Era possibile fare un classico film su Bond pur spingendo molto sulla modernità?
Sam Mendes non è certo il primo nome che viene in mente quando si parla di dirigere uno 007, ma pur con la forte connotazione autoriale che un regista del genere inevitabilmente attribuisce ai suoi film, Skyfall è senza dubbio un grosso giocattolo d’azione, con tutto ciò che chi va al cinema si aspetta di vedere: azione, pallottole, belle donne e Martini shakerato, non mescolato.
Sono una fan del vecchio Bond, lo ammetto, soprattutto di Sean Connery e difficilmente ho apprezzato i film successivi a “Missione Goldfinger” ed ero davvero scettica riguardo a Daniel Craig, ma se pur sull’attore ero dovuta ricredermi, non avevo amato eccessivamente né Casino Royale né Quantum of solace.
Immaginate quindi la mia ansia quando ho saputo che uno dei registi che mi piacciono di più voleva buttarsi su Bond, avendo a disposizione quello che per me è il miglior 007 dopo Connery (e qui, forse, qualcuno avrà da ridire, lo so) ed un cast così istrionico.
Mendes fonde la sua personale visione, fatta di contrasti cromatici, con quello che è un continuo rimando citazionistico al classico, con più di una strizzatina d’occhio ai fan (da applausi la battuta sulla penna esplosiva di Q, un meraviglioso Ben Wishaw). Le scene a Shangai sono un caleidoscopio di colori, forse eccessivo, ma sicuramente di grande effetto, mentre invece Londra è sempre molto cupa, quasi sbiadita ed i primi piani continui su Daniel Craig e Judi Dench accentuano la sensazione crepuscolare e malinconica di un mondo, quello dello spionaggio e del grande mito di 007, magari al declino, ma sempre affascinante.
In tutto questo si inserisce il personaggio di Javier Bardem, psicopatico e malinconico, sempre al limite tra equilibrio ed eccesso. A volte troppo caricaturale, quasi un cattivo da cartone animato, ma anche lui molto “vecchio stile” e la performance straordinaria di Bardem dà vita a uno dei migliori villain di Bond e ci regala un faccia a faccia che sono sicura rimarrà nella storia del cinema.
In ultimo, mi sembra doveroso nominare i meravigliosi titoli di testa: la canzone di Adele è splendida e accompagna un serie di immagini evocative che ricordano quasi un quadro di Warhol.
In sostanza, si può dire che Skyfall sia il più classico dei Bond moderni, non è un capolavoro, questo no, ma è davvero un gran film che si apprezza anche di più a una seconda visione
*Chiara*
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