È uscito direttamente su Netflix il film The Good Nurse, con Jessica Chastain e Eddie Redmayne protagonisti, che racconta la storia di uno dei serial killer più prolifici degli Stati Uniti.
New Jersey, 2003, al Somerset Hospital lavora l'infermiera Amy (Chastain), sola con due figlie e una malattia cardiaca che sta peggiorando. Ad aiutarla nei pesanti turni di notte in terapia intensiva, c'è il suo nuovo collega Charlie Cullen (Redmayne), arrivato all'ospedale dopo averne girati ben nove. Charlie fin da subito si mostra calmo e gentile, soprattutto verso Amy, con cui stringe una sincera amicizia. In terapia intensiva però alcuni pazienti muoiono in modo sospetto. La polizia indaga, la direzione dell'ospedale cerca di coprire i fatti, mentre Amy inizia a sospettare di Charlie e sarà proprio lei ad indirizzare la polizia verso una sconvolgente verità.
Una storia decisamente inquietante, in particolare sotto due punti di vista. Charlie Cullen è un personaggio che mette i brividi, un "angelo della morte" che ha provocato il decesso di almeno una trentina di pazienti accertati, ma che si sospetta possano essere addirittura 400, ed è proprio la sua calma, la pacatezza, la sua totale assenza di empatia a fare paura, il suo essere assolutamente normale e crudele. Se da una parte Charlie provoca inquietudine come persona, dall'altra si prova rabbia a pensare quanti sapevano e non hanno parlato, quanti ospedali hanno preferito nascondere tutto sotto al tappeto invece di fermare un assassino. Tutto il senso di una vicenda che impressiona e inquieta, è rinchiuso nella frase che Charlie dice ad Amy quando lei gli chiede il perché delle sue azioni: "Non mi hanno fermato". Il sistema non lo ha fermato e lui ha ucciso semplicemente perché poteva farlo.
L'inquietudine che pervade la storia dall'inizio alla fine è ben rappresentata dalla regia poco mobile di Tobias Lindholm che offre inquadrature molto "tagliate", e da una fotografia fredda, grigia, buia, che suggerisce bene un'atmosfera claustrofobica, carica di sofferenza e allo stesso tempo asettica da ospedale. Visivamente il film fa il suo, è concreto, senza fronzoli, questo nonostante un ritmo non proprio incalzante. Il film ha un andamento che manca di un vero picco, crea tensione senza mai farla sfociare, ma più che un difetto vero e proprio, si tratta di una precisa scelta narrativa, la voglia di non diventare un puro "crime", o un thriller, di non cedere all'enfasi, e lasciare ai due protagonisti lo spazio per muoversi e creare la storia.
Il vero punto di forza del film infatti sono proprio le interpretazioni di Jessica Chastain e Eddie Redmayne, davvero ottime, tengono perfettamente sulle spalle le due ore di durata. Entrambi mai sopra le righe, sempre al servizio della parte, il loro è un duetto e un duello, Jessica Chastain riesce a trasmettere tutta la sua umanità, il conflitto emotivo che la attraversa e si trasforma durante la storia, mentre dall'altra parte Eddie Redmayne riesce ad essere gentile e freddo, affabile ma dallo sguardo vuoto, inquietante nella sua ambiguità e nei suoi piccoli momenti di rabbia, trattenuti e limitati a pochi brevi secondi.
The Good Nurse è un film ben fatto, ben girato, e soprattutto ottimamente interpretato.
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