Il primo Top Gun è stato un cult tale da lanciare veri e propri stili iconici: la giacca di pelle, i Ray-Ban, per non parlare del sorriso sfacciato di Tom Cruise, tutti elementi che hanno segnato un'epoca (gli anni '80). e sono andati oltre, causando anche un boom di arruolamenti nella marina militare, che usò il film come vero e proprio marketing.
Fare un sequel di un simile cult dopo 36 anni era pericoloso e rischiava di schiantarsi contro la montagna della nostalgia fine a se stessa. Ma quando Tom Cruise decide di metterci la faccia, di nuovo, e torna a bordo del suo caccia F-14, non lo fa a caso. Trentasei anni dopo, ha qualche ruga in più e uno strapotere che lo ha innalzato a ultima vera star hollywoodiana, capace di arrivare sul red carpet pilotando un elicottero, lanciarsi dai palazzi e pilotare un vero caccia all'interno del film, incassando milioni di dollari al botteghino, senza mai perdere il sorriso sfacciato che sfoggiava nel primo, mitico, Top Gun del 1986.Il sequel è ben consapevole di tutta la responsabilità e i rischi che si porta dietro e, ben lontano dall'essere una pura e semplice operazione nostalgia, si dimostra un film più maturo, equilibrato e in definitiva migliore del suo predecessore. Il tempo che separa i due film viene sapientemente sfruttato per parlare di scelte di vita, rimpianti e paternità, riportando Maverick, vecchia gloria ma considerato ormai quasi un pezzo da museo dai suoi stessi superiori, a dover fare da istruttore alle nuove reclute dei top gun, fra cui il figlio del mai dimenticato Goose, con tutto il peso del senso di colpa che grava sul personaggio di Cruise e sul rapporto padre-figlio che ne consegue. Una profondità che la pellicola patinata anni 80 non possedeva, più impegnata nell'essere un enorme spot di virilità e sul versante prettamente romantico.
Non mancano però i momenti in cui i vecchi fan sentiranno un brivido lungo la schiena, a cominciare dalle note di apertura dell'inconfondibile "Danger zone" di Kenny Loggins, fino al tema musicale iconico qui ripreso dal grande Hans Zimmer.
Con una trama solida, attori in parte e sequenze d'azione mozzafiato, Top Gun: Maverick dimostra che per fare grande Cinema, in fondo, non c'è bisogno di arzigogoli di trama o bieco fan service, basta il cuore, quello che il suo protagonista infonde nel progetto in ogni sua parte e che traspare in ogni scena. Un film che, come lo stesso Tom Cruise, fa bene al Cinema.
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