lunedì 31 marzo 2014

Captain America: The Winter Soldier - la recensione

Dopo esser stato ibernato per quasi 70 anni e dopo aver combattuto al fianco di "bizzarri" compagni nella battaglia di New York (The Avengers), il super-soldato Steve Rogers non riesce ancora ad adattarsi al mondo di oggi. Le sue certezze sono praticamente inesistenti e quelle poche che è riuscito a comprendere gli si rivoltano inevitabilmente contro.

Captain America: The Winter Soldiers è un cinecomic diverso, il che è un bene se consideriamo il discutibile esordio avuto nel 2011 con il primo capitolo 'Captain America: Il Primo Vendicatore'. Lì, l'amato supereroe, risultava addirittura fastidioso, e anche in The Avengers, nonostante la grande maestria di Joss Whedon, il Capitano riusciva ad essere solo la spalla di personaggi più carismatici. In The Winter Soldier invece l'anima di Rogers riesce a conquistare anche i più scettici. Non fraintendiamo, rimane sempre il solito patriottico sfegatato, ma le varie incertezze con cui sarà messo alla prova durante la pellicola lo faranno diventare (fortunatamente) più umano e comprensibile. Si formeranno nuove amicizie e se ne rafforzeranno altre. Steve Rogers infatti non è da solo. La scaltra Vedova Nera non rimarrà solo una collega ma diventerà un'amica fedele. In più, l'entrata in scena di nuovi personaggi come Falcon e Alexander Pierce daranno modo al protagonista di relazionarsi meglio con la realtà. Ma il passato è sempre dietro l'angolo per il Capitano Rogers. Il misterioso Soldato D'Inverno (ed anche altri fattori) faranno fare un duro salto temporale al nostro protagonista. Il male dell'Hydra è sopravvissuto fino ad oggi e la sua furia criminale non guarda in faccia nessuno.



Lo scopo di questo film (come il precedente) rimane comunque lo stesso: fungere da  preludio a qualcosa di più grande. Il Primo Vendicatore faceva da overture a The Avengers, The Winter Soldier invece apre la pista a The Avengers: Age of Ultron. Nulla di anomalo ovviamente, L'Universo Marvel si sta pian piano delineando, ma c'è una distinzione da fare: se il primo film risultava artificioso e nato solo con lo scopo di introdurre un progetto più grande, questo Soldato d'Inverno riesce ad avere vita propria senza mai risultare superfluo.
I fratelli Russo in questo sequel di Cap offrono una regia molto televisiva (aspetto non per forza negativo se consideriamo la grande qualità delle ultime serie tv), lasciando dietro di sé, per un po', la parte "fracassona" e caotica dei blockbuster hollywoodiani, offrendo così una discreta spy story fuori dai canoni dei classici cinecomic. L'approccio realistico si lascia dietro le varie tematiche aliene e sovrannaturali donando così una visione complessiva meno artificiosa e artificiale.


Inizialmente magari, soprattutto nella prima parte, il film risulta carico di eccessivi dialoghi a tratti pesanti, ma comunque viene tutto equilibrato nella parte finale più standard ma d'impatto visivo maggiore. I vari punti di collegamento con il primo capitolo vengono sfruttati al meglio per essere funzionali alla trama senza mai risultare dei collegamenti forzati ed innaturali.

Captain America: The Winter Soldier non ha particolari colpi di scena, almeno non per chi come noi conosce le varie dinamiche dei Marvel Studios, ma come cinecomic è probabilmente riuscito ad elevarsi un gradino più in alto rispetto agli altri e quasi sicuramente riuscirà a conquistare anche i più scettici.

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