Secondo giorno e al festival piomba Guillermo del Toro con il suo nuovo film The Shapes of Water, che fa il pieno di applausi e recensioni positive.
A undici anni da Il Labirinto del Fauno, il regista messicano torna al Festival di Venezia con un'altra storia fantasy dark, un romantico monster-movie in stile Del Toro.
Ambientato nel periodo della Guerra Fredda, la storia vede al centro il personaggio di Elisa (Sally Hawkins), una donna muta che lavora come donna delle pulizie in un laboratorio governativo che custodisce esperimenti top secret. Elisa non ha famiglia essendo orfana, ha un'amica, la collega Zelda (Octavia Spencer), e un vicino di casa (Richard Jenkins) con cui ha un rapporto quasi padre-figlia, è appassionata di scarpe e di musical. Un giorno scopre che nel laboratorio dove lavora viene tenuta prigioniera in cattività una misteriosa creatura anfibia su cui vengono svolti degli esperimenti. Elisa rimarrà subito affascinata da quell'essere dall'aspetto spaventoso ma dallo sguardo gentile con cui cercherà di stringere un legame.
Notevole il cast, con Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Olivia Spencer e Michael Stuhlbarg.
"È difficile parlare di emozioni in questi tempi cinici ma i Beatles e Gesù non possono essersi sbagliati", ha dichiarato Guillermo del Toro, che poi ha fatto un parallelismo tra il suo film, ambientato durante la Guerra Fredda, e l'America di oggi, quella di Trump, "Il film è ambientato nel 1962 ma parla di oggi e affronta temi di grande attualità. Quando si usano slogan come ‘Facciamo di nuovo grande l’America’ ci si riferisce a quell'America lì, piena di promesse e di fiducia nel futuro, ma profondamente sessista e razzista come quella di oggi. Sono messicano, so cosa vuol dire essere visto come l’altro, questa creatura può essere divina o bestiale a seconda degli occhi di chi la guarda".
The Shape of Water è una favola fantasy ma per adulti, non una favola "puritana". "E' un film completo: si balla, si fa sesso e c'è anche una deriva politica, quella dell'amore che vince sulla paura", ha dichiarato il regista, "Non lo abbiamo approcciato in maniera puritana. Elisa fa sesso, si masturba, e tutto questo in modo naturale. Il dio-pesce non ha un nome, volevo fosse così. E' solo un essere che per molti è una cosa sporca e, per altri, un essere sacro".
Presenti a Venezia la protagonista Sally Hawkins, che molti già vedono come favorita per la Coppa Volpi, il premio Oscar Octavia Spencer e Richard Jenkins, tutti concordi sul fatto che se Del Toro chiama non puoi non dire sì. "Avrei interpretato anche una scrivania e invece ho avuto un personaggio ricchissimo", ha dichiarato Octavia Spencer.
Il film sarà nelle sale italiane a febbraio 2018.
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Presentato in Concorso anche First Reformed, di Paul Schrader. Protagonista del film è Ethan Hawke, nei panni di un ex cappellano militare che beve e soffre molto, perseguitato dalla morte del figlio in guerra quando era stato proprio lui a spingerlo ad arruolarsi. L'ex-pastore vive in una chiesa-museo, sempre vuota a parte la presenza di qualche turista. L'uomo comincia a tenere un diario in cui annota tutte le sue angosce quando una giovane coppia - lei (Amanda Seyfried) incinta, lui ambientalista estremo con manie suicide - chiede il suo aiuto.
"Questo film ce lo avevo dentro da tempo. Quando ho capito che era il momento di scriverlo era già pronto dentro di me", ha detto il regista. Torna anche il tema ecologista, già affrontato dal film d'apertura del festival Downsizing, ma il pensiero di Schrader è decisamente più pessimista rispetto a quello di Payne: "L'umanità è la peggiore nemica della Terra, non sopravviverà a questo secolo" (...speriamo si sbagli!).
Se Amanda Seyfried all'inizio ha avuto paura del suo personaggio e dei risvolti della storia, Ethan Hawke si è trovato bene nel ruolo di un ex prete: "Mia nonna ha sempre avuto la sensazione, quando ero giovane, che sarei diventato un prete, sono cresciuto in un ambiente religioso. La vocazione non è mai arrivata ma interpretare un pastore è stata una grande occasione per me".
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Fuori Concorso invece l'incontro tra due personaggi che, in modi diversi, hanno avuto a che fare con il diavolo. William Friedkin, regista de L'Esorcista, ha presentato infatti il suo documentario The Devil and Father Amorth, in cui racconta il vero esorcismo a cui ha assistito insieme a Padre Amorth, l'esorcista più famoso del mondo, scomparso lo scorso anno.
Ecco il racconto del regista e della sua incredibile esperienza. Merita di essere letto per intero.
"Un anno fa ero a Lucca, dove ho ricevuto il Premio Puccini per il mio lavoro nell'opera lirica. E Lucca era vicino a Pisa, non avevo mai visto la Torre Pendente così ho deciso di farci un salto. Poi ho scoperto che a Pisa c'era l'aeroporto e in un'ora avrei potuto essere a Roma. Così ho deciso d'impulso di contattare Padre Gabriele Amorth, che conoscevo da tempo, e ho chiesto di avere un giorno per andare a Roma. Conoscevo da tempo Padre Amorth, ma sapevo che era impegnatissimo. L'ho contattato e gli ho chiesto di poter assistere a un esorcismo. Lui mi ha detto che ci avrebbe dovuto pensare su perché non era molto convinto. Mi ha ammonito che non era uno scherzo, ma una questione molto delicata. Dopo aver ottenuto il suo assenso, gli ho chiesto di poter filmare l'esorcismo e alla fine ha accettato. Ho girato da solo con una camera a mano e senza luci.
Non avevo mai assistito a un esorcismo, per il mio film mi ero basato su rumor e mitologia, ma stavolta mi sono trovato di fronte a un evento senza precedenti. Nella vita ho visto tante cose incredibili, un rito voodoo in Giamaica, cerimonie religiose in Sud America, ma non ho mai creduto nell'autenticità dell'esorcismo finché non ho incontrato Padre Amorth. Sono uno scettico, ma sono convinto di aver visto qualcosa di autentico. Quella era la verità e sono uscito dalla chiesa spaventato a morte da quello che avevo visto. In macchina non ho parlato per mezz'ora.
Naturalmente non volevo realizzare un'enciclopedia dell'esorcismo. Ho contattato una serie di psichiatri, medici, un antropologo, ho scoperto che la psichiatria include l'esorcismo come cura a certe patologie mentali, ma a me interessava concentrarmi su questo esorcismo specifico, ancora più drammatico perché la famiglia dell'esorcizzata aveva perso la speranza visto che era la nona volta e nessun esorcismo aveva sortito l'effetto sperato. Io avevo la sensazione di essere in un posto pericoloso in cui Dio si manifesta in varie forme. Ero vicinissimo a Padre Amorth e con la mia camera ho ripreso una serie di cambi di personalità inspiegabili. Ci sono volute 4/5 persone per tenere ferma l'indemoniata.
Padre Amorth era un uomo divertente, dotato di humor. Non temeva il diavolo, io sì. Lui guardava al demonio con ironia, era dedito completamente al suo lavoro. Aveva fatto tanti esorcismi e ormai era in grado di cogliere il lato umoristico della cosa, non vedeva il diavolo come il signore del male, ma come un idiota".
Durante la conferenza stampa, il regista ha dichiarato che il film preferito di Padre Amorth era L'Esorcista. Vero o no, la cosa non stupirebbe.
giovedì 31 agosto 2017
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