domenica 10 marzo 2024

Maestro - la recensione

Seconda prova alla regia per Bradley Cooper, che con Maestro alza il tiro su tutti i fronti per raccontare la storia del grande compositore Leonard Bernstein.

New York, il 25enne Leonard Bernstein viene svegliato di colpo da una telefonata in cui gli viene comunicato che dovrà sostituire il direttore della New York Philharmonic alla Carnegie Hall. È il primo grande passo per la carriera di quello che diventerà il "primo vero grande direttore d’orchestra americano". Pochi anni più tardi conoscerà l'attrice Felicia Montealegre e, nonostante Bernestein sia omosessuale, ne rimane affascinato e finirà per sposarla lasciando definitivamente il suo amante David Oppenheim. Felicia accetta la doppia anima di Leonard, con la consapevolezza che è parte di lui, del suo genio.
Salto di diversi anni, Bernstein è uno dei compositori più apprezzati del paese, ha scritto musical di grande successo, come West Side Story, grandi composizioni, e la famiglia si è allargata con tre figli. Felicia però sopporta sempre meno i continui tradimenti del marito con giovani ragazzi che vanno ad alimentare il gossip sulla loro vita.

Maestro è un film che due mostri del Cinema come Martin Scorsese e Steven Spielberg, entrambi produttori, hanno "affidato" a Bradley Cooper, e va detto che guardando il film si avverte come l'attore ci abbia davvero messo tutto sé stesso nella realizzazione della pellicola. Forse ci ha messo anche troppo. Come regista, Cooper fa sicuramente un grosso passo avanti rispetto al sopravvalutato A Star is Born, osa di più nelle scelte e si fa più elegante nelle riprese, ma spesso esagera e perde un po' il controllo, un problema che si ritrova anche nella sua interpretazione.
Nonostante il titolo lo lasci intendere, Maestro non racconta la carriera artistica di Leonard Bernstein ma si concentra tutto sul rapporto molto complesso con la moglie, e i momenti musicali sono appunto momenti che si fanno largo qui e là nel racconto della vita della coppia. Il film è diviso in due parti che riflettono proprio le due fasi del suo matrimonio con Felicia, la prima parte è in bianco e nero e rappresenta il momento più felice nella vita e nella coppia, la seconda invece è a colori e racconta i momenti più difficili. Una scelta ambiziosa che alla fine funziona, a funzionare meno invece è la scelta del formato 4:3, soprattutto perché va a penalizzare una fotografia molto bella che avrebbe decisamente meritato lo schermo pieno.

Bradley Cooper tuttofare, regista, co-sceneggiatore, e protagonista. L'interpretazione dell'attore è altalenante, si è calato profondamente nel personaggio, movenze e voce (da vedere in lingua originale), Cooper ci mette davvero tanto ammirevole impegno per diventare Bernstein, ma spesso finisce col perdere l'equilibrio dell'interpretazione ed eccedere nelle espressioni e nei movimenti esagerati. Esattamente opposta invece l'interpretazione di Carey Mulligan, l'attrice riesce sempre a mantenere l'equilibrio e a supportare, fisicamente e vocalmente, la trasformazione del suo personaggio, che passa dalla positività della giovinezza alla sopportazione, la delusione, il dolore degli anni successivi. La performance dell'attrice è probabilmente la cosa migliore del film. Il resto del cast, tra cui Sarah Silverman, Maya Hawke e Matt Bomer, sono puro contorno, tutto è incentrato sulla coppia e nessuno degli altri personaggi viene approfondito.
Tanto si è parlato del trucco sul volto di Bradley Cooper, e probabilmente le critiche sono state un po' esagerate. È vero che il naso e il mento accentuati risultano eccessivi ma più che altro sul volto del giovane Bernstein, mentre è davvero ben fatto il trucco da anziano che trasforma l'aspetto dell'attore in modo molto credibile.

In Maestro si percepisce tutta la voglia di Bradley Cooper di fare un bel lavoro, di osare, di cercare il colpo di macchina e l'originalità, ma promette cose che poi non mantiene, soprattutto non racconta la carriera e il genio di un compositore che ha fatto la storia della musica, e forse avrebbe dovuto visto che era l'aspetto più interessante da raccontare. Il problema del "Bradley Cooper regista" è che sembra sempre troppo impegnato a cercare il capolavoro a tutti i costi e questo finisce per pesare sul risultato finale.

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