giovedì 17 maggio 2018

Cannes 2018 - giorno 9

Secondo film italiano in Concorso al festival, si tratta di Dogman, atteso nuovo lavoro di Matteo Garrone.

Il film racconta la storia di Marcello (Marcello Fonte), un uomo minuto, fisicamente fragile, dal carattere gentile, che gestisce una toletta per cani e stravede per la figlioletta Alida. E poi c'è Simoncino (Edoardo Pesce), un ex pugile dal fisico imponente, cocainomane e manesco. Con il suo comportamento Simoncino tiene sotto scacco l'intero paese, in particolare se la prende spesso con Marcello, che subisce continuamente i soprusi di Simoncino in una escalation che lo porta a un atto di follia.

C'era molta attesa intorno al film di Matteo Garrone e anche molta curiosità visto che la storia del film è liberamente ispirata a uno dei fatto di cronaca più efferati e inquietanti degli ultimi 30 anni, cioè la storia del "Canaro della Magliana". Il film però prende solo spunto da quel fatto, come ha ripetuto più volte Garrone durante le interviste e la conferenza stampa. "Dogman è un film che si ispira liberamente al fatto di cronaca nera accaduto trent'anni fa", ha specificato il regista, "ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti".
Garrone ha lavorato al film per più di un decennio, la svolta è arrivata dopo l'incontro con Marcello Fonte, che sarebbe poi diventato il protagonista del film. "Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa. nel corso del tempo l'ho ripresa tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti", ha raccontato il regista, " Poi finalmente, un anno fa, l'incontro con Marcello Fonte. La sua umanità ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse anche il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente".
Il personaggio di Marcello non è il classico uomo mite che si trasforma in mostro, Garrone ha lavorato molto per evitare di cadere nei classici cliché. "Questa è una storia che poteva succedere a chiunque di noi", ha spiegato il regista, "La forza del personaggio di Marcello è di riuscire a trasmettere comunque umanità e dolcezza: lui rimane incastrato dentro a meccanismi che non gli appartengono. E fino alla fine riesce a non trasformarsi in mostro. Marcello è un personaggio naif e la sua grande umanità credo sia la forza del film".

Accolto molto bene dal pubblico ieri sera e ottimamente dalla stampa. Matteo Garrone a Cannes ha già vinto due Gran Prix, chissà che non sia arrivato il momento di un altro premio.

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Sempre in Concorso, è stato presentato anche Burning, il nuovo film di Lee Chang-dong.

Il film racconta un triangolo tra il giovane Jongsu, una ragazza, Haemi, e il ragazzo che Haemi conosce durante un viaggio in Africa, il ricco e vizioso Ben. Mentre Haemi è in viaggio per l'Africa, Jongsu le guarda il gatto, un "gatto fantasma" che non appare mai. Jongsu viene spinto in questo triangolo, attirato da Haemi, che però un giorno sparisce.

Tratto dal racconto breve "Barn Burning" di Haruki Murakami, il film di Lee Chang-dong è un po' storia d'amore e un po' giallo, con tanto di parentesi processuale.
"Quando ho iniziato a leggere il libro mi sono subito accorto che era una storia molto bella ma in cui non succedeva nulla", ha raccontato il regista, "eppure in questo nulla c'era un elemento di mistero molto affascinante che poteva essere sviluppato in un racconto cinematografico".

Il film ha avuto una buona accoglienza da parte della critica.

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