giovedì 5 settembre 2013

Festival di Venezia - giorno 9

Ultimo film italiano in Concorso e, novità di quest'anno, è un documentario.

'Sacro GRA' di Gianfranco Rosi è stato accolto da convinti applausi (è stato il film italiano più applaudito) e da qualche fischio da parte della stampa italiana (sempre loro).

Il film è un documentario su personaggi invisibili che abitano nei dintorni del GRA, il Grande Raccordo Anulare che circonda Roma, cioè la più estesa autostrada urbana d'Italia. Chi sono questi personaggi? ci sono Paolo, nobile piemontese, e sua figlia Amelia, Roberto il barrelliere, Francesco il palmologo che prova a sconfiggere il famigerato punteruolo rosso, Filippo detto "Il Bob De Niro di Nocera", Xsenia il principe, Gaetano attore di fotoromanzi e Cesare l'anguillaro (pesca anguille nel Tevere).

Un film che ha richiesto molto tempo, quasi tre anni di lavorazione e riprese. "Sì, con budget contenuto e con grande paura da parte del produttore che all'inizio talvolta mi chiedeva "Stai girando?" e io rispondevo di sì", ha raccontato il regista Gianfranco Rosi, "In realtà stavo girando intorno al raccordo perché nei primi sei mesi ho preso confidenza con i luoghi e le persone, il tempo necessario per avvicinarsi. Il raccordo è un pretesto narrativo, un luogo privo di identità dove ho trovato tessuti di umanità". 'Sacro GRA' è il primo documentario a partecipare al Concorso del Festival di Venezia. "Ringrazio il direttore Barbera per l’attenzione e il coraggio mostrati avendo messo in Concorso il mio film", ha detto il regista, "Non c’è nessuna differenza tra finzione e documentario, si tratta sempre di drammaturgia e dunque ogni storia ha un suo modo di essere narrata".

Sempre in Concorso, presentato il francese 'La Jalousie', di Philippe Garrel. Con Luis Garrel e Anna Mouglalis.

Storia molto classica, il trentenne Louis (Garrel), attore teatrale, che lascia la moglie per Claudia (Mouglalis), una ex attrice. Innamorati l'uno dell'altra vanno a vivere in una mansarda, in povertà, ma il carattere di Claudia e le continue tentazioni metteranno a dura prova la loro relazione.

La storia di un uomo e una donna insomma. "Comunicare tra uomo e donna è una cosa difficile, e insieme una delle più interessanti di oggi", commenta il regista Philippe Garrel, "L'arte è potersi liberare e darsi allo studio della comunicazione fra uomini e donne, anche se forse sarebbe meglio separare: donne con donne, uomini con uomini. Quando si vive una situazione amorosa non c'è obiettività, ma l'impronta dell'emozione. Forse qui sono un po' cattivo nei confronti delle donne, forse lotto contro la mia misoginia, come tutti gli uomini, e forse qui non sono stato un campione". L'attrice Anna Mouglalis invece parla dell'abbandono, uno dei temi del film: "Nessuno è colpevole, tutti si feriscono reciprocamente in una storia d'amore ma senza farlo apposta". Mentre Luis Garrel ci scherza: "Chi è che non trova colpa nella donna che ti lascia?".
Il film è stato girato in bianco e nero e c'è stato molto spazio per l'improvvisazione. "L'ho fatto in velocità, captando e mettendo insieme tante cose", ha detto il regista.

Ancora Concorso con 'Jiaoyou' ('Stray Dogs'), del regista malese Tsai Ming-liang, già vincitore del Leone d'Oro nel 1994.

La storia di un uomo che con i suoi figli vaga nelle periferie della moderna Taipei, cercando di mantenere insieme la propria famiglia.

"Racconto la storia di un buono a nulla, le uniche presenze nella sua vita sono i suoi due bambini e sullo sfondo c'è una città che è diventata una discarica per cani randagi", ha dichiarato il regista che con la sua telecamera segue il protagonista per 138 minuti con scene piuttosto statiche. "Il mio cinema è così", dice Tsai Ming-liang in conferenza stampa, "vede la macchina da presa seguire un personaggio che poi si trasforma, fa un percorso. E noi riusciamo a vedere questo percorso proprio perché è lento. A volte vorrei essere ancora più lento, per me la lentezza è una cosa molto bella". Questo, come annuncia il regista, potrebbe essere il suo ultimo film: "Non so se questo sarà davvero il mio ultimo film ma un po' ci spero e se dovesse essere così sarei soddisfatto. Però credo nel destino e dunque vedremo".

Fuori Concorso invece è stato presentato 'Wałęsa – Man of Hope', di Andrzej Wajda.

La storia dell'incontro fra Lech Wałęsa, ex presidente polacco e premio Nobel nell'83, con la giornalista Oriana Fallaci, incontro avvenuto nel 1981.
Protagonisti Robert Wieckiewicz nei panni di Wałęsa, e una convincente Maria Rosaria Omaggio in quelli della Fallaci.

"Questo film ha il soggetto più difficile che abbia mai affrontato in 55 anni della mia carriera", ha dichiarato il maestro Andrzej Wajda, "Ho ammirato Wałęsa dal primo momento e questo film si rivolge a tutti, ma soprattutto ai giovani, sperando che possano sentire di nuovoil desiderio di partecipare alla vita politica". E Maria Rosaria Omaggio confessa: "Fin dal mio debutto a 16 anni, quando mi chiedevano chi volessi interpretare rispondevo sempre Oriana Fallaci, perché mi piaceva l’immagine conflittuale e contrastante di questa regina degli opposti: una donna fragile che faceva domande da uomo. E tutte le domande riprese nel film sono esattamente quelle dell’intervista originale con Wałęsa". "L’occasione dell’incontro con la Fallaci fu fondamentale perché venne dato a questo personaggio un punto di vista europeo", conclude il regista, "Ma oggi non serve un altro Walesa: è stato un eroe dei suoi tempi, nessun altro poteva fare quello che fece lui".

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