lunedì 3 settembre 2012

Festival di Venezia - Giorno 6

Al Lido ancora tiene banco il film di Malick e la sua possibile presenza in incognito (in realtà non c'era). I critici si sono divisi a metà e oggi c'è chi pubblica recensioni che inneggiano al capolavoro assoluto e chi invece lo bolla come "boiata", e lo prende anche un po' in giro.

Intanto oggi è il giorno di un habitué, il regista giapponese Takeshi Kitano che ha presentato in Concorso la sua ultima fatica, 'Outrage Beyond', sequel del film del 2010 (presentato a Venezia) 'Outrage'.

Avevamo lasciato Otomo che si era consegnato spontaneamente alla polizia dopo essere stato incastrato dai alcuni membri della yakuza. Questo film inizia due anni dopo. Otomo sta per uscire dal carcere con la condizionale grazie ai magheggi di un agente di polizia corrotto. In questi due anni gli uomini che lo avevano incastrato hanno conquistato posizioni di rilievo nell'organizzazione criminale oppure si sono ritirati. Grazie all'aiuto di nuovi alleati Otomo cercherĂ  la sua vendetta.

Kitano, per la prima volta nella sua carriera realizza un sequel. Il film non ha convinto tutti. La pellicola non ha sorpreso e non ha entusiasmato piĂ¹ di tanto, non fa altro che ripercorrere temi giĂ  ampiamente esplorati dal regista e senza quel tocco intimo che aveva caratterizzato molti suoi film. E' un film per gli amanti del genere. Kitano perĂ² è personaggio amato e ha ricevuto applausi prima e dopo il film. Lo stesso regista ha parlato di un cambiamento nel suo modo di fare film: "Nei miei film racconto il Giappone. Da un po' di tempo ho eliminato gli elementi domestici e intimi, l’introspezione dalle mie storie per ricercare un taglio piĂ¹ rivolto all’intrattenimento. Vorrei lavorare su film di natura piĂ¹ artistica, ma non sempre mi è possibile". E alla domanda se cederĂ  mai alla tentazione di girare un film in 3D come tanti suoi colleghi, ha risposto: "Il 3D va bene solo per i film erotici e porno".

Altro film in concorso presentato oggi è 'Après Mai' di Olivier Assayas. Il film racconta il maggio 1971, la Francia, e in particolare Parigi, dopo la rivoluzione del '68, e la voglia di ribellione dei giovani.

"Avevo giĂ  raccontato la mia adolescenza nel ’94 con L’eau froide, ma in maniera piĂ¹ astratta. Qui lo faccio affrontando una dimensione diversa" ha detto Assayas, che ha poi aggiunto: "Il film rende omaggio all’indipendenza espressiva di quel periodo. A un certo punto avrei voluto mettere un cartello con scritto “RIP 70′s Undreground” perchĂ© quelle spinte oggi si sono spente. [...] Non ho realizzato questo film per dare un messaggio ai giovani di oggi o impartire lezioni. Non penso che il cinema sia un mezzo di informazione, piuttosto una forma d’arte che puĂ² rappresentare le contraddizioni di un’epoca per poi perĂ² lasciare al pubblico la sua interpretazione. Non ho mai avuto la volontĂ  di informare con i miei film e sarebbe un inganno chiedere questo al cinema". Il film è stato accolto da applausi, convincendo abbastanza.

Presentato fuori concorso un film che mette in guardia sul rapporto tra i giovani e i social network, interrogandosi sui rischi che corrono in rete e sull'uso sbagliato che molti ne fanno. E' 'Disconnect' diretto da Henry Alex Rubin, regista di documentari alla prima prova con un film. Nel cast Frank Grillo, Andrea Riseborough, Paula Patton, Alexander Skarsgard e Michael Nyqvist.
Il film non è un attacco a Facebook o Twitter, come ha precisato il regista in conferenza stampa: "Lui [Zuckerberg] non ha ancora visto il film, voi siete i primi, abbiamo finito il motaggio giovedì. Ma speriamo che non se la prenda: la critica è rivolta agli squilibri familiari, piĂ¹ che alla rete in sĂ©".



Frra

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