GRINCH, Producers: Chris Meledandri, Janet Healy
- GLI INCREDIBILI 2, Producers: John Walker, Nicole Grindle
- L’ISOLA DEI CANI, Producers: "Eligibility Determination Pending"
- RALPH SPACCA INTERNET, Producer: Clark Spencer
- SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO, Producers: Avi Arad, Phil Lord & Christopher Miller, Amy Pascal, Christina Steinberg

giovedì 3 gennaio 2019

At Eternity's Gate - la recensione

Passato al Festival di Venezia, dove il protagonista Willem Dafoe ha vinto la Coppa Volpi per l'interpretazione maschile, e stranamente scivolato un po' nel dimenticatoio, esce finalmente anche in Italia il film di Julian Schnabel, regista e pittore, su quello che forse è il più grande pittore di sempre, sicuramente quello che più di tutti ha infiammato l'anima e la fantasia degli spettatori moderni che lo hanno visto e rivisto tanto al cinema quanto in televisione: Vincent Van Gogh.


Un omaggio sicuramente sentito, quello che Schnabel fa all'illustre collega, tanto che se c'è una cosa che salta subito all'occhio è la regia, che riprende i colori dei quadri tipici di Van Gogh, il giallo e l'azzurro in particolare. C'è inoltre molto amore nei confronti dell'uomo, che viene ammantato quasi di un'aura messianica (molte le analogie cristologiche all'interno del film), concentrando lo sguardo soprattutto sui suoi rapporti umani, con il fratello Theo (Rupert Friend) in particolare, unico a stargli vicino e ad apprezzare la sua arte, e con l'amico Paul Gauguin (Oscar Isacc), con cui Vincent instaura un rapporto morboso che lo porterà al famoso gesto del taglio dell'orecchio.


Manca però del tutto in tocco magico e visionario sull'arte, non si riesce a entrare mai nella mente di quello che è stato un vero e proprio genio della pittura, per come riusciva a guardare il mondo andando al di là di quanto visibile a tutti, ed è un gran peccato perché l'impressione è che si rimanga sempre su un canovaccio già visto e poco originale, in cui il focus della vicenda sono le angherie degli abitanti di Arles e una pazzia che non viene comunque mai mostrata fino in fondo.


Alla fine l'unica cosa a rimanere davvero impressa è la splendida performance di Willem Dafoe, seppur lontano in termini di età del personaggio (Dafoe ha sessantatre anni, mentre Van Gogh morì quando ne aveva trentasette), non lo è nello spirito, riuscendo a incarnare perfettamente il candore giovanile e una certa purezza del personaggio unicamente tramite uno sguardo.
La sua bravura fa un po' rimpiangere una pellicola che avrebbe avuto le carte in regola per essere molto di più ma che purtroppo non si eleva mai sopra una buona mediocrità.

Ralph Spacca Internet - la recensione

Finalmente approda nelle sale italiane Ralph Spacca Internet, il 57° Classico Disney. Alle porte del 2019, a sei anni dal primo capitolo, incontriamo nuovamente Ralph e Vanellope, migliori amici sempre più complici.

Durante una partita a "Sugar Rush", una ragazzina rompe il volante necessario al funzionamento del gioco, l'unica soluzione per salvarne le sorti sarebbe acquistare un nuovo volante, l'ultimo in stock, su EBAY. Il prezzo troppo elevato però fa dubitare il Signor Litwak, che decide di scollegare il gioco. Vanellope e i suoi amici vengono quindi adottati dai giochi vicini. La speranza sembra perduta, ma tra i cavi connessi alla presa multipla dell'Arcade, viene installata la rete wi-fi, una vera novità per tutti i personaggi dei videogiochi. E' questa la premessa per una nuova, mirabolante avventura!
Ralph e Vanellope, incuriositi, si lanciano online per cercare di aggiudicarsi il volante su eBay ed è proprio qui che, tra palazzi blasonati come Amazon e Google, personaggi caricaturali molto espressivi e personaggi famosi del mondo Disney, incontreranno e conosceranno tutte le comodità ed i pericoli che la Rete riserva.


Molto interessante la resa tutta disneyana del concetto di Internet a portata di tutti, soprattutto dei più giovani, talvolta ancora poco sensibilizzati prima dell'utilizzo.



Geniale come il fascino passato e vintage della sala giochi anni '80, incontri il nostro frenetico mondo sempre ON, che diviene terreno fertile per un'evoluzione, un cambiamento, sia nel cuore dei due protagonisti, sia nello sviluppo della loro amicizia. Una crescita che porta inevitabilmente ad una divergenza nelle priorità. Un tema a tutto tondo, che riguarda l'amicizia, ma anche il rapporto tra fratelli e sorelle, genitori e figli, nel quale tutti possano riconoscersi. E se da un lato troviamo le principesse Disney alle prese con una Vanellope (principessina anche lei) alla ricerca di sé stessa e di ciò che davvero desidera dalla sua esistenza, ballando su coreografie in puro stile La La Land, volteggiando tra le nuvole con un'auto come Philippe Brainard di Flubber (solo due delle numerose chicche nascoste), dall'altra ritroviamo Ralph, sempre più dolce nella sua semplicità, determinato e coraggioso, affrontare mille prove (cyber bullismo compreso) per tenere alto lo stendardo dell'amicizia.
A garanzia di questo sequel, probabilmente addirittura più valido del primo capitolo, una CGI che ormai gode della stessa credibilità della sorella Pixar.

