Nel festival invece, dopo il Concorso, prende il via anche la sezione Un Certain Regard con il film keniano Rafiki.
L'opera prima della regista keniota Wanuri Kahiu è un film che racconta la storia d'amore tra due ragazze a Nairobi, un'attrazione che scoppia all'improvviso e mette in pericolo le due fino quasi a subire un linciaggio.
Un film con una tematica, quella dell'omosessualità, tabù in Kenya e infatti il film è stato censurato e addirittura proibito nel paese. Rafiki però ha avuto la soddisfazione di arrivare fino al Festival di Cannes, occasione di cui la regista si è detta molto felice. "E' un onore immenso essere a Cannes, un’occasione importante per gli interpreti, la troupe e il cinema kenyota", ha dichiarato la Kahiu, che ha poi spiegato l'origine della parola "rafiki": "Rafiki significa "amico" in Swahili. Spesso in Kenya quando le gente dello stesso sesso ha una storia, o vuole presentare un fidanzato, un amante, usa proprio il termine rafiki".
Una storia che affronta un tema molto delicato nei paesi africani, la regista ha dovuto convincere una delle due attrici ad accettare il ruolo. "So che non è semplice in Kenya recitare una parte del genere, ma Sam [Samantha Mugatsia] non ha rinunciato e ha abbracciato il progetto, contribuendo a costruire Kena e a farla vivere", ha raccontato la regista, "Sheila [Sheila Munyiva] invece è arrivata al provino piena di gioia di vivere. Era affascinante, curiosa, il suo aspetto era perfettamente complementare a quello di Samantha. All'inizio era perplessa per il ruolo, ma alcune persone vicine, sensibili all'argomento, le hanno fatto capire l’importanza della parte, così ha accettato".
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Presentato invece in Concorso il film Leto (Summer), del regista russo Kirill Serebrennikov, uno dei due registi impossibilitati a presenziare al festival perché in stato di arresto nel proprio paese.
Ambientato a Leningrado negli anni '80, nell'ambiente rock, 'Leto' racconta l'incontro tra un giovane musicista, Viktor Tsoï, e il suo idolo MIke, e anche con sua bellissima moglie. Un incontro che cambierà la vita del ragazzo.
Un film, come dichiarato dal produttore, il regista "ha finito di editare a casa, a febbraio. La presenza a Cannes è dunque cruciale, anche per questa situazione e per la Storia. Sentiamo il supporto del giornalismo, molto, è un forte tema di discussione in questo momento, soprattutto nel nostro Paese. Il film non ha avuto sostegni statali, ma è un film storico che però Kirill riesce a far parlare del presente".
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Al festival è arrivano anche il regista di Black Panther Ryan Coogler, protagonista di una masterclass con il pubblico. Stasera il film della Marvel sarà proiettato sulla spiaggia di Cannes.
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Primo film italiano al festival, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs è stato presentato La strada dei Samouni, di Stefano Savona. Un docu-fiction realizzato sia in immagini che in animazione, firmata da Simone Massi, che racconta la vita alla periferia di Gaza e il massacro di ventinove civili durante l'operazione Piombo Fuso dell'esercito israeliano nel 2009.
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