mercoledì 29 agosto 2018

Venezia 75 - giorno 1

Due film molto attesi danno il via alla 75a Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia.

Esattamente come due anni fa, è il premio Oscar Damien Chazelle ad aprire il festival con il suo nuovo attesissimo film First Man, che racconta la storia della missione Apollo 11 che portò i primi uomini sulla Luna.

Protagonista del film è Ryan Gosling, chiamato ad interpretare il primo uomo ad aver messo piede sulla superficie lunare, Neil Armstrong. "Non penso ad Armstrong come a un eroe, lui almeno non pensava di esserlo", ha dichiarato l'attore durante la conferenza stampa, "Era umile, molti astronauti lo sono. Si sentiva l’ingranaggio di una macchina molto più grande. Ho avuto tantissime fonti cui ispirarmi, i suoi figli e la moglie, la NASA, i libri, tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ci hanno aiutato a realizzare questo film che racconta due storie: l'uomo che atterra sulla Luna e anche quella di quest'uomo che va sulla Luna per poter atterrare sulla terra. Le due cose insieme sono il potere di questa storia".

Il difficile lavoro dell'astronauta è uno degli aspetti che Chazelle voleva raccontare, come dichiarato da Jason Clarke: "Damien ha creato capsule molto realistiche dove dovevamo infilarci con addosso tute molto pesanti. Abbiamo lavorato in una costante sensazione di claustrofobia". "Abbiamo avuto a disposizione un team straordinario", ha aggiunto Damien Chazelle, "abbiamo usato il vero casco e la vera tuta di Armstrong. Abbiamo creato così i respiri originali, senza dover simulare nulla". Il film racconta in modo molto realistico e mai retorico la preparazione alla missione, che nel 1969 era qualcosa di inimmaginabile. "La mia generazione è cresciuta in un mondo dove lo spazio era già stato esplorato", ha dichiarato ancora il regista, "con immagini così iconiche da farci apparire una missione scontata e invece è stata il frutto di enormi sacrifici". Tra i produttori del film anche Steven Spielberg, una gioia per un fan come Chazelle: "Sono cresciuto con i suoi film. Mi ha dato consigli preziosi".

Ma il film non racconta solo la missione, il principale obbiettivo era raccontare il Neil Armstrong uomo, padre, marito, e poi astronauta. "Per noi era importante onorare il modo in cui i figli vedevano i propri genitori", ha dichiarato Claire Foy, "Per loro non era un astronauta ma il loro papà. Sono stati generosi, ci hanno affidato la loro storia mettendola nelle nostre mani senza alcuna gelosia".

Il film, che sembra sia stato accolto molto bene dalla critica (quest'anno le recensioni potranno essere pubblicate solo dopo la visione del pubblico), uscirà in Italia il 31 ottobre (negli USA il 12).

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Ad aprire la sezione Orizzonti è stato un altro film, completamente diverso ma altrettanto atteso. Si tratta di Sulla Mia Pelle, di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca protagonisti.

Il film che affronta un tema molto spinoso che non mancherà di sollevare polemiche, la storia infatti racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, che nel 2009 venne arrestato per poi morire a causa delle lesioni dovute a un pestaggio subito mentre era in carcere. Fatto gravissimo per cui sono ancora a processo alcuni membri delle forze dell'ordine.

Duro e toccante, nel film non viene mostrato il pestaggio, si vede Stefano Cucchi, interpretato da un intenso Alessandro Borghi, entrare in una stanza con tre carabinieri e uscirne con il volto livido, un'andatura sofferente e l'incapacità di riuscire a parlare bene. Il film però non racconta solo quanto accaduto in quella stanza, ma anche la cieca burocrazia italiana, i diritti negati (l'avvocato difensore mai chiamato, ad esempio), le bugie, e l'omertà di chi - giudici, poliziotti, medici - pur trovandosi davanti un ragazzo in evidente sofferenza fisica, ha fatto finta di non vedere.
"Abbiamo raccontato senza giudicare", ha dichiarato il regista, "ma il film nasce dallo studio accurato di verbali e testimonianze fatto anche con l'ausilio dell'avvocato Fabio Anselmo".

Allo stesso tempo viene raccontata anche la figura di Stefano Cucchi, un ragazzo di borgata, molto diffidente verso le istituzioni. Un comportamento che Alessandro Borghi ha cercato di spiegare durante la conferenza stampa: "Quell'omertà deriva da un'idea tipica della borgata, perché non si fa la spia. Magari Stefano pensava di parlare quando una volta fuori, senza capire che stava male da morire". "Va considerato anche lo shock, la vergogna di essere stato pestato", ha aggiunto il regista, "E poi la paura che le forze dell'ordine l'avrebbero perseguitato". Forze dell'ordine che hanno negato i permessi per girare le scene a Regina Coeli (luogo in cui spesso si gira), a dimostrazione che l'argomento è molto caldo e quell'omertà verso la verità è ancora molto presente.
"Il problema non è la divisa che porti ma l'essere umano che c'è dietro la divisa", ha continuato Borghi parlando non solo di chi ha compiuto il pestaggio ma anche di chi dopo non ha voluto aiutare Stefano Cucchi, "Se sei un drogato non ti aiuto, è una presa di posizione e questo significa che tutto ciò può accadere di nuovo. Nel 2009, ci sono stati 176 decessi in quel carcere. Mi sembra evidente che il nostro sistema carcerario faccia acqua da tutte le parti. Ci sono persone che lavorano in condizioni disastrose".

Jasmine Trinca, che nel film interpreta Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha definito il film: "un atto dovuto, è una vicenda privata ma paradigmatica, perché rispecchia la storia di mille. Questa è una storia che chiama alla responsabilità proprio per l'irresponsabilità che contiene. Nessuno ha avuto uno sguardo pietoso e umano verso questo ragazzo".
Alla domanda se considera quanto successo un omicidio di Stato ha risposto: "Se lo Stato non prende una posizione, lo è. Certo, non è morto cadendo dalle scale".

Ottima l'interpretazione di Alessandro Borghi, che è dimagrito diversi kg per interpretare Stefano Cucchi e ha fatto un attento lavoro di postura fisica per calarsi nella parte, tanto che Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, vedendo il film gli ha detto: "Non so come hai fatto, ma sei uguale a lui".
Ilaria Cucchi, che da quel giorno si batte costantemente perché la verità venga fuori, ha dedicato il film a quei politici (oggi anche ministri) che continuano a non voler vedere la verità e a negare l'evidenza dei fatti spesso insultando sia Stefano Cucchi che la sorella Ilaria.

Il film sarà disponibile su Netflix dal 12 settembre, ma uscirà anche in alcune sale distribuito da Lucky Red.

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