Unica pecca: un piccolo errore di post-produzione nella versione italiana, con una specifica scritta che passa continuamente dall'italiano all'inglese. Una piccola sbavatura non al livello Disney.

mercoledì 2 gennaio 2019

Box office Italia - Calano gli incassi, 2018 anno nero per i cinema

Finito l'anno, si tirano le somme, e per quanto riguarda il box office italiano, la somma è piuttosto bassa.

Il 2018 è stato un brutto anno per le sale italiane, in tutto sono stati incassati 555 milioni di euro e sono stati staccati 85,8 milioni di biglietti, è il peggior risultato degli ultimi dieci anni.
Solo otto film hanno superato i 10 milioni d'incasso finali, con l'unica eccezione di Bohemian Rhapsody che è riuscito ad arrivare al risultato eccezionale di 20 milioni.

Ecco la classifica dei dieci maggiori incassi del 2018 (stilata da Cinetel).

1. Bohemian Rhapsody, € 21.269.150 – 2.997.872 biglietti
2. Avengers: Infinity War, € 18.777.826 – 2.645.814 biglietti
3. Cinquanta Sfumature di Rosso, € 14.379.189 – 2.043.606 biglietti
4. Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, € 12.768.492 – 1.825.643 biglietti
5. Hotel Transylvania 3, € 12.254.184 – 1.934.922 biglietti
6. Gli Incredibili 2, € 12.047.727 – 1.874.457 biglietti
7. Jurassic World – Il Regno Distrutto, € 10.682.407 – 1.638.151 biglietti
8. Jumanji: Benvenuti nella Giungla, € 10.285.847 – 1.510.844 biglietti
9. Il Ritorno di Mary Poppins, € 9.739.390 – 1.452.294 biglietti
10. Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni, € 9.416.491 – 1.478.055 biglietti

Tanto per sottolineare l'ovvio, il Cinema Italiano non è presente nei primi dieci posti. Nella classifica totale, il primo film italiano è all'undicesimo posto, A Casa Tutti Bene di Muccino, ma in generale il Cinema Italiano è andato meglio del 2017 (anno nerissimo).



Ecco la classifica dei film italiani, abbastanza varia nei generi, oltre alle commedie, che come sempre la fanno da padrona, infatti sono presenti anche film dai toni diversi.

1. A Casa Tutti Bene | € 9.179.618
2. Benedetta Follia | € 8.486.817
3. Come un Gatto in Tangenziale | € 7.691.562
4. Amici Come Prima | € 6.892.790
5. Napoli Velata | € 4.230.530
6. Se Son Rose | € 4.223.540
7. Loro 1 | € 4.134.871
8. La Befana Vien di Notte | € 3.445.907
9. Il Vegetale | € 3.433.791
10. Metti la Nonna in Freezer | € 3.320.738

Analizzando l'andamento degli incassi durante l'anno si possono notare i picchi nei mesi con festività (gennaio - dicembre), poi un andamento medio, ma soprattutto il crollo nei mesi estivi, in particolare luglio è stato drammatico (ricordiamo i film che sono stati rimandati a causa dei Mondiali di Calcio, in cui l'Italia era assente). I film rimandati durante l'estate hanno poi avuto effetti negativi sui mesi successivi, con date sovraffollate di uscite che hanno prodotto meno incasso.

Cosa si può dedurre da questi dati? sicuramente i distributori dovranno cercare di risollevare le sorti di un box office sempre più magro, cambiando strategie e cercando una distribuzione più sensata dei film, magari sfruttando finalmente come si deve il periodo estivo. Durante le Giornate Professionali è stato annunciato un importante investimento sull'estate 2019, con grandi film nelle sale, purtroppo è una promessa che abbiamo già sentito in passato ma che, nei fatti, non è stata mai mantenuta.
Il problema ovviamente non è solo dei distributori ma anche del pubblico. La gente va poco al Cinema, riversadosi nelle sale solo per grandi blockbuster o nei periodi di festa. Questo però è un problema che non si risolve solo con una migliore distribuzione dei film durante l'anno, è più profondo, è un problema culturale.

Aquaman - la recensione

Il legittimo Re di Atlantide arriva al cinema! Il suo volto? Quello di Jason Momoa.

Dopo la sua apparizione nel disastroso Justice League, Arthur Curry (AKA Aquaman) arriva sul grande schermo con un film tutto suo, senza inutili collegamenti agli altri film dell'universo DC (ora Worlds of DC).

Una struttura semplice e un'onestà intrinseca fanno di Aquaman il film per ora più riuscito del franchise DC al cinema. Non che ci volesse molto, alcuni potrebbero aggiungere, ma il disastro poteva essere facilmente dietro l'angolo. Eppure Aquaman, probabilmente grazie ad una mano vivace come quella di James Wan, riesce ad appassionare e a regalare dei momenti visivi di puro spettacolo, pur mantenendo un'anima piuttosto trash (in moltissimi punti) ma consapevole.

Non si parla molto in Aquaman, e quando ciò accade veniamo quasi sempre interrotti da esplosioni o "inaspettati" combattimenti sbucati dal nulla. Eppure nonostante questo la storia regge per la maggior parte della durata, regalando, come già detto, situazioni visive davvero spettacolari. Alcuni momenti barcollano inevitabilmente, soprattutto a causa di una sceneggiatura spesso infantile e farcita di battute a volte discutibili, ma che nel bene e nel male strappano più di una risata (e non troppo forzata).

Se lo si guarda senza nessuna pretesa, il progetto risulta riuscito. Probabilmente la strada scelta da James Wan era l'unica percorribile.