Apre alla grande la 74a Mostra del Cinema di Venezia, a dare il via alle danze è il nuovo film di Alexander Payne, Downsizing.
Tra fantascienza, ambiente e umorismo, Downsizing è ambientato in un futuro non molto lontano in cui il mondo sta morendo a causa dell'eccessivo consumo di energia da parte della popolazione sempre più numerosa. Per cercare di contrastare questo fenomeno, degli scienziati inventano un processo di rimpicciolimento che riduce l'altezza degli umani fino a farli diventare di dieci centimetri circa, così da avere a disposizione un minimondo dalle risorse praticamente illimitate e pochissimo spreco a livello mondiale. Il fisioterapista Paul Safranek (Matt Damon) decide di sottoporsi a questo processo insieme alla moglie (Kristen Wiig) che però si tira indietro proprio all'ultimo momento. Paul affronterà comunque il rimpicciolimento da solo e comincerà a vivere in un minimondo che sembra perfetto ma non lo è.
Oltre a Matt Damon e Kristen Wiig, il film vede nel cast anche il due volte premio Oscar Christoph Waltz, Jason Sudeikis, Hong Chau, Laura Dern e Neil Patrick Harris.
Downsizing inizia come film di fantascienza per poi continuare come commedia, ma senza dimenticare momenti romantici e commoventi. Un film che in modo "leggero" affronta argomenti di stretta attualità come il sovrappopolamento della Terra, i problemi ambientali, ecologici ed economici del nostro pianeta.
"Ci abbiamo lavorato per dieci anni", ha raccontato Alexander Payne, "e sicuramente molte cose ci sono finite dentro, anche perché il mondo di oggi non è lo stesso di allora. Ci interessava poi dare un sapore internazionale, ci sono personaggi asiatici come norvegesi, vedendo come la vicenda avrebbe echeggiato in giro per il mondo". Nel film c'è anche un messaggio politico e alcuni giornalisti della sala stampa non hanno potuto fare a meno di fare una domanda sull'attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (la cui politica ambientale è nulla). Il regista ha risposto tenendosi sul vago: "è difficile predire come la gente accoglierà il film. Non so cosa ne penserà chi ha votato Trump, facciamo film per tutti". Molto più diretto il commento di Matt Damon: "Trump non sta facendo nulla per l'ambiente. Sta solo distruggendo quello che ha fatto Obama. Che si può fare? Aspettare solo che se ne vada".
Parlando del film, Matt Damon ha elogiato il regista Alexander Payne. "Sarei pronto a recitare anche l’elenco del telefono per lui", ha detto l'attore, "credo che qualsiasi attore vorrebbe lavorare con lui. È estremamente meticoloso, fa 20 o 30 ciak se necessario e il mio compito è estremamente facile quando si lavora con un regista così. Downsizing è un film ottimista, il più ottimista di Alexander... e credo che dica molto di lui!".
Il regista è stato il motivo principale che ha spinto Kristen Wiig ad accettare il film, ma non solo: "Sapevo che Alexander era coinvolto, e io lo amo da tutta la vita. Credo che questo film faccia affermazioni reali sull'ambiente, e questo mi ha spinto ad accettare". "Gli argomenti sono seri, ma il film è soprattutto divertente, c'è humour fino alla fine", ha sottolineato l'attrice Hong Chau.
Sull'idea di rimpicciolirsi, se mai fosse possibile, Kristen Wiig però la pensa diversamente: "Più che rimpicciolirmi, io mi ingrandirei!".
Il film ha avuto una buona accoglienza ma non sono mancate alcune critiche, soprattutto per gli aspetti più politici della storia. Downsizing sarà nelle sale italiane dal 21 dicembre.
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Conferenza stampa di presentazione anche per la giuria del Concorso, che vede come presidente una grande attrice come Annette Bening. Durante l'incontro con la stampa, l'attrice ha parlato di un tema molto caldo ad Hollywood: il sessismo.
"L'atteggiamento sessista ad Hollywood c'è, non ci sono dubbi, ma credo anche che le cose stiano cambiando", ha dichiarato l'attrice, "Come donne dobbiamo essere astute e creative. La maggior parte delle persone fanno fatica a farsi produrre film, a prescindere dal proprio sesso, e per quanto resistano atteggiamenti sessisti io penso che per prime le donne debbano fare film che piacciono a tutti e questo migliorerà ancora di più le cose. C'è tanta strada da fare, ma la direzione è quella giusta".
Alla domanda (piuttosto stupida) se cercherà o meno di far vincere il Leone d'Oro a una donna, l'attrice è stata chiara: "Non ho accettato l'incarico con questo atteggiamento".
E a proposito di donne, Annette Bening è presidente di una giuria divisa perfettamente a metà, ci sono infatti quattro donne, Jasmine Trinca, Ildikó Enyedi, Rebecca Hall e Anna Mouglalis, e quattro uomini Michel Franco, David Stratton, Edgar Wright, e Yonfan.
mercoledì 30 agosto 2017
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