La notizia delle decine di denunce per molestie sessuali contro Harvey Weinstein, uno dei produttori cinematografici più importanti e prolifici, hanno scosso violentemente l'opinione pubblica americana, la politica e, ovviamente, il mondo del cinema.
Un quadro davvero sconcertante quello che sta venendo fuori dai racconti e dalle dichiarazioni delle vittime, portate alla luce da un'inchiesta del New York Times. Sconcertante quanto la notizia delle otto donne che sarebbero state pagate per non denunciare, o come l'ammissione di colpa dello stesso Weinstein, che con una lettera si è scusato per il suo comportamento, ammettendo di fatto di aver davvero molestato tutte quelle donne. Una difesa in cui però il produttore ha anche scritto che è cresciuto negli anni '60/'70, "quando tutte le regole di comportamento sul posto di lavoro erano diverse. Quella era la cultura all'epoca". Della serie, quando la toppa è peggiore del buco.
Nelle ultime ore si sono susseguiti commenti e condanne da parte di attori, attrici e registi che hanno lavorato, anche più di una volta, con il produttore.
Tra le dichiarazioni più rilevanti e decise (e retwittate) ci sono quelle di Kate Winslet e Glenn Close [nelle foto]. Molto dura anche Jessica Chastain, tra le più attive online sull'argomento, che ha esortato gli uomini a prendere posizione e poi riguardo Harvey Weinstein ha scritto: "Ero stata avvisata fin dall'inizio. Queste storie giravano da tempo. Negare che sia accaduto significa creare le condizioni affinché accada di nuovo".
Anche George Clooney ha commentato l'accaduto e anche lui ha ammesso che le voci c'erano e da molto tempo: "Avevo sentito delle semplici voci, negli anni 90, su alcune attrici che erano state con Harvey per avere un ruolo. Ma quando apprendiamo che otto donne sono state pagate [per non sporgere denuncia]... in questo caso siamo su un piano del tutto diverso e non c’è alcun modo di venirne fuori bene. Non c’è niente da dire se non che è un comportamento indifendibile".
Commento di Glenn Close |
Kevin Smith ha scritto su Twitter di provare vergogna per aver collaborato con Weinstein: "Ha finanziato i primi 14 anni della mia carriera e ora so che, mentre io facevo profitti, c’era chi stava provando una grande sofferenza. Tutto questo mi fa provare una gran vergogna".
Il regista James Gunn, oltre a due durissimi tweet, ha scritto una lunga lettera pubblicata da diversi siti e riviste di cinema. Dame Judi Dench ha dichiarato di essere stata sempre completamente all'oscuro riguardo a questi comportamenti, e ha espresso solidarietà alle vittime. Commenti molto simili anche da parte di Emma Thompson, Seth Rogen, Mark Ruffalo, Jeff Bridges, Julianne Moore, Lena Dunham, e tanti altri.
Tra i commenti più attesi quello di Meryl Streep, che nel 2012 dal palco dei Golden Globe aveva chiamato Weinstein "Dio". L'attrice si è detta disgustata. "Le donne coraggiose che hanno fatto sentire la loro voce per denunciare gli abusi sono eroine", ha scritto la Streep in un comunicato, aggiungendo: "Non tutti sapevano. Io non sapevo degli accordi economici con attrici e colleghe; non sapevo degli incontri in stanze d'albergo, nel bagno o di altri atti inappropriati e coercitivi. Harvey è sempre stato rispettoso con me e con molti altri con cui ha lavorato. Non sapevo di queste azioni, non sapevo che avesse avuto incontri nella sua camera d’albergo, nel suo bagno, o compiuto azioni inappropriate o violenze. Il comportamento è imperdonabile".
Commento di Kate Winslet |
Un'altra testimonianza è arrivata da un'ex cameriera del ristorante del palazzo in cui risiedeva l'ufficio di Weinstein. La donna ha dichiarato che le ragazze, "molto giovani, sempre belle ed eleganti", venivano ricevute in incontri privati che prevedevano anche un tour degli uffici fuori l'orario di lavoro, incontri che duravano anche ore e da cui le ragazze uscivano sempre sconvolte "tanto da riuscire a malapena a finire il bicchiere che aveva iniziato a bere".
Lo scandalo intanto si allarga e rischia di coinvolgere altre celebrità. Nelle ultime ore una giornalista ha dichiarato che Matt Damon e Russell Crowe fecero pressioni sul giornale per cui lavorava per non far uscire un'inchiesta in cui si parlava di una donna che era stata pagata per tenere la bocca chiusa dopo un incontro sessuale "non voluto" con Weinstein. Il giornale però ha smentito le pressioni. I due attori non hanno ancora commentato.
Sicuramente nelle prossime settimane ci saranno altre rivelazioni e altre testimonianze. Intanto la Weinstein Company, che teme grosse ripercussioni sul piano lavorativo, ha licenziato Harvey Weinstein e poi si è chiusa nel silenzio.
AGGIORNAMENTO
Tra le donne molestate da Harvey Weinstein anche Asia Argento. L'attrice romana ha rilasciato un'intervista al New Yorker in cui ha raccontato la serata da incubo vissuta con il produttore.
Il brutto fatto è avvenuto nel 1999, quando l'attrice aveva 21 anni. Asia Argento ha dichiarato di essere stata invitata a un party della Miramax, ma una volta arrivata in albergo il party non c'era. Lì ha trovato solo Harvey Weinstein, che si è presentato in vestaglia e con una lozione per massaggi. L'attrice racconta di essersi rifiutata di fare un massaggio e che a quel punto Weinstein ha abusato di lei. "Gli ho detto di fermarsi ma mi ha spaventato", ha raccontato l'attrice, "Un uomo grande, grosso e grasso che ti costringe a fare cose che non vuoi. E' stato come un mostro di una brutta favola. Dopo quel giorno, quando lo guardavo negli occhi mi sentivo debole. Dopo la violenza, lui aveva vinto".
L'attrice ha raccontato anche di come mesi dopo Weinstein abbia continuato a chiamarla per offrirle regali costosi. Asia Argento ha riproposto questa stessa scena nel suo film Scarlet Diva, e ha raccontato che una donna, dopo aver visto il film, le ha chiesto se quell'uomo nel film rappresentasse proprio Harvey Weinstein. Lo stesso produttore, vendendo la scena, si è riconosciuto, e ha mandato un messaggio all'attrice in cui diceva "Ah ah ah, molto divertente!" e poi si è scusato per quanto accaduto.
Asia Argento ha dichiarato che ancora oggi si sente male a raccontare quanto accaduto quel giorno, e di avere un grosso rimpianto. "Il brutto di esserne stata vittima è che mi sento responsabile, perché se fossi stata una donna forte, gli avrei tirato un calcio nelle palle e sarei scappata", ha detto l'attrice al New Yorker, "Ma non l'ho fatto. Sono passati 20 anni da quella storia e se non l'ho fatta uscire prima è perché avevo paura. Lui ha fatto male a tante persone in passato".
Una storia davvero orribile.
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