Festival col brivido ieri a Cannes. Nella notte rapina alla gioielleria Chopard con la cassaforte strappata dal muro e portata via intero con tutti i gioielli dentro, e durante la giornata un folle ha sparato in aria, per fortuna a salve, momenti vissuti in diretta durante una trasmissione di Canal+ in cui erano ospiti anche i giurati Daniel Auteil e Christoph Walz.
Ma ieri è stato soprattutto, ed è un piacere dirlo, il giorno di Valeria Golino nella sezione Un Certain Regard con il suo film 'Miele', debutto alla regia per l'attrice. Film con un tema molto delicato come il suicidio assistito che ha convinto la critica, soprattutto quella estera, e ha poi raccolto grandi applausi la sera alla proiezione per il pubblico.
"Voglio bene a questo piccolo film che mi ha portato fin qui. Sono felice, ma non riesco a godere di questo momento", ha detto Valeria Golino in conferenza, "Provo tensione, qualcosa a cui non riesco a dare un nome, vorrei essere più contenta e serena, forse fra un mese lo sarò". Un film per cui la Golino ha lottato e non nasconde che i no sono stati tanti: "A dirmi di no sono stati anche molti amici. E devo ammettere di esserci rimasta molto male. La soddisfazione più grande è stato vederli ricredersi e venirmi a chiedere scusa". Alla domanda su quali fossero state le scene più difficili da girare, la Golino non ha dubbi, le scene dei suicidi assistiti. "Avevo molta apprensione, perché non volevo spettacolarizzare il dolore e neppure nasconderlo", ha detto la regista/attrice, "Tutta la troupe mi è stata vicina perché quelle scene non diventassero sentimentali e avessero una certa sacralità".
Ad accompagnarla il cast compresa la protagonista Jasmine Trica, quasi una veterana del festival visto che in passato ha partecipato con 4 film ed è stata anche giurata in Un Certain Regard nel 2007. Molto apprezzata la sua prova, in conferenza la Trinca ha detto che nonostante il grande stress emotivo si sentita molto a suo agio durante le riprese e il merito è stato soprattutto dell'alchimia con Valeria Golino. E sul film "'Miele' è un film non solo italiano perché entra in empatia con altre storie del mondo". La Golino ha spiegato la scelta di Jasmine Trinca come protagonista, ammettendo che comunque se avesse potuto lo avrebbe fatto lei: "Era un ruolo disegnato su una donna giovane e io trovo che Jasmine sia perfetta per incarnare un tipo di donna come questa. Ma se fossi stata più giovane non avrei esitato a litigarmi con lei il ruolo della protagonista. E poi devo ammettere che mi basta fare un lavoro alla volta: dirigere un film per la prima volta è stato già abbastanza faticoso".
Il film è già in sala in Italia. Va sottolineato come il film abbia convinto soprattutto la critica e il pubblico estero, a dimostrazione di come il cinema italiano venga spesso apprezzato più fuori dall'Italia che a casa nostra.
Film interessanti anche dal Concorso, con 'The Past' del regista iraniano Asghar Farhadi, con un ottimo cast, nel quale troviamo anche Bénérice Bejo che, a quanto pare, offre una bella prova. Un dramma familiare che ha strappato applausi da pubblico e critica e che si candida seriamente per un premio nella serata finale.
Altro film ad aver ricevuto ottime critiche e applausi è stato 'Like Father, Like Son' del regista Hirokazu Kore-eda. Anche questa pellicola potrebbe dire la sua alla fine del Festival.
Entrambi i film erano fra quelli favoriti o comunque fra i più attesi dalla critica, insomma le reazioni positive non sono poi una sorpresa.
Destinato a fare scandalo invece il film 'L'inconnu du Lac' di Alain Guiraudie. Un film a tematica omosessuale con scene di sesso esplicite mostrare in primo piano o messe ben in evidenza e per i protagonisti che passano gran parte del film (quasi tutto praticamente) nudi.
Il film racconta di "cruising" e di Franck, Michel e Henri, tre uomini che si incontrano e si conoscono in riva ad un lago. Al di là degli scandali e delle chiacchiere, il film ha detta di molti è ben girato, molto ironico ma con un peso specifico importante.
Un film che potrebbe rivelarsi un outsider nella sezione Un Certain Regard e che potrebbe dire la sua per la Queer Palm.
Oggi invece è arrivato a Cannes Benicio Del Toro per presentare il film 'Jimmy P.' di Arnaud Desplechin, nel cast anche Mathieu Amalric. Del Toro interpreta un nativo americano reduce dalla Seconda Guerra Mondiale che viene ricoverato in una clinica psichiatrica a causa di alcuni problemi riconosciuti come mentali e non fisici. In ospedale subentra la diffidenza verso il suo essere nativo americano, così viene chiamato un antropologo europeo specializzato in certi casi. Il film è stato presentato in Concorso.
Frra
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