La quinta giornata del festival ci regala tre momenti decisamente interessanti, due film in Concorso e uno alle Giornate degli Autori.
A catalizzare l'attenzione questa mattina è stato sicuramente il nuovo film di Hayao Miyazaki, 'Si Alza il Vento' ('Kaze Tachinu'), presentato in Concorso, che sarà l'ultimo del grande maestro dell'animazione.
Miyazaki non era presente a Venezia - al contrario di quello che hanno scritto molti illustri giornali - e ha lasciato l'annuncio al presidente dello Studio Ghibli, Koji Hoshino, che ha poi aggiunto: "Ulteriori dettagli saranno dati la settimana prossima durante una conferenza stampa a Tokyo, ma per ora non sono autorizzato a dire altro".
Il film è una biografia romanzata del progettista di aerei Jiro Horikoshi, l'uomo che ha inventato gli "Zero", gli aerei dei kamikaze. Partendo dalla sua infanzia, e attraversando il terremoto del '23, la Grande Depressione, la malattia e le guerre, il film racconta il sogno di un uomo che voleva inventare un aereo in grado di librarsi nel vento.
Applaudito da tutti, 'Si Alza il Vento" è stato descritto come un film più "adulto" ma in cui si può sempre ritrovare il Miyazaki poetico, fantastico e onirico che tutti conosciamo.
Altro film presentato in Concorso è 'Parkland', diretto da Peter Landesman e prodotto da Tom Hanks. Grande cast con Paul Giamatti, Billy Bob Thornton, Marcia Gay Harden, Jackie Earle Haley, Zac Efron, Colin Hanks e Tom Welling.
Il film racconta uno degli eventi più sconvolgenti per l'America, e per il mondo: l'omicidio di John F. Kennedy. La storia però viene raccontata attraverso gli occhi di chi ha assistito, come un commerciante che ha ripreso il momento con la cinepresa amatoriale, il giovane dottore che si è ritrovato il Presidente in sala operatoria senza poterlo salvare, il fratello dell'assassino e la guardia del corpo che era accanto a Kennedy.
"Il film vuole rappresentare il caos e la paura che colpiscono una persona normale di fronte alle grandi tragedie", ha detto il regista Landesman, "Dieci anni fa ero a New York quando le Torri sono state abbattute e la sensazione di paura, angoscia e sgomento che ho provato è stata indescrivibile. Il giorno dell’assassinio di Kennedy il disorientamento e il panico sono stati uguali. Volevo portare al cinema la storia delle persone sconvolte da questi tragici eventi, come Robert Oswald, fratello dell’assassino, un uomo che scopre all’improvviso che suo fratello è il diavolo. E’ una visione quasi shakespeariana della vicenda. L’uomo che viene improvvisamente colpito da tragedie più grandi di lui". Tom Welling, unico presente al festival dopo il forfait di Efron, ha invece raccontato l'esperienza di recitare accanto ad attori come Paul Giamatti e Billy Bob Thornton. "E’ stata una bellissima esperienza lavorare con tutti questi grandi attori", ha detto Welling, "La cosa più strana è che eravamo costantemente ripresi dalle telecamere, anche quando non sapevamo dove fossero. Sono stato sempre in scena: un modo diverso e interessante di lavorare". "Parkland è l’ospedale dove sono morti sia la vittima che l’assassino. E’ una metafora della morte: arriva per tutti e di fronte a lei siamo uguali a prescindere da chi siamo", conclude il regista.
Sul festival si è poi abbattuto il ciclone Daniel Radcliffe! I fan dell'attore lo hanno inseguito per tutto il Lido, anche al bagno, tra urla e scene di delirio.
L'attore inglese è arrivato a Venezia per presentare, alle Giornate degli Autori, un film molto interessante, 'Kill Your Darlings', di John Krokidas.
Il film racconta la giovinezza dei poeti della Beat Generation. Allen Ginsberg (Radcliffe) è un timido ragazzo molto portato per la poesia, al campus incontra Lucien Carr (Dane DeHaan, la cui interpretazione ha colpito particolarmente) che riuscirà a liberare il genio nascosto dentro il giovane Ginsberg che poi guiderà la rivoluzione letteraria degli anni '50.
La scelta di Radcliffe per interpretare Allen Ginsberg può sembrare strana ma il regista si è subito convinto ad affidargli la parte. "Ero certo che Dan sarebbe riuscito a rendere tutte le sfaccettature del personaggio", ha detto Krokidas, "Allen all’inizio del film mostra solo un lato di se stesso, alla fine distinguiamo tutta la tavolozza di colori, tutte le sfumature che celava in sé. E poi quando incontri un attore è come se andassi a un primo appuntamento: nel giro di 5 minuti ti rendi conto se c’è alchimia o meno. Per noi è stato così". Daniel Radcliffe, bombardato di domande dai giornalisti, conosceva già lo scrittore: "A 14 anni già lo conoscevo anche se avevo letto solo il primo verso di Howl - L'urlo, concludendolo solo da più grande. L'opportunità di girare questo film mi ha spinto ad avere una scusa per immergermi molto di più sulla storia di Ginsberg, studiando la sua generazione [...] Non interpreto Ginsburg, ma un ragazzino di nome Al, che va all università per la prima volta e che si sente intimorito pensando che tutti gli altri siano più intelligenti di lui, trovando poi la sua strada".
L'interpretazione di Daniel Radcliffe è stata molto apprezzata, e lui è ormai perfettamente a suo agio nel ruolo di attore e star, professionale e cordiale racconta: "E' evidente che la mia vita è stata singolare, molto diversa da quella dei miei coetanei, però come tutti – e come Allen nel film – intorno ai 18 anni ho iniziato a provare delle insicurezze e ad avere dei dubbi su me stesso. Credo che sia fisiologico, normale. Chi non si mette mai in discussione è un idiota. Il trovare se stessi è certamente un processo doloroso, ma è proprio questo dolore che aiuta a crescere". Saggio Radcliffe.
lunedì 2 settembre 2013
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