martedì 4 settembre 2012

Festival di Venezia - Giorno 7

Settimo giorno e giĂ  si cominciano a tirare le somme sul Festival. All'appello ancora mancano dei film importanti ma alcuni giornalisti giĂ  parlano di edizione sottotono, sottolineando la mancanza delle star, che magari spesso sono superflue ma che comunque danno visibilitĂ  e suscitano interesse nel pubblico medio.

Oggi perĂ² è il giorno di un importantissimo autore, Kim Ki-duk, che porta al Festival il film 'PietĂ '. Accolto con grandi applausi e ottimi commenti, il film potrebbe dire la sua per un premio. E non sarebbe certo il primo per il regista coreano.

Kang-do è il violento mastino di un usuraio, usa tutti i mezzi possibili per riscuotere soldi dai debitori. Un giorno conosce una donna piĂ¹ grande che gli rivela di essere la madre che lo ha abbandonato da piccolo. La donna si avvicina al figlio senza preoccuparsi del lavoro del figlio e della sua cattiveria. Il percorso di riavvicinamento è doloroso e violento. Lentamente perĂ² il loro rapporto cambia e Kang-do comincia a vedere la donna e se stesso in modo diverso.

Kim Ki-duk torna alle storie di fiction e arriva a definire questo film "commerciale" - per i suoi standard, in realtĂ  non ha nulla di commerciale. Dentro ci sono molti temi cari al regista, il dolore, il cambiamento, il sacrificio, senso di colpa, vendetta, tutto visto attraverso immagini dure, crude e allo stesso tempo poetiche, esteticamente belle e mai fuori luogo. Ottimi i due interpreti.
In conferenza stampa Kim Ki-duk ha dedicato il film "a tutta l’umanitĂ , smarrita nella difficile e profonda crisi del capitalismo", e ha spiegato la locandina, che riprende la celebre statua di Michelangelo, "la Vergine che stringe il figlio perduto, come metafora di un abbraccio di comprensione e condivisione di un dolore collettivo".
Kim Ki-duk, insomma, sembra in odore di Leone.

Presentato alle Giornate degli Autori, il film italiano 'Acciaio', tratto dall'omonimo romanzo di Silvia Avallone. Nel cast Michele Riondino e Vittoria Puccini. La storia è ambientata a Piombino, tra i lavoratori della acciaieria. Il film non ha convinto del tutto, è stato definito "un po' troppo pesante".



Frra

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