venerdì 1 settembre 2017

Venezia 74 - giorno 3

Al festival è il giorno del Leone d'Oro alla carriera, quest'anno doppio Leone per premiare due attori tanto bravi, tanto amati, impegnati e mitici: Robert Redford e Jane Fonda.

I due attori sono arrivati al Lido non solo per ricevere un meritatissimo Leone d'Oro alla carriera ma anche per presentare il film Our Souls at Night, in cui tornano a recitare fianco a fianco per la quarta volta. C'è stato il film La caccia (1966), Il cavaliere elettrico (1979), ma soprattutto il delizioso A Piedi Nudi nel Parco, che usciva nelle sale nel 1967, esattamente 50 anni fa.

In Our Souls at Night, i due attori si rincontrano per una storia d'amore tra due anziani vedovi che vivono uno di fronte all'altro e iniziano a condividere la propria solitudine riuscendo a darsi una seconda possibilità. Una storia d'amore molto semplice sorretta dall'intesa e dalla rodata chimica tra i due attori.

La conferenza stampa è stata un susseguirsi di aneddoti e battutite tra i due, che si conoscono benissimo e sanno come imbeccarsi. Robert Redford, anche produttore, ha voluto fortemente questo film, per tre ragioni: "per un pubblico maturo in un business, quello cinematografico, che si rivolge principalmente ai ragazzi. Perché volevo raccontare una storia d'amore. Ma soprattutto perché volevo fare ancora un film con Jane prima di morire". "Il senso di questa storia è che non è mai tardi", ha spiegato Jane Fonda, "Se hai coraggio fai il salto di fede e puoi sempre diventare la persona che avresti dovuto essere. Anche come genitore. Adoro questa donna che prende l'iniziativa e che accetta di fare i conti con suo figlio: in punto di morte, non conta quanti premi hai avuto o quanti soldi hai, ma se sei stata capace di amare i tuoi figli e fatto per loro quanto hai potuto".

I due attori hanno giocato molto sull'eterna attrazione tra di loro, attrazione che non è mai tramontata e che nell'immaginario della gente si è materializzata nella commedia A Piedi Nudi nel Parco, di cui ovviamente si è parlato, visto il 50° anniversario.
Jane Fonda ha raccontato: "L’ho baciato a 20 anni e ora a quasi 80". "Quasi?", l'ha interrotta Redford che gli 80 gli ha già passati. "Parlavo di me", ha risposto subito l'attrice, che poi ha continuato: "Baciare Robert a vent'anni è stato bello come a ottanta. Ho fatto delle fantasie su di te, non te l’avevo mai detto? Tante cose non ho detto riguardo alla preparazione di quel film...". "E le devi dire qui in pubblico?", ha risposto Redford, in uno scambio che sembrava uscito proprio da A Piedi Nudi nel Parco. "Eravamo negli studi della Paramount per il film e stavamo camminando nel corridoio di un ufficio, e tutte le segretarie si affacciavano e si dicevano ‘sta arrivando lui, guarda!’", ha raccontato Jane Fonda, "Mi sono detta che sarebbe diventato un grande divo, lo si sentiva nell'aria, nella reazione che suscitava nelle donne. Era meraviglioso passare del tempo con lui. Durante A Piedi Nudi nel Parco non riuscivo a staccargli le mani di dosso!". Complimenti ricambiati da Robert Redford, che della sua collega e amica ha detto: "la nostra unione artistica è lunga e arriva fino a oggi. Le cose con Jane sono sempre andare perfettamente al loro posto, non c’era bisogno di prepararci o discutere a lungo. Non c'è bisogno di spiegazioni. C’è amore, connessione, contatto".

Entrambi gli attori sono da sempre molto impegnati politicamente ma in questa occasione non c'è stato modo di parlare di politica (con grande delusione da parte di alcuni giornalisti), ma Robert Redford ha comunque lasciato il suo pensiero su un tema di cui si è discusso molto in questi primi tre giorni di festival: l'ambiente. "Qui dico solo che dobbiamo preoccuparci di cosa lasciamo alle prossime generazioni, abbiamo un solo pianeta e dobbiamo preservarlo", ha detto semplicemente Redford.

Il film Our Souls at Night sarà disponibile su Netflix dal 29 settembre.
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Presentato in Concorso un film molto atteso, si tratta di Human Flow, documentario diretto dell'artista e attivista cinese Ai Weiwei.

Il film, di grande impatto visivo, è stato girato in 23 paesi diversi, dall'Iraq alla Grecia, dal Messico all'Afghanistan, e racconta l'immenso flusso migratorio di questi anni. Ai Weiwei si è immerso tra i migranti, gente che scappa dalla guerra senza niente, senza cibo, senza vestiti, a piedi o sui barconi, mettendo in pericolo la propria vita e quella della propria famiglia per sfuggire da un pericolo ancora più grande.

"La speranza dei migranti sta tutta negli occhi dei loro bambini, ma anche nel coraggio e nella fantasia. Se c'è quest'ultima allora si può essere ottimisti. E' per questo che continuo a fare l'artista, perché la fantasia è l'unico modo di alimentare la speranza", ha dichiarato l'artista che nel documentario appare in prima persona. "Io faccio parte dei rifugiati e loro sono parte di me. Per me non è difficile essere come loro. E la loro condizione non mi provoca tristezza", ha dichiarato ancora Ai Weiwei, "La cosa più bella della natura umana è poter mettersi nelle condizioni altrui. Mi è accaduto quando avevo il blog nel 2005: mai avrei potuto pensare che qualcuno avrebbe potuto avere interesse per quello che succedeva a me. Penso sia la cosa più bella della comunicazione. Qualcuno da qualche parte sente la tua voce e la riconosce".

Il film è stato accolto in modo contrastante, dividendo la critica.

Il documentario è stato prodotto in collaborazione con Rai Cinema, sarà nelle sale italiane dal 2 ottobre con 01.

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