Il seguente articolo va integrato con la recensione di 'Nymphomaniac Vol.1' che trovate QUI.
La seconda parte dell'opera di Lars Von Trier ci presenta un percorso, dopo il precedente di "formazione", dedicato alla ricerca di sé e alla discesa negli inferi del personaggio di Joe.
Un capitolo in cui la patologia sessuale si traduce in una vera e propria piaga mentale che farĂ cadere Joe in un totale stato di apatia. Ne consegue un periodo di asetticismo affettivo, in cui Joe avrĂ anche un figlio, e di profonda solitudine in cui anche il suo corpo comincerĂ a risentirne, perdendo ogni capacitĂ di provare sensazioni fisiche.
Joe si mette dunque alla disperata ricerca del piacere perduto, e troverĂ modo di sentirsi viva con le pratiche di "K", interpretato da un insolito e bravo Jamie Bell (Billy Elliot), che nel suo laboratorio sodomizza le sue "pazienti" in cerca di emozioni forti.
'Nymphomaniac Volume 2' pur essendo leggermente superiore al volume primo non ne rivoluziona le sorti e la qualitĂ artistica dell'opera complessiva rimane mediocre. Questa volta non è presente quella smania dal parte del regista nel voler continuamente accostare il basso con il colto, operazione che in precedenza aveva delineato uno stile che dire tracotante è poco. Nel secondo capitolo si percepisce meno artificiositĂ formale e piĂ¹ autenticitĂ . Lars Von Trier ripone da parte il suo egocentrismo e sembra mettersi in un angolino concedendo così piĂ¹ spazio al racconto di Joe e riducendo gli interventi di Saligsman che, come lui, pare piĂ¹ disposto ad ascoltare. Non che questo sia un bene, anche perchĂ© la storia di Joe si poggia su una sceneggiatura piatta, dove l'apatia della protagonista coincide con quella dello spettatore. Nymphomaniac non appassiona mai, si resta nella piĂ¹ totale indifferenza, non si prova nĂ© compassione nĂ© disgusto nei confronti di Joe. Tutti i climax sono gestiti nel peggiore dei modi, si potrebbe dire che è proprio climax non esiste, la narrazione non raggiunge mai un apice, un culmine emotivo o di tensione drammatica. A fare da padrona è la perplessitĂ dello spettatore messo di fronte a diversi passaggi forzati e all'irrazionalitĂ di alcune scene, basti pensare alla macchina in fiamme o alla conversione mafiosa di Joe, decisamente folle.
Rimangono degne di nota alcune immagini dal forte impatto visivo, come la protagonista in cerca del proprio albero-anima su una rupe rocciosa, ma in generale l'estetica del film non è lontanamente paragonabile a quella lussureggiante di Melancholia e neanche a quella gotica di Antichrist.
La pornografia in questo secondo capitolo è piĂ¹ controllata ma è piĂ¹ violento a livello di immagini, penso alla crudezza delle pratiche sadomaso di "K" o il preambolo che va a spiegare come mai Joe all'inizio giaceva in uno sporco vicolo ferita e priva di sensi, sicuramente la scena piĂ¹ forte e tesa del film.
Lars Von Trier fortunatamente non è caduto nel didascalico per la seconda volta, e le digressioni di Seligman sono piĂ¹ misurate. Inoltre alcuni concetti espressi sono decisamente piĂ¹ provocatori di quanto il film sappia fare con le immagini, oltre che essere i punti piĂ¹ interessanti del film, basti pensare ad alcuni riferimenti alla religione o al punto di vista di Joe sulla pedofilia, una visione decisamente scomoda e anticonformista. Nymphomaniac quando decide di tirare le somme si conclude traendo una morale tutta "femminista" della vicenda, in cui viene evidenziato il doppio standard di una societĂ che tende a condannare la sessualitĂ femminile, al contrario di quella maschile dove uno stile di vita del genere potrebbe tranquillamente essere considerato "normale". Un epilogo scontato e totalmente convenzionale, troppo poco per un film di oltre 4 ore che vorrebbe essere cinico e provocatorio. Soprattutto un finale che lascia in sospeso molti quesiti e che non risolve la dicotomia sesso/amore.
In fin dei conti 'Nymphomaniac' è il tipico film lanciato con tanto fracasso ma che nei fatti si rivela insoddisfacente sotto tutti i punti di vista. Magari con una distribuzione televisiva, sotto forma di "miniserie" ,l'idea di Von Trier avrebbe trovato un mezzo espressivo piĂ¹ adatto.
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