mercoledì 6 settembre 2017

Venezia 74 - giorno 8

Molta attesa oggi al festival per una coppia di grandi attori, Penelope Cruz e Javier Bardem, marito e moglie e colleghi di set nel film Loving Pablo (Fuori Concorso).

Il film, diretto da Fernando León De Aranoa, racconta l'ascesa criminale e la caduta del celebre narcotrafficante Pablo Escobar (Bardem), e del suo rapporto con la giornalista colombiana Virginia Vallejo (P.Cruz), che è stata sua amante per molto tempo per poi diventare collaboratrice di giustizia e aiutare le autorità a catturare Escobar.
Il film è stato tratto da un libro scritto proprio da Virginia Vallejo.

Due straordinari attori, coppia nella vita e fianco a fianco sul set, per Penelope Cruz è stato più complicato di quanto si possa immaginare, soprattutto quando Javier Bardem si trasformava in Pablo Escobar. "È stato durissimo stare sul set con Javier nei panni di un mostro come Escobar", ha raccontato l'attrice in un perfetto italiano, "Mi spaventava, aveva una energia così brutta, aggressiva, essere così dentro il suo personaggio mi aiutava ma poi a casa mi dava nausea. Dopo quattro settimane di riprese non vedevo l'ora di finire il film, non vedevo Javier ma Pablo, e mi spaventava nonostante sapessi che era il trucco".
Per Javier Bardem è stato essenziale calarsi così tanto nel personaggio. "Mi interessava entrare nella mente di questa persona, che veniva definita un padre amorevole e allo stesso tempo creava così tanto orrore e terrore", ha spiegato l'attore, "Ho tentato di avvicinarmi il più possibile a questa contraddizione, a questo personaggio reale che è stato odiato ma anche amato da tante persone. Trasformarmi anche fisicamente in lui era importante per vivere il personaggio ma non l'ho mai portato fuori dal set, non era piacevole essere Escobar". Anche Penelope Cruz ha studiato molto per calarsi nei panni di Virginia Vallejo. "Avevo molte ore di materiale su di lei, molte interviste fatte da lei o a lei. E poi avevo il libro", ha detto l'attrice, "E dovevo entrare nel personaggio senza pregiudicarla con la mia opinione. Perché ovviamente io ho un'opinione su di lei e sul suo comportamento. Il cinema non deve cambiare il mondo ma comunque si ha una responsabilità. E credo che sia il regista che noi siamo riusciti a fare quello che volevamo, non mostrare violenza gratuita come in un videogame, non mostrare il mondo del narcotraffico come qualcosa di attraente. Volevamo mostrare un dolore, un dolore reale".

Al momento non c'è ancora una data d'uscita per il film.
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Terzo film italiano in Concorso, i Manetti Bros portano al festival il loro Ammore e Malavita.

Ammore e Malavita si collega col precedente lavoro dei due registi romani, Song’e Napule, che stavolta s'immergono ancora di più nella musica creando un vero e proprio musical, un genere decisamente atipico nel panorama italiano.

Protagonista del film è Giampaolo Morelli che interpreta Ciro, un ragazzo di borgata che crescendo si trasforma in un killer e che insieme al fratello Rosario (Raiz) lavora per una coppia di camorristi, Don Vincenzo (Carlo Buccirosso che nel film ha due ruoli) e Donna Maria (Claudia Gerini). Quando Donna Maria elabora un piano per sparire dalla circolazione insieme al marito e a una serie di diamanti, un povero commesso (sempre Carlo Buccirosso) uguale identico a Don Vincenzo viene fatto fuori e messo nella bara al suo posto. Un'infermiera però vede il vero boss vivo e vegeto, così Don Vincenzo affida a Ciro il compito di eliminarla. Quando Ciro si trova davanti all'infermiera però la ragazza di cui era innamorato da ragazzo, la sua fidanzatina. Questo scatena una serie di conseguenze che porteranno a un regolamento di conti.

Ammore e Malavita è un mix di sceneggiata napoletana, thriller e commedia, che ha convinto la stampa e la critica.
"Il film è un modo diverso di vedere e raccontare la città", ha spiegato Marco Manetti, "È il nostro sguardo su Napoli, quando ci andiamo vediamo sì una città piena di problemi ma anche di arte, cultura. Napoli viene spesso raccontata come una cartolina che sia la cartolina del Golfo oppure quella delle Vele di Scampia, noi prendiamo simpaticamente in giro questa moda di raccontare la città solo attraverso il suo lato negativo".
Nel cast un ottimo Carlo Buccirosso, felice del suo doppio ruolo e del destino di uno dei due personaggi. "I Manetti mi hanno fatto finalmente morire", ha scherzato l'attore, "e morendo cantando mi hanno fatto sdrammatizzare la morte. Sono convinto che la sdrammatizzazione sia il tema del film". Entusiasta del ruolo anche Claudia Gerini, che ha dovuto studiare il napoletano per fare il film: "Imparo facilmente le lingue, ho studiato molto perché non volevo che il mio napoletano risultasse caricato. Ho lavorato anche sulla gestualità e sottolineando le origini del mio personaggio, che sono umili. E’ la serva che sposa il padrone, ma non è un matrimonio di interesse. Lo ama davvero. [...] È stato stupendo cantare e ballare, la scena musical è stata girata in una nottata pazza in cui ho fatto la spaccata quindici volte".

Il film sarà nelle sale il 5 ottobre.

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