Secondo film italiano in Concorso al Festival di Venezia 2014, si tratta di 'Hungry Hearts' di Saverio Costanzo. poi è il turno di Viggo Mortensen con il film 'Loin Des Hommes', mentre Fuori Concorso arriva l'animazione della Laika con 'The Boxtrolls'.
Accolto abbastanza bene 'Hungry Hearts' di Saverio Costanzo, con Alba Rorhwacher e Adam Driver protagonisti.
Il film racconta di Jude (Driver), americano, e Mina (Rohrwacher), italiana, che s'incontrano e s'innamorano a New York, e presto si sposano. Mina rimane incinta e fin da subito si convince che il bambino che nascerà sarà diverso dagli altri, un bambino speciale. Quando nasce Mina decide di proteggerlo dal mondo esterno, dall'inquinamento e dalla contaminazione per preservarne la purezza. Non lo fa mai uscire, non lo espone mai ai raggi del sole, lo nutre di soli semi e verdure. Pur se molto innamorato, Jude comincia a dubitare delle scelte della moglie, di nascosto lo porta da un medico venendo così a sapere che il bambino non cresce e che, continuando così, potrebbe ritrovarsi in pericolo di vita. Deciso a proteggere e salvare il figlio, inizia una difficile battaglia "sottintesa" all'interno della coppia per cercare di trovare una soluzione.
Tratto dal libro di Marco Franzoso, "Il bambino indaco", il film è girato a New York e in gran parte in ambienti chiusi, per suggerire un senso di claustrofobia, esasperare il dramma per farlo assomigliare ad un incubo. "Quando ho letto il libro, mi aveva attratto e respinto insieme", ha raccontato Saverio Costanzo, "la drammaturgia era forte, ma anche il rischio della morbosità. L’ho ripreso un anno e mezzo dopo, e ho scritto la sceneggiatura senza giudicare, guardando i personaggi con tenerezza e dolcezza. Per me è stato un film catartico, anche per il mio ruolo di padre: ho trovato dolcezza e comprensione per gli errori". Sulla scelta di New York il regista ha spiegato: "ci ho vissuto, è una città violenta, dove è facile sperimentare un senso di isolamento. Non è stata una scelta forzata o calcolata, piuttosto una città italiana avrebbe reso il film meno credibile".
Il film tratta il tema dell'ossessione per il cibo, un argomento molto contemporaneo. "Uno psicologo recentemente invitava le mamme vegane ad essere compassionevoli verso le nonne che qualche volta danno un omogeneizzato di carne al bambino", ha detto ancora Costanzo, "Questo perché spesso chi fa scelte radicali diventa come sordo. La radicalità senza senso dell'umorismo, l’ideologia ferrea ha ucciso milioni di persone, bisogna anche avere cuore e amare se stessi. Ma questo film non è contro niente e nessuno. Tutti ci domandiamo che mangiare, è una delle nostre ossessioni, perché forse pensiamo che il mondo fuori sia tossico. Io sono una persona laica, amo molto anche il Big Mac e porto i miei figli una volta al mese da McDonald". Riguardo all'ossessione del personaggio di Mina, Alba Rohrwacher ha dichiarato: "Agisce nel bene, spinta da un amore assoluto per il bambino, ma poi sbaglia… Mi sarebbe piaciuto vedere come sarebbe andata a finire se qualcuno non l’avesse interrotta, perché tra metropolitana, mare e sole si intravede la luce nel finale". Ottimo il rapporto tra l'attrice italiana e l'attore americano Adam Driver. "Ho sperimentato la sensazione di una conoscenza profonda, una sintonia immediata", ha detto l'attrice. "Abbiamo lavorato sui primi impulsi in uno spazio claustrofobico", ha ribattuto Driver, "abbiamo dovuto trovare la nostra strada nel film".
Altro film in Concorso è 'Loin Des Hommes', di David Oelhoffen, che vede protagonista Viggo Mortensen e Reda Kateb.
