Pronti, via, Matteo Garrone presente in Concorso il suo film fantasy Il Racconto dei Racconti. Film italiano con un cast internazionale che vede Selma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones e John C. Reilly, mentre a portare la bandiera tricolore ci pensa Alba Rohrwacher.
Un film che ha ricevuto un'accoglienza fredda dopo la proiezione stampa, non molti gli applausi, e ha diviso la critica, con i francesi rimasti piuttosto indifferenti, mentre i critici inglesi (qualcuno anche americano, oltre che italiani) hanno apprezzato la strana favola dark di Garrone.
Entusiasti i membri del cast, con Salma Hayek che ha raccontato l'esperienza di mangiare il cuore di un drago. "Disgustoso! Una cosa orribile", ha confessa l'attrice messicana, "era veramente identico a un vero cuore con tutti i dettagli al loro posto. Mia figlia Valentina era lì sul set e mi guardava dal monitor, a un certo punto mi ha consigliato di sputare, tanto da dietro quell'enorme organo non si sarebbe visto niente". L'attrice ha poi parlato delle difficoltà con i pesanti ed elaborati costumi di scena. "Pesavano almeno 50 kg! nella scena del labirinto, dove indossavo un abito rosso di broccato, ho corso per 45 minuti", ha raccontato la Hayek, "Poi Matteo ha detto di rifare la scena e alla fine ero così esausta che non riuscivo più a uscirne. Ho cercato di scavalcare il muro ma non potevo. Sono arrivati in tre a sollevarmi, mentre il costumista gridava di stare attenti al vestito, io mi sentivo svenire!".
John C. Reilly si è soffermato sui metodi di Garrone e sulla diversità tra i set italiani e quelli americani. "In un film così formale, così ricco di dettagli, era lui seguiva se stesso, fidandosi completamente, è una persona calda", ha dichiarato l'attore, "In Italia sul set non c'è separazione tra le persone come negli Usa dove tutto è irregimentato". Parlando dell'atmosfera sul set, gli fa eco Toby Jones, "c'è molto spazio per l'improvvisazione su quei set dove tutto sembra casuale e capita anche di giocare a pallone".
Sulla scelta di fare il film con un cast internazionale e di conseguenza in inglese, il regista Matteo Garrone ha dichiarato: "L'inglese mette in luce la componente scespiriana di Giambattista Basile e serve a far arrivare il film a un pubblico più vasto. Ma abbiamo girato in Italia con una troupe italiana e senza tradire lo spirito del seicentesco "Lo cunto de li cunti"".
Il film sarà nelle sale italiane dal 14 maggio.
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Presentato invece Fuori Concorso, il film più atteso del momento, Mad Max: Fury Road, reboot della saga che vedeva protagonista Mel Gibson, diretto dallo stesso regista dei film originali, cioè George Miller.
Il film non ha solo convinto ma ha conquistato ed esaltato il pubblico. Applausi a scena aperta alla fine della proiezione stampa (ma anche durante il film) e ovazioni durante la conferenza affollatissima di giornalisti. Presenti a Cannes i tre protagonisti, Tom Hardy (che ha raccolto l'eredità di Mel Gibson), Charlize Theron e Nicholas Hoult.
