Ormai anziano e ritiratosi in un
grazioso angolo del Sussex, tra api e miele, Sherlock Holmes non è
l'uomo leggendario che tutti credono di conoscere. Scontento della
versione che John Watson ha dato alle stampe del suo ultimo caso,
tenta in ogni modo di far luce sulla sua memoria sempre più nebulosa
e risolvere un enigma che sembra quasi un'ossessione, aiutato da un
viaggio in Giappone e dal rapporto instaurato con il giovane figlio
della sua padrona di casa.
Tratto dal romanzo di Mitch Cullin, A
Slight Trick of the Mind, diretto
dal premio oscar Bill Condon e con nientemeno che Sir Ian McKellen
nel ruolo del protagonista, Mr Holmes
era tutto sommato un film facile da rendere piacevole.
Eppure
non funziona praticamente nulla: né la regia, piatta e senza alcuna
grinta, né la sceneggiatura, a tratti confusionaria, a tratti di una
noia insopportabile, e incredibilmente nemmeno l'interpretazione di
Ian McKellen, troppo sopra le righe nell'enfatizzare una senilità
smaccata, fatta di sguardi persi nel vuoto e una debolezza fisica che
va e viene a seconda dell'occasione.
Condon
vorrebbe proporre un Holmes più realistico, ma ottiene
esclusivamente un personaggio insulso, con cui lo spettatore non
riesce ad empatizzare, cercando continuamente quella genialità che
dovrebbe caratterizzare la mente acuta del detective e che invece si
perde in un mare di miele, per poi ritornare a una celebrazione del
mito e della leggenda piuttosto che la scialba realtà.
Dopo
essere arrivati faticosamente alla fine, tra uno sbadiglio e un
momento di confusione dovuto al montaggio troppo spesso ai limiti
della "schizofrenia", non rimane che la sensazione di aver perso
un'importate occasione per raccontare qualcosa di più su uno dei
personaggi più affascinanti che la letteratura ha da offrire, in
favore di un pasticcio buonista e senza carattere.
non è che l'hai fatto a fettine... l'hai proprio atomizzato :D
RispondiEliminae ovviamente... non andrò a vederlo ;)