Ispirato a un racconto breve di Albert Camus, il film è ambientato nel 1854, durante un freddo inverno algerino. Due uomini, Daru (Mortensen), un insegnante solitario, e Mohammed (Kateb), dissidente accusato di omicidio, si trovano costretti a fuggire sulle creste della catena montuosa Atlas. Durante la fuga tra i due nasce una profonda complicità che li spingerà a ribellarsi e combattere per la loro libertà.
"Non c'è niente di più sovversivo dell'amore e della compassione", così Viggo Mortensen descrive il suo personaggio, l'attore - come è solito fare - si è preparato a lungo per interpretare il ruolo di Daru. "Ho letto tutto quello che c'era da leggere di Camus", ha raccontato l'attore, "Sono poi stato in Algeria prima delle riprese e ho viaggiato a lungo per il paese, anche a piedi. Ho vissuto nei luoghi e ascoltato la gente. Dovevo sentire cosa sentiva il mio personaggio e che cosa provava nei confronti della morte". "La cosa più difficile è stato cambiare il mio accento francese", ha concluso l'attore, "E' stato più difficile che imparare l’arabo da zero". Il regista David Oelhoffen invece descrive il suo film come "un western, con due estranei diversi per storia personale e cultura costretti a stare insieme, il viaggio di un prigioniero che deve essere scortato, sullo sfondo di una guerra tra colonizzatori e colonizzati".
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Fuori Concorso invece è sbarcata l'originale animazione in stop-motion 3D della Laika con 'The Boxtrolls - Le Scatole Magiche'.
Il film è ambientato nella elegante cittadina di Cheesebridge, dove gli abitanti sono ossessionati dalla ricchezza e dal formaggio. Sotto la città, nelle fogne, vivono i Boxtrolls, degli strani esseri vestiti solo con delle scatole, che escono fuori di notte per rubare quello a cui gli abitanti tengono di più: ricchezza, figli e l'amato formaggio. O almeno così narrano le leggende. In realtà i Boxtrolls non sono affatto spaventosi, sono delle simpatiche creature, molto generose, hanno anche adottato un piccolo orfano, l'hanno cresciuto e gli hanno insegnato a rovistare nei cassonetti di notte. L'arrivo di un malvagio disinfestatore, deciso a distruggere i Boxtrolls per guadagnarsi una posizione nella cittadina, costringerà la riservata e gentile comunità dei Boxtrolls ad affidarsi al loro "figlio adottivo" e a una giovane e ricca avventurosa per ricongiungere il loro mondo a quello degli umani.
Una favola comica, decisamente meno dark e con toni più leggeri dei precedenti 'Coraline' e 'ParaNorman', il film punta a conquistare un pubblico più ampio e più giovane. "Siamo tutti Boxtrolls", ha dichiarato il regista Travis Knight in conferenza stampa, "il film è un misto tra detective story, commedia dell'assurdo, avventura steampunk con splendore visivo e una morale sorprendente. E' una sorta di racconto di Dickens intrecciato con Roald Dahl e Monty Python". Ad accompagnare il film, oltre ai registi, anche il giovane attore Isaac Hempstead-Wright, meglio conosciuto come Bran Stark de 'Il Trono di Spade', che si è divertito molto a doppiare Uovo, il ragazzo adottato dai Boxtrolls, l'attore ha definito la sua esperienza "strana, una specie di sconnessione". "Uovo mi ricorda Tarzan, è stato cresciuto dai Boxtrolls ed è convinto di essere uno di loro", ha dichiarato Hempstead-Wright in conferenza stampa, "Quando scopre di essere un umano tutto il suo mondo crolla. È come se lui si sentisse a metà tra le due realtà: non è uno del mondo di sotto ma neppure del mondo di sopra. Finisce però per prendere il meglio di entrambi: il coraggio degli uomini e la generosità dei Boxtrolls". "Non sono sicuro di poter dire di essere coraggioso ed eroico come Uovo, di essere riuscito ad uscire dalla mia scatola", conclude l'attore, "ma appprezzo il messaggio del film come invito ai ragazzi a trovare una via di uscita dalla propria scatola".
