lunedì 29 gennaio 2024

Povere Creature! - la recensione


Dopo il Leone d'Oro al Festival di Venezia, e dopo aver ottenuto ben 11 candidature agli Oscar 2024, sbarca in sala anche in Italia Povere creature! il nuovo atteso film del regista greco Yorgos Lanthimos
Se si è un minimo familiari con la filmografia precedente del regista, da La Favorita a The Lobster, si sa già che questa commedia è ben lontana dall'essere semplicemente divertente o brillante, ma vira molto più sul grottesco e sull'eccessivo da ogni punto di vista, che sia sessuale o più semplicemente visivo, quindi è bene essere preparati.

Tratto dall'omonimo romanzo del 1992, Povere Creature è una riscrittura al femminile di Frankenstein a cui Lanthimos non riesce a resistere e che è perfetta per il suo stile così peculiare. Bella Baxter (Emma Stone), creata dal mostruoso medico Godwin, è la protagonista di un racconto di formazione e di scoperta di sé che passa dalla liberazione sessuale in cui i due uomini nel film, Duncan (Mark Ruffalo) e Max (Ramy Youssef), rappresentano un po' due tappe necessarie e in qualche modo opposte, ma anche una liberazione intellettuale incarnata dalla scoperta del mondo e del posto che ognuno di noi vi occupa. Bella, donna con il cervello di una neonata, riesce a essere veramente libera da ogni convenzione sociale e solo così può esprimere davvero se stessa, senza limiti e senza pudori.
Il film non potrebbe essere ciò che è se non ci fosse dietro anche un grandissimo lavoro estetico e visivo ad opera tanto del regista quanto di scenografi e costumisti, con un 'ambientazione veramente perfetta, colorata, steampunk e allo stesso tempo onirica. Le inquadrature storte e i grandangoli che caratterizzano la regia di Lanthimos completano il quadro richiamando, spesso anche in maniera didascalica, film espressionisti e in particolare Metropolis di Fritz Lang, che viene citato apertamente in almeno due occasioni durante la pellicola. Non mancano anche i richiami ad artisti più recenti, come il Terry Gilliam di Brazil e il Tim Burton di Edward mani di forbice. Anche la colonna sonora è perfetta nel costruire queste atmosfere.

Emma Stone giganteggia come Bella Baxter, la sua interpretazione è magnetica ed è veramente difficile non rimanere incantati da lei, dalla sua ingenuità prima, dalla sua acutezza dopo. Un grandissimo lavoro anche sul corpo, da porte dell'attrice, che sembra avere già l'Oscar in mano.
Se sembra scontato citare un sempre grande Willem Dafoe, non lo è però sottolineare l'ottimo lavoro di Mark Ruffalo, che senza paura gioca moltissimo con la sua fisionomia e il suo fisico per creare un personaggio patetico e ridicolo che era facile far sfociare nella macchietta e basta ma che invece lui è bravissimo a mantenere sempre sul limite senza farglielo mai attraversare. Anche per lui una nomination all'Oscar più che meritata.

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