Il Festival si avvicina alla conclusione, e oggi è il giorno di uno dei titoli più attesi del Concorso.
Presentato 'The Immigrant', nuovo film di James Gray, per il regista è la quarta partecipazione in concorso al Festival di Cannes. Nel cast del film Marion Cotillard, Joaquin Phoenix (assente) e Jeremy Renner.
Ambientato all'inizio degli anni '20, è la storia di Ewa, immigrata polacca sbarcata in America insieme alla sorella. Le due vengono separate a Ellis Island. Disperata, sola e senza soldi, Ewa si fa aiutare da Bruno che la costringerà a prostituirsi. Subito però incontra il cugino di Bruno, Orlando, mago di professione, che la aiuterà a scapparsi e a salvarsi.
"Ho scelto di raccontare questa storia per dare il mio sguardo sull'immigrazione, fenomeno al quale sono assolutamente favorevole", ha detto in conferenza stampa il regista James Gray, "perché aggiunge ricchezza e profondità alla cultura di una nazione. All'inizio gli immigrati sono sempre mal visti: è successo con gli italiani, con gli ebrei. Si diceva che fossero stupidi, svogliati e naturalmente portati ad azioni criminali. Alla fine si sono integrati. I pregiudizi si ripetono. Ma la storia dimostra il contrario". Il film è stato girato in gran parte a Ellis Island, non senza difficoltà. "Era il principale punto di ingresso degli immigranti in quegli anni", racconta James Gray, "E abbiamo avuto non poche difficoltà, perché è un posto aperto ai turisti 365 giorni l'anno. Abbiamo girato soprattutto di notte, usando poi artifici per schiarire l'illuminazione. E comunque a livello scenografico la sfida è stata quella di riportare il tutto a quegli anni, basandoci solo su materiale fotografico". La ricostruzione storica è uno degli elementi che più hanno convinto del film, ma il vero punto di forza del film è il cast. Il regista, che ha già lavorato diverse volte con Joaquin Phoenix, ha raccontato come ha scelto gli attori: "Ammetto di non aver guardato i film di Marion prima di sceglierla ma non è necessario conoscere i film di un attore per sceglierlo. Le ho parlato, ho trovato che avesse delle espressioni speciali sul viso, ho capito che era sensibile e intelligente. Penso che abbia un viso da cinema muto come Lylian Gish o Louise Brooks, la voce rivela già molta emozione, in più ha molta forza Questo mi è bastato. I film li ho visti dopo. Al contrario, conoscevo il lavoro di Jeremy Renner, è stata Kathryn Bigelow a mostrarmi quanto fosse bravo".
Per Marion Cotillard la sfida è stata soprattutto linguistica. "Avevo 20 pagine in polacco, è stata la mia sfida più grande", ha detto l'attrice, "Il linguaggio è importante nella costruzione dei personaggi ognuno ha la propria voce e il suo modo di parlare. Il polacco ha poche parole simili all'inglese o al francese. Il problema è che dovevo parlare in polacco senza accento, e non avevo alcun riferimento per capire se stavo facendo bene o no. Per fortuna avevo un eccellente insegnante. Ho capito che lingua e cultura si compenetrano e si arricchiscono a vicenda. Per imparare bene una lingua devi calarti nella cultura del paese".
Il film è piaciuto abbastanza, ha ricevuto applausi a fine proiezione, in particolare ha convinto l'interpretazione di Marion Cotillard, definita vero e proprio motore del film.
Presentato anche 'Michael Kohlhaas' di Arnaud des Pallières, che vede protagonista l'attore danese Mads Mikkelsen, vincitore a Cannes lo scorso anno come miglior attore.
La storia, ambientata nella prima metà del XVI secolo, racconta la storia di Michael Kohlhaas, un mercante di cavalli vissuto a Cévennes che dopo essere stato privato di tutti i suoi beni, organizza una missione per vendicarsi e riprendersi i suoi averi.
"Quello che veramente mi ha impressionato di questa storia", ha detto il regista in conferenza stampa, "è il fatto che Kohlhaas sia un uomo che si guadagna per il suo coraggio e la sua determinazione la possibilità di prendere il potere ma poi ci rinuncia per dirittura morale. E' ai miei occhi una delle più belle storie politiche che si possano raccontare". Punto di forza del film, senza dubbio, la presenza carismatica di Mads Mikkelsen, che del suo personaggio ha detto: "Kohlhaas è un personaggio unico. Non è come voi e me. Lui chiede la cosa più semplice al mondo, la giustizia, l'eguaglianza dei diritti. Kohlhaas è un uomo i cui ideali sono più grandi di lui. Molto più grandi della sua stessa vita".
Il film, nonostante la buona prova di Mikkelsen, non ha entusiasmato più di tanto.
Frra
venerdì 24 maggio 2013
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