Ci ha messo un bel po' George Miller prima di decidere di rituffarsi nel mondo di Mad Max, ma quando l'ha fatto aveva un'idea molto chiara di come sarebbe dovuto essere il film. "Quello che volevo fare del film era un lungo, ininterrotto inseguimento, o una lunga, ininterrotta graphic novel", ha dichiarato il regista, "L'ho sempre immaginato come un tuffo col più alto tasso di difficoltà, e così è stato. Sul set ho continuato a chiedermi se fossimo diventati matti a imbarcarci in un’impresa del genere, ma devo dire che alla fine è stato bello. Avevo sempre una paura terribile per la troupe, per un incidente che sarebbe potuto capitare in ogni momento, ma sul set non abbiamo avuto nemmeno un osso rotto... qualche livido sì, ma nemmeno un osso rotto. [...] All’inizio non volevo fare un altro film di Mad Max, ma devo ammettere che l'idea ha sempre ronzato nella mia testa. E quando si sono creare le condizioni per girarlo realmente, mi sono lanciato". Il film ha avuto una gestazione lunga e diversi problemi durante le riprese, dovuti alla location non proprio semplice - il deserto della Namibia - e alla volontà del regista di usare pochissima CGI, quindi le scene d'azione, anche le più estreme sono state fatte realmente. Il risultato sono state circa 450 ore di riprese, che in due anni la montatrice Margaret Sixel ha ridotto a due ore di film. In più Miller, per rendere le cose ancora più complicate, ha girato scene brevissime. "Avevamo almeno 3 o 4 macchine da presa digitale in ogni scena e davo lo stop ogni pochi secondi", ha raccontato Miller, "sicuramente deve essere stato molto difficile per i miei attori recitare in questo modo, con tempi così brevi per esprimersi. Lo riconosco qui per la prima volta, forse".
A confermare le parole del regista ci ha pensato il protagonista Tom Hardy. "Durante i sette mesi di riprese, mi sono sentito frustrato a volte, perché non esisteva un modo per George di spiegarci a parole quello che stava facendo in un film di questa dimensione e questa complessità", ha spiegato l'attore, nuovo Max Rockatansky, "Quando ho visto il film per la prima volta ho finalmente compreso la sua visione, e mi sono sentito di scusarmi con lui per la frustrazione che avevo sentito sul set. E mi scuso ancora". "Quando ho ottenuto la parte mi sono sentito come sempre felice e molto emozionato", ha continuato Hardy, "ma sapevo che per il pubblico Mad Max significava Mel Gibson, sicuramente è stato stressante ma sapevo anche di poter contare su George, l’uomo che lo aveva creato".
Novità di questo nuovo Mad Max rispetto ai precedenti è la grande presenza di personaggi femminili, tra cui spicca Charlize Theron. "Ho visto del gran potenziale in questa storia, fin dal primo momento. Avevo sentito dire che ci sarebbe stato spazio per un personaggio femminile nel film, e quindi mi sono interessata", ha raccontato l'attrice che nel film interpreta Furiosa, quasi rasata, sporca e senza un braccio, "Abbiamo discusso molto sulla possibilità di dare a Max una spalla femminile. George ha mantenuto tutte le sue promesse e mi ha permesso comunque di celebrare la femminilità, di restare donna, non cercare di essere un maschio solo perché ero in un film d’azione. Io e le altre siamo personaggi reali, con le nostre psicologie, le donne non hanno bisogno di stare sul piedistallo. [...] Ho visto tutti i film di Mad Max e ci sono temi concreti. Quando penso a Max penso al problema della sopravvivenza del pianeta e Miller è un regista che ti porta letteralmente dentro alla storia. Mentre giravamo eravamo lì e sentivamo di essere davvero braccati e in pericolo. Così tutti gli argomenti di cui sopra diventano ancora più spaventosi". "Non pensavo di fare un film di uomini, ma non c'era nemmeno un'agenda femminista", ha dichiarato il regista riguardo alla presenza di personaggi femminili nel film, "Mi serviva soprattutto un espediente per far incrociare le varie storie, mi serviva per introdurre Max in questa vicenda. Abbiamo subito trovato il personaggio di Furiosa per ragioni narrative, e quindi tutto è nato da lì, dalla sua presenza si incontrano perché anche Max è un cane pazzo che lotta per la sua libertà".
Domanda finale sul Max originale, come ha reagito Mel Gibson? "E’ venuto all'anteprima, ha visto il film e lo ha amato, è stato molto affettuoso e mi ha riempito di domande sugli attori, dato che lui non solo è un bravo attore ma un regista competente", ha dichiarato Miller.
Il film sarà nelle sale dal 14 maggio.
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