Il film di Paul Greengrass, 22 July, racconta la vera storia degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, quando il terrorista neonazista Anders Breivik uccise 77 persone, 8 a Oslo con un'autobomba e 69 sull'Isola di Utoya, dove si presentò vestito da poliziotto e per più di mezz'ora sparò sulla folla uccidendo i ragazzi che partecipavano a un campus. I feriti furono più di 300.
Basato sul libro "One of Us: The Story of an Attack in Norway - and Its Aftermath" scritto dalla giornalista Åsne Seierstad, il film non racconta solo i momenti drammatici della strage ma anche tutto quello che è successo dopo, la reazione del governo e del popolo norvegese.
Per Greengrass questa era una storia importante da raccontare, soprattutto adesso, in una Europa che sembra spostarsi sempre di più verso la destra populista senza rendersi conto dei pericoli a cui potrebbe andare incontro aprendo le porte all'estremismo. "Quello che è successo è stato un momento di rivelazione che ci ha permesso di vedere chiaramente ciò che stava accadendo. In Norvegia chi è stato coinvolti in questo accadimento si è mosso per lottare contro la minaccia di qualcosa che è diventato più forte. Questo film lo offro come forma di meditazione su come vincere", ha dichiarato Greengrass, "Negli Anni ‘30 i nostri genitori e nonni avevano capito che il nazionalismo non controllato porta al protezionismo e alla guerra, e avevano creato un modo per contenerlo. Negli ultimi dieci anni però, questi confini si sono indeboliti e abbiamo aumenti di odio, una minaccia che ci riguarda tutti, che può essere vinta solo dalla forza delle idee. Per questo, nel film ho voluto mostrare i giovani che sono andati a testimoniare nel tribunale per sconfiggere Anders Breivik a livello di idee. È questa la sfida del domani, e sono fiducioso che la vinceremo".
Ad interpretare il terrorista, ruolo per niente facile, è l’attore norvegese Anders Danielsen Lie. "E' importante raccontare per ricordare coloro che sono stati colpiti, non bersagli scelti a caso, ma vittime designate di un terrorista che, nonostante fosse un lupo solitario, operava in un contesto ben preciso", ha dichiarato l'attore, "Oggi molte persone condividono le sue idee in Europa e questo è pericoloso, per questo è importante raccontare. Se si vuole capire la forza e il pericolo della radicalizzazione è necessario interrogarsi sul perché del suo gesto". Punto di vista condiviso dal regista che per la distribuzione del suo film ha scelto Netflix per poter arrivare subito a tutti, soprattutto ai giovani, perché "è la loro generazione che dovrà ribellarsi domani all'avanzamento dell’estrema destra", ha spiegato Paul Greengrass.
Il film sarà disponibile online dal 10 ottobre.
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Tutt'altro tema e toni il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi, I Villeggianti, mix tra drama e commedia, un po' francese e un po' italiano, ispirata alla vita della famiglia della regista.
La sinossi ufficiale del film: Una grande e bella proprietà in Costa Azzurra. Un posto che sembra essere fuori dal tempo e protetto dal mondo. Anna arriva con sua figlia per qualche giorno di vacanza. In mezzo alla sua famiglia, ai loro amici e al personale di servizio, Anna deve gestire la sua recente separazione e la scrittura del suo prossimo film. Dietro le risate, la rabbia, i segreti, nascono rapporti di supremazia, paure e desideri. Ognuno si tappa le orecchie dai rumori del mondo e deve arrangiarsi con il mistero della propria esistenza.
Un film un cast internazionale e recitato in tre lingue (italiani, inglese, francese) che è stato definito un'"autobiografia immaginaria", una definizione che non dispiace affatto alla regista. "Credo sia difficile nella vita toccare la verità, grazie alla finzione si riesce più facilmente", ha dichiarato Valeria Bruni Tedeschi, "Il film prende spunto dalla realtà e la elaboro cercando di toccarla un po', ma il film non è più la mia vita. Penso che il mio modo di lavorare sia un po' sempre lo stesso, in fondo sento sempre di fare un'autobiografia, anche quando ho fatto un film su un reparto di psichiatria. L'aver fatto un film/documentario sulla mia famiglia ['Un castello in Italia', 2013] mi ha dato il gusto di guardare quello che succede. Sei osservatrice, non controlli troppo e ho cercato di mantenere anche nel film lo stesso gusto".
Nel cast, oltre a Yolande Moreau, Riccardo Scamarcio e la stessa Bruni Tedeschi, c'è anche Valeria Golino, amica fraterna dell'attrice e regista. "Una sua dote è che ti permette di essere al tuo peggio, per poterlo essere lei con te. È una grandissima libertà, per cui alla fine ti affidi perché sai che lei ti proteggerà", ha raccontato Valeria Golino parlando dell'amica, "Voleva farmi un provino, io non volevo, le ho fatto una telefonata terribile, sono andata a casa sua e ho dormito. Quando mi sono svegliata c'era la produzione in casa. Così l'abbiamo fatto, anche se ero arrabbiata, impreparata, e lei era così contenta... Questo significa lavorare con lei". "Non potevo immaginare questo film senza Valeria Golino, e l'avrei aspettata se non avesse potuto in quel periodo", ha dichiarato la Bruni Tedeschi, "Fa parte delle attrici insostituibili, doveva essere un’interprete totalmente organica con la famiglia. La sua bellezza doveva essere mitica, insieme alla malinconia e all'ironia, impossibili da trovare altrove se non in lei". Valeria Bruni Tedeschi ha anche rivelato di aver provato a coinvolgere sua sorella, Carla Bruni. "Io chiedo sempre a mia sorella se vuole fare i miei film", ha raccontato l'attrice e regista, "ma lei non vuole fare l'attrice, l'ha fatto solo con Allen. Glielo domando sempre però, come rituale familiare".
Il film sarà nelle sale italiane a dicembre.
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