Accolto abbastanza bene 'Hungry Hearts' di Saverio Costanzo, con Alba Rorhwacher e Adam Driver protagonisti.
Il film racconta di Jude (Driver), americano, e Mina (Rohrwacher), italiana, che s'incontrano e s'innamorano a New York, e presto si sposano. Mina rimane incinta e fin da subito si convince che il bambino che nascerà sarà diverso dagli altri, un bambino speciale. Quando nasce Mina decide di proteggerlo dal mondo esterno, dall'inquinamento e dalla contaminazione per preservarne la purezza. Non lo fa mai uscire, non lo espone mai ai raggi del sole, lo nutre di soli semi e verdure. Pur se molto innamorato, Jude comincia a dubitare delle scelte della moglie, di nascosto lo porta da un medico venendo così a sapere che il bambino non cresce e che, continuando così, potrebbe ritrovarsi in pericolo di vita. Deciso a proteggere e salvare il figlio, inizia una difficile battaglia "sottintesa" all'interno della coppia per cercare di trovare una soluzione.
Tratto dal libro di Marco Franzoso, "Il bambino indaco", il film è girato a New York e in gran parte in ambienti chiusi, per suggerire un senso di claustrofobia, esasperare il dramma per farlo assomigliare ad un incubo. "Quando ho letto il libro, mi aveva attratto e respinto insieme", ha raccontato Saverio Costanzo, "la drammaturgia era forte, ma anche il rischio della morbosità. L’ho ripreso un anno e mezzo dopo, e ho scritto la sceneggiatura senza giudicare, guardando i personaggi con tenerezza e dolcezza. Per me è stato un film catartico, anche per il mio ruolo di padre: ho trovato dolcezza e comprensione per gli errori". Sulla scelta di New York il regista ha spiegato: "ci ho vissuto, è una città violenta, dove è facile sperimentare un senso di isolamento. Non è stata una scelta forzata o calcolata, piuttosto una città italiana avrebbe reso il film meno credibile".
Il film tratta il tema dell'ossessione per il cibo, un argomento molto contemporaneo. "Uno psicologo recentemente invitava le mamme vegane ad essere compassionevoli verso le nonne che qualche volta danno un omogeneizzato di carne al bambino", ha detto ancora Costanzo, "Questo perché spesso chi fa scelte radicali diventa come sordo. La radicalità senza senso dell'umorismo, l’ideologia ferrea ha ucciso milioni di persone, bisogna anche avere cuore e amare se stessi. Ma questo film non è contro niente e nessuno. Tutti ci domandiamo che mangiare, è una delle nostre ossessioni, perché forse pensiamo che il mondo fuori sia tossico. Io sono una persona laica, amo molto anche il Big Mac e porto i miei figli una volta al mese da McDonald". Riguardo all'ossessione del personaggio di Mina, Alba Rohrwacher ha dichiarato: "Agisce nel bene, spinta da un amore assoluto per il bambino, ma poi sbaglia… Mi sarebbe piaciuto vedere come sarebbe andata a finire se qualcuno non l’avesse interrotta, perché tra metropolitana, mare e sole si intravede la luce nel finale". Ottimo il rapporto tra l'attrice italiana e l'attore americano Adam Driver. "Ho sperimentato la sensazione di una conoscenza profonda, una sintonia immediata", ha detto l'attrice. "Abbiamo lavorato sui primi impulsi in uno spazio claustrofobico", ha ribattuto Driver, "abbiamo dovuto trovare la nostra strada nel film".
Altro film in Concorso è 'Loin Des Hommes', di David Oelhoffen, che vede protagonista Viggo Mortensen e Reda Kateb.
