Ultimi colpi per il Concorso e l'arrivo a Cannes di Quentin Tarantino, nel nono giorno del festival.
E' il giorno di 'Cloud of Sils Maria' di Olivier Assayas, con Chloe Grace Moretz, Juliette Binoche e Kristen Stewart (assente al photocall ma sarĂ presente alla premiere). Film accolto abbastanza bene dalla stampa.
Maria Enders (J.Binoche) è un attrice divenuta famosa ad appena diciotto anni grazie a una pièce, Maloja Snake di Wilhelm Melchior (opera e autore inventati), in cui aveva il ruolo do una giovane ambiziosa che manipola una donna piĂ¹ matura fino a portarla al suicidio. Sono passati anni da quel successo e a Maria viene proposta la stessa pièce ma per il ruolo della donna matura, della vittima. Anche se riluttante accetta la parte, si isola in uno chalet in montagna e si fa aiutare nelle battute dalla sua assistente personale (K.Stewart), con cui ha un rapporto molto stretto e ambiguo. Rivivere la stessa storia passata ma dal punto di vista opposta la destabilizza e a peggiorre la situazione ci pensa la sua partner di scena, Jo-Anna Ellis (Chloe Grace Moretz), una giovane attrice in ascesa con il vizio per lo scandalo da rivista.
Impossibile non pensare al capolavoro 'Eva contro Eva', il film tratta piĂ¹ o meno gli stessi temi: la celebritĂ , la vanitĂ , uno scontro generazionale fra attrici, l'accettazione del tempo che passa. Film girato tra le montagne Svizzere e l'Alto Adige, il paesaggio ha un ruolo molto importante nel film a causa di un particolare effetto atmosferico, una striscia di nuvole che s'insinua fra le montagne portando il cattivo tempo. "Da quando le due donne si trasferiscono nello chalet, quel paesaggio diventa un personaggio del film", ha detto Assayas, "Ăˆ un mondo immutabile in cui si inseriscono due esseri umani che si interrogano sulla realtĂ del tempo. E' una storia universale, se lo avessi ambientato nei sobborghi di Parigi e girato in francese sarebbe stato limitante. Il paesaggio diventa un personaggio, nel corso del film. Ăˆ un mondo che non cambia mai, in contrasto con i personaggi, che invece devono fare i conti con il passato". Molto stretto il rapporto tra Assayas e Juliette Binoche, scelta precisa del regista: "Ho scelto Juliette perchĂ© volevo un'attrice con due carriere, come Maria. Viene dalla Francia, ma è diventata una star globale". Subito la Binoche ha risposto: "Conosco Olivier da trent’anni e quando la macchina da presa non cerca di controllarti ma ti permette di dare il meglio di te è favoloso". Il regista ha girato il film ripetendo il meno possibile le scene. "Ho lavorato con un cast molto generoso. Dal momento che ti fidi dei tuoi attori, niente puĂ² fermarti. abbiamo trovato una via per lavorare senza provare. Avevo bisogno della prima impressione degli attori", ha spiegato Assayas. Scelta che è piaciuta molto a Juliette Binoche. "Abbiamo iniziato a girare senza fare prove", ha raccontato l'attrice, "Anche perchĂ© se pensi troppo prima, poi tutto diventa noioso". Se Kristen Stewart era assente in conferenza stampa, Chloe Grace Moretz c'era e ha raccontato la sua felicitĂ di poter lavorare con la Binoche e Assayas. "Juliette Binoche è cosi magnetica in film come 'Il Paziente Inglese' e 'Chocolat', che da lei c’è solo da imparare", ha detto la Moretz, "Volevo lavorare con Assayas dopo aver visto 'Carlos', di cui mi ero innamorata. E sono stata fortunata a incontrare proprio questo film, profondamente francese. C’è qualcosa di particolarmente intimo nel cinema francese rispetto a quello americano: è nuovo, vivace e inafferrabile".
Altro evento della giornata, l'arrivo di Quentin Tarantino. Venti anni fa il regista vinse la Palma d'Oro con il cult 'Pulp Fiction', film che verrĂ riproiettato questa sera in 35 mm e non in digitale.
Ecco alcuni stralci della conferenza stampa (parolacce comprese).
Sulla pressione e le aspettative dei fan: "Non ho mai percepito la pressione in maniera negativa. Adoro le alte aspettative, cavolo le ho anche io come spettatore! Ad esempio, non vedevo l’ora che uscisse 'Scarface' di Brian De Palma! L’ho atteso e aspettato con impazienza, sono andato a vedere il primo spettacolo il primo giorno e guai a chi mi parlava! Per me è un onore sentire l’aspettativa dei fan, è questo che tiene in vita lo spirito di un regista, anzi, sarebbe un problema se fosse il contrario!".
Sui film che ha a casa: "Non so quanti film ho, non voglio mettere la mia ossessione al microscopio! Guardo sempre i film. Per me è come un percorso accademico, li guardo per studiarli, li guardo per un mia crescita personale e lo vivo come un percorso in cui il giorno della laurea sarĂ quando lascerĂ² questo mondo".
Se rivedesse 'Pulp Fiction' oggi ma da giovane: "Io faccio i film per me e poi invito tutti e farne quelle che vogliono, quindi ti direi che io lo amerei! Se rivedo spesso i miei film? Certo! Delle volte dal cazzo d’inizio alla cazzo di fine! Dipende come mi gira, ma in linea di massima penso che sia una stronzata quella che dicono alcuni registi, che è doloroso rivedere i propri film, seriamente? Ma dico cosa li fai a fare i film se poi neanche tu riesci a guardarli. Se fosse doloroso per me rivedere i miei film non li farei proprio".
Jean-Luc Godard lo ha definito "brigante, un povero ragazzo": "Puoi dimostrarmi che lo ha detto veramente? Perché non credo sia così e penso che tu stia solo esagerando la cosa".
Il cambiamento dopo la Palma d'Oro di 'Pulp Fiction': "Vincendo la Palma d’oro rientri in quella categoria precisa di chi ha vinto Cannes e chi no, è un trofeo che ha un posto d’onore a casa mia".
Su Sergio Leone: "Sergio leone ha influenzato tutto il cinema con i suoi film, con il suo vocabolario, con le sue musiche. Se lo mostrate a una classe di studenti lo considereranno ancora un filmmaker moderno!".
Sulla scelta della musica nei sui film: "La scelgo personalmente perchĂ© per me il film è come un figlio, e affidereste mai la ricerca dell’anima di tuo figlio a qualcun altro? Ad esempio pago per le musiche di Ennio Morricone, non gliele rubo, le pago!".
Sul suo (presunto) prossimo film 'Hateful Eight': "Scriverne è divertentissimo, sono al secondo draft e voglio farne un terzo, poi, si vedrĂ …"
Su una riedizione di 'Pulp Fiction': "No, mi piace la versione originale, non amo le special edition in generale, e per questo adoro il fatto delle VHS ad esempio, avevi solo la versione originale. Il mio director cut è il mio primo cut, quello che va al cinema, non c’è altro da aggiungere. Farei qualcosa di diverso, ad esempio per 'Django Unchained' ho 90 minuti di materiali non visti. La mia idea è fare una versione di quattro ore, ma dividerla in quattro e mandarle sulla tv via cavo un’ora alla volta come una storia a capitoli".
Sul "riportare il cinema in vita": "Ormai questa generazione è senza speranza! Speriamo che la prossima sia piĂ¹ intelligente e capisca che cosa ha perso!".
venerdì 23 maggio 2014
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