venerdì 20 novembre 2015

Mr Holmes - la recensione

Ormai anziano e ritiratosi in un grazioso angolo del Sussex, tra api e miele, Sherlock Holmes non è l'uomo leggendario che tutti credono di conoscere. Scontento della versione che John Watson ha dato alle stampe del suo ultimo caso, tenta in ogni modo di far luce sulla sua memoria sempre più nebulosa e risolvere un enigma che sembra quasi un'ossessione, aiutato da un viaggio in Giappone e dal rapporto instaurato con il giovane figlio della sua padrona di casa.



Tratto dal romanzo di Mitch Cullin, A Slight Trick of the Mind, diretto dal premio oscar Bill Condon e con nientemeno che Sir Ian McKellen nel ruolo del protagonista, Mr Holmes era tutto sommato un film facile da rendere piacevole.
Eppure non funziona praticamente nulla: né la regia, piatta e senza alcuna grinta, né la sceneggiatura, a tratti confusionaria, a tratti di una noia insopportabile, e incredibilmente nemmeno l'interpretazione di Ian McKellen, troppo sopra le righe nell'enfatizzare una senilità smaccata, fatta di sguardi persi nel vuoto e una debolezza fisica che va e viene a seconda dell'occasione.
Condon vorrebbe proporre un Holmes più realistico, ma ottiene esclusivamente un personaggio insulso, con cui lo spettatore non riesce ad empatizzare, cercando continuamente quella genialità che dovrebbe caratterizzare la mente acuta del detective e che invece si perde in un mare di miele, per poi ritornare a una celebrazione del mito e della leggenda piuttosto che la scialba realtà.

Dopo essere arrivati faticosamente alla fine, tra uno sbadiglio e un momento di confusione dovuto al montaggio troppo spesso ai limiti della "schizofrenia", non rimane che la sensazione di aver perso un'importate occasione per raccontare qualcosa di più su uno dei personaggi più affascinanti che la letteratura ha da offrire, in favore di un pasticcio buonista e senza carattere.

1 commento:

  1. non è che l'hai fatto a fettine... l'hai proprio atomizzato :D

    e ovviamente... non andrò a vederlo ;)

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