Ispirato a un racconto breve di Albert Camus, il film è ambientato nel 1854, durante un freddo inverno algerino. Due uomini, Daru (Mortensen), un insegnante solitario, e Mohammed (Kateb), dissidente accusato di omicidio, si trovano costretti a fuggire sulle creste della catena montuosa Atlas. Durante la fuga tra i due nasce una profonda complicità che li spingerà a ribellarsi e combattere per la loro libertà.
"Non c'è niente di più sovversivo dell'amore e della compassione", così Viggo Mortensen descrive il suo personaggio, l'attore - come è solito fare - si è preparato a lungo per interpretare il ruolo di Daru. "Ho letto tutto quello che c'era da leggere di Camus", ha raccontato l'attore, "Sono poi stato in Algeria prima delle riprese e ho viaggiato a lungo per il paese, anche a piedi. Ho vissuto nei luoghi e ascoltato la gente. Dovevo sentire cosa sentiva il mio personaggio e che cosa provava nei confronti della morte". "La cosa più difficile è stato cambiare il mio accento francese", ha concluso l'attore, "E' stato più difficile che imparare l’arabo da zero". Il regista David Oelhoffen invece descrive il suo film come "un western, con due estranei diversi per storia personale e cultura costretti a stare insieme, il viaggio di un prigioniero che deve essere scortato, sullo sfondo di una guerra tra colonizzatori e colonizzati".
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Fuori Concorso invece è sbarcata l'originale animazione in stop-motion 3D della Laika con 'The Boxtrolls - Le Scatole Magiche'.
Il film è ambientato nella elegante cittadina di Cheesebridge, dove gli abitanti sono ossessionati dalla ricchezza e dal formaggio. Sotto la città, nelle fogne, vivono i Boxtrolls, degli strani esseri vestiti solo con delle scatole, che escono fuori di notte per rubare quello a cui gli abitanti tengono di più: ricchezza, figli e l'amato formaggio. O almeno così narrano le leggende. In realtà i Boxtrolls non sono affatto spaventosi, sono delle simpatiche creature, molto generose, hanno anche adottato un piccolo orfano, l'hanno cresciuto e gli hanno insegnato a rovistare nei cassonetti di notte. L'arrivo di un malvagio disinfestatore, deciso a distruggere i Boxtrolls per guadagnarsi una posizione nella cittadina, costringerà la riservata e gentile comunità dei Boxtrolls ad affidarsi al loro "figlio adottivo" e a una giovane e ricca avventurosa per ricongiungere il loro mondo a quello degli umani.
Una favola comica, decisamente meno dark e con toni più leggeri dei precedenti 'Coraline' e 'ParaNorman', il film punta a conquistare un pubblico più ampio e più giovane. "Siamo tutti Boxtrolls", ha dichiarato il regista Travis Knight in conferenza stampa, "il film è un misto tra detective story, commedia dell'assurdo, avventura steampunk con splendore visivo e una morale sorprendente. E' una sorta di racconto di Dickens intrecciato con Roald Dahl e Monty Python". Ad accompagnare il film, oltre ai registi, anche il giovane attore Isaac Hempstead-Wright, meglio conosciuto come Bran Stark de 'Il Trono di Spade', che si è divertito molto a doppiare Uovo, il ragazzo adottato dai Boxtrolls, l'attore ha definito la sua esperienza "strana, una specie di sconnessione". "Uovo mi ricorda Tarzan, è stato cresciuto dai Boxtrolls ed è convinto di essere uno di loro", ha dichiarato Hempstead-Wright in conferenza stampa, "Quando scopre di essere un umano tutto il suo mondo crolla. È come se lui si sentisse a metà tra le due realtà: non è uno del mondo di sotto ma neppure del mondo di sopra. Finisce però per prendere il meglio di entrambi: il coraggio degli uomini e la generosità dei Boxtrolls". "Non sono sicuro di poter dire di essere coraggioso ed eroico come Uovo, di essere riuscito ad uscire dalla mia scatola", conclude l'attore, "ma appprezzo il messaggio del film come invito ai ragazzi a trovare una via di uscita dalla propria scatola".