L'attrice e regista Liv Ullmann porta al cinema il teatro adattando la tragedia di Strindberg, La Signorina Julie.
Fine '800, è una notte di mezza estate e Miss Julie (Chastain), figlia del barone, viene lasciata sola nella villa di campagna insieme ai due domestici, il servo John (Farrell) e la cuoca Kathleen (Morton). La notte si avvicina e Miss Julie scende in cucina dove John e Kathleen stanno chiacchierando prima di andare a riposare. Kathleen si chiude nella sua stanza lasciandoli soli, ma sente il pericolo nell'aria. Miss Julie cerca di sedurre John, in modo sfacciato e sconveniente per una donna del suo rango. All'inizio John prova a resistere, ma poi cede alle provocazioni della ragazza arrivando anche a confessare di essere sempre stato innamorato di lei, fin da bambino. Le loro azioni in una notte che sembra lunghissima, sconvolgeranno le loro vite, tra seduzione, disgusto, odio, violenza, il sogno di una fuga che prima sembra d'amore, poi di disperazione, fino all'arrivo della mattina, e al ritorno del padrone, quando si manifesta la tragedia.
Liv Ullmann cambia paese (dalla Svezia alla campagna irlandese) ma decide di restare fedele al testo originale di Strindberg, e riesce a confondere molto bene i ruoli dei due personaggi principali, la signorina Julie e il servo John. Chi è vittima e chi è carnefice? I due si scambiano i ruoli e sono sia l'uno che l'altro, ma il finale tragico, così come lo presenta la regista, tende a favore della donna, raccontando in modo sottile come un uomo possa soggiogare e sacrificare una donna per salvare se stesso.
Essendo tratto da una opera teatrale, Miss Julie è piuttosto statico nella sua rappresentazione. Caratterizzato da scambi verbali molto lunghi e molto intensi, con solo tre attori in scena, e ambientato praticamente tutto in una antica cucina (ricostruita in modo perfetto e affascinante), con solo alcuni momenti fuori o in altre stanze, il film lentamente diventa quasi claustrofobico. La staticità "teatrale" però è croce e delizia: se da una parte è funzionale alla storia, dall'altra rende il film difficile da seguire senza distrarsi ogni tanto.
Solo tre attori nel cast, e purtroppo una delle tre è stata una scelta poco indovinata. Jessica Chastain incanta e ipnotizza grazie all'intensità della sua interpretazione, con la sua bravura riesce a dare mille sfaccettature a un personaggio che cambia tono in continuazione, e riesce a riaccendere l'attenzione dello spettatore anche quando la storia rallenta e l'attenzione cala. Samantha Morton dei tre è quella con meno scene ma offre una interpretazione solidissima ed essenziale, mai una espressione o un movimento sprecato o esagerato. Al contrario delle due attrici, Colin Farrell risulta totalmente inadeguato al ruolo, troppe smorfie, inutilmente sopra le righe, riesce a trasmettere l'ambiguità del suo personaggio solo in alcuni rari momenti, ma il confronto con le sue partner di set è, purtroppo per lui, impietoso.
Miss Julie è un film ben confezionato e con delle ottime interpretazioni (a parte Farrell), molto statico, spesso è più teatro che cinema, con un finale tragico e molto bello, ma è un film piuttosto faticoso da portare a termine.
Fine '800, è una notte di mezza estate e Miss Julie (Chastain), figlia del barone, viene lasciata sola nella villa di campagna insieme ai due domestici, il servo John (Farrell) e la cuoca Kathleen (Morton). La notte si avvicina e Miss Julie scende in cucina dove John e Kathleen stanno chiacchierando prima di andare a riposare. Kathleen si chiude nella sua stanza lasciandoli soli, ma sente il pericolo nell'aria. Miss Julie cerca di sedurre John, in modo sfacciato e sconveniente per una donna del suo rango. All'inizio John prova a resistere, ma poi cede alle provocazioni della ragazza arrivando anche a confessare di essere sempre stato innamorato di lei, fin da bambino. Le loro azioni in una notte che sembra lunghissima, sconvolgeranno le loro vite, tra seduzione, disgusto, odio, violenza, il sogno di una fuga che prima sembra d'amore, poi di disperazione, fino all'arrivo della mattina, e al ritorno del padrone, quando si manifesta la tragedia.
Liv Ullmann cambia paese (dalla Svezia alla campagna irlandese) ma decide di restare fedele al testo originale di Strindberg, e riesce a confondere molto bene i ruoli dei due personaggi principali, la signorina Julie e il servo John. Chi è vittima e chi è carnefice? I due si scambiano i ruoli e sono sia l'uno che l'altro, ma il finale tragico, così come lo presenta la regista, tende a favore della donna, raccontando in modo sottile come un uomo possa soggiogare e sacrificare una donna per salvare se stesso.
Essendo tratto da una opera teatrale, Miss Julie è piuttosto statico nella sua rappresentazione. Caratterizzato da scambi verbali molto lunghi e molto intensi, con solo tre attori in scena, e ambientato praticamente tutto in una antica cucina (ricostruita in modo perfetto e affascinante), con solo alcuni momenti fuori o in altre stanze, il film lentamente diventa quasi claustrofobico. La staticità "teatrale" però è croce e delizia: se da una parte è funzionale alla storia, dall'altra rende il film difficile da seguire senza distrarsi ogni tanto.
Solo tre attori nel cast, e purtroppo una delle tre è stata una scelta poco indovinata. Jessica Chastain incanta e ipnotizza grazie all'intensità della sua interpretazione, con la sua bravura riesce a dare mille sfaccettature a un personaggio che cambia tono in continuazione, e riesce a riaccendere l'attenzione dello spettatore anche quando la storia rallenta e l'attenzione cala. Samantha Morton dei tre è quella con meno scene ma offre una interpretazione solidissima ed essenziale, mai una espressione o un movimento sprecato o esagerato. Al contrario delle due attrici, Colin Farrell risulta totalmente inadeguato al ruolo, troppe smorfie, inutilmente sopra le righe, riesce a trasmettere l'ambiguità del suo personaggio solo in alcuni rari momenti, ma il confronto con le sue partner di set è, purtroppo per lui, impietoso.
Miss Julie è un film ben confezionato e con delle ottime interpretazioni (a parte Farrell), molto statico, spesso è più teatro che cinema, con un finale tragico e molto bello, ma è un film piuttosto faticoso da portare a termine.