Ha preso il via oggi il 68° Festival di Cannes, con la presentazione della giuria e il film d'apertura.
Per la prima volta nella storia del festival i presidenti di giuria sono due, cioè i fratelli Coen, molto felici di poter andare a Cannes in una veste nuova e senza un film da presentare.
"Quando ci hanno chiamato l'abbiamo considerata una grande opportunità e una grande esperienza", ha dichiarato Joel Coen, che ha poi tracciato una linea molto semplice da seguire per giudicare i film, "Ci faremo guidare dalle emozioni, non siamo dei critici cinematografici, il film più bello e' quello che avrà più consenso tra noi giurati".
Una giuria molto glamour che vede riuniti Sienna Miller, Jake Gyllenhaal, Xavier Dolan, Rossy De Palma, Sophie Marceau, la cantante Rokia Traore e Guillermo del Toro. Tutti molto rilassati. Durante la conferenza stampa Jake Gyllenhaal ha scherzato dicendo che fra i giurati si sono già formate due "fazioni" rispetto ai due presidenti. "Noi giurati già ci siamo divisi, c'è chi tiene per Joel e chi per Ethan", ha detto l'attore, emozionato all'idea di poter vedere tanti film, "Sono eccitato all'idea di vederli prima di ogni altra persona al mondo... e soprattutto gratis! Il fatto che in giuria ci siano anche degli attori darà un po' di brio al tutto, altrimenti tra registi si scambierebbero solo complimenti". Gyllenhaal ha raccontato quello che gli ha detto sua madre prima che partisse per il festival, cioè di portarle il poster di Ingrid Bergman.
Non troppo serio nemmeno il regista messicano Guillermo del Toro, che ha raccontato di essere dimagrito abbastanza per il vestito che aveva e così finalmente ne ha comprato uno nuovo. "Siamo qui per dire che cosa ci piace, non che cosa è bello o brutto", ha continuato poi il regista, "dobbiamo trattare questi film con rispetto. Ci saranno giorni da Arancia meccanica e altri da Nuovo cinema paradiso. Spero di imparare molto da questa avventura e di arricchirmi di cinema". Anche Xavier Dolan, che lo scorso anno a Cannes ha vinto il premio della Giuria con il suo Mommy, è arrivato a Cannes con l'idea di arricchirsi cinematograficamente. "Sono qui per vedere i film col cuore, non sono un critico e devo solo dire umanamente ciò che mi tocca, il resto poco importa", ha dichiarato Dolan, il più giovane in giuria, "Sara' un'esperienza che mi arricchirà, vedere per dodici giorni film provenienti da tutto il mondo e' un grande privilegio". "È un grandissimo onore, non vedo l’ora di iniziare", ha invece dichiarato in modo molto semplice e sincero Sienna Miller.
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E il festival ha cominciato con il film La Tête Haute della regista Emmanuelle Bercot, che vede nel cast l'icona del cinema francese (e non solo) Catherine Deneuve.
Il film racconta il recupero di un ragazzo difficile, con problemi a scuola e in famiglia, un ragazzo violento ma fragile interpretato dal giovane Rod Paradot. Nel cast anche Benoit Magimel e la Deneuve, che interpreta una severa giudice d'infanzia che segue e cerca di aiutare il ragazzo per dieci anni.
"E' un ruolo che mi ha colpito, parla di un mestiere che non si conosce", ha raccontato Catherine Deneuve, "Vediamo i giudici in tv di volata ma non sappiamo quali sono le relazioni che hanno con i ragazzi che sono chiamati a giudicare. Certamente mi ha messo addosso una certa pressione ma è stato particolarmente importante ai fini della preparazione. Ho osservato quello che accadeva nei tribunali, sapevo che è un mestiere molto duro che si fa per vocazione. Richiede molto tempo e poi la capacità di sopportare la frustrazione, perché purtroppo non è possibile salvare tutti. Ma i giovani meritano e hanno bisogno di essere aiutati. Oggi è difficile trovare il tempo di seguire tutta la crescita di un ragazzo ma c’è un momento in cui si afferma rapidamente quello che sarà il loro futuro. Se a scuola inizi a lavorare male sarà sempre più difficile riprendersi. Penso che il ruolo dei professori sia anche quello di aiutare i ragazzi a modellarsi, a scegliere quelli che sono gli indirizzi che più gli si confanno".
E' capitato molto raramente che un film diretto da una donna aprisse un festival, argomento di cui si è parlato molto nei giorni che hanno preceduto l'overture di Cannes, ma che non ha messo nessuna particolare pressione addosso alla regista. "Per me apre il film, dice. E’ scontato che le donne debbano avere gli stessi spazi che gli uomini e poi ci sono diversi film di registe donne in concorso come quello di Valèrie Donzelli. Non mi sento in ruolo minoritario, anche se non sono in concorso. Sono contenta che il film sia nel posto dove è", ha spiegato la Bercot che poi ha parlato del suo film, "Volevo mettere in luce il lavoro di quelli che considero degli eroi, giudici per l’infanzia, educatori, assistenti sociali, credo fortemente che nessun bambino possa essere di natura cattivo e che il ruolo delle istituzioni nel fornire la giusta educazione sia fondamentale, specie quando i genitori non possono occuparsene. In quel caso è la società ad avere le responsabilità di questi ragazzi. Se un ragazzo diventa violento e barbaro questo dipende dal fatto che non ha potuto essere educato come il suo vicino".
La cerimonia d'apertura è stata presentata, come lo scorso anno, dall'attore Lambert Wilson, che ovviamente si preoccuperà anche della cerimonia di chiusura.
mercoledì 13 maggio 2015
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