mercoledì 2 gennaio 2019

Aquaman - la recensione

Il legittimo Re di Atlantide arriva al cinema! Il suo volto? Quello di Jason Momoa.

Dopo la sua apparizione nel disastroso Justice League, Arthur Curry (AKA Aquaman) arriva sul grande schermo con un film tutto suo, senza inutili collegamenti agli altri film dell'universo DC (ora Worlds of DC).

Una struttura semplice e un'onestà intrinseca fanno di Aquaman il film per ora più riuscito del franchise DC al cinema. Non che ci volesse molto, alcuni potrebbero aggiungere, ma il disastro poteva essere facilmente dietro l'angolo. Eppure Aquaman, probabilmente grazie ad una mano vivace come quella di James Wan, riesce ad appassionare e a regalare dei momenti visivi di puro spettacolo, pur mantenendo un'anima piuttosto trash (in moltissimi punti) ma consapevole.

Non si parla molto in Aquaman, e quando ciò accade veniamo quasi sempre interrotti da esplosioni o "inaspettati" combattimenti sbucati dal nulla. Eppure nonostante questo la storia regge per la maggior parte della durata, regalando, come già detto, situazioni visive davvero spettacolari. Alcuni momenti barcollano inevitabilmente, soprattutto a causa di una sceneggiatura spesso infantile e farcita di battute a volte discutibili, ma che nel bene e nel male strappano più di una risata (e non troppo forzata).

Se lo si guarda senza nessuna pretesa, il progetto risulta riuscito. Probabilmente la strada scelta da James Wan era l'unica percorribile.

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