sabato 6 luglio 2013

'The Lone Ranger' - la recensione

Dai microfoni radiofonici degli anni '40 alle sale cinematografiche dei giorni d'oggi, il Ranger Solitario torna vivo e vegeto nell'immaginario collettivo grazie a Gore Verbinski e a un grande cast tecnico e attoriale. Ma sono riusciti a creare qualcosa degno di nota?! Forse.


Potremmo definire The Lone Ranger un “onesto blockbuster imperfetto” che non ha la presunzione di essere considerato un capolavoro e che per questo merita di esser visto senza grandi pretese e aspettative.
Gore Verbinski non è nuovo a questo genere, già con Rango (premio Oscar per miglior film d'animazione) aveva dato prova di saperci fare molto bene con il western, e fortunatamente con The Lone Ranger ha confermato questo talento.
Scenari primordiali e polverosi meravigliosi, una fotografia incantevole e piena di malinconia, sovrastata da una colonna sonora leggermente sottotono per Hans Zimmer ma pur sempre adatta al genere, e infine una cornice narrativa interessante e non del tutto tradizionale. Insomma, la base per un ottimo film c'è.


Come in Rango, i personaggi sono caratterizzati molto bene, anche grazie al cast vario ed equilibrato. Il duo Armie Hammer/Johnny Depp funziona molto bene, a detta di molti che non erano affatto convinti della scelta dei due attori. Armie Hammer molto divertente e con un grandi tempi comici (dote che avevamo giĂ  intravisto in Biancaneve di Tarsem Singh). Johnny Depp cerca in tutti i modi di non cadere nel suo stesso personaggio e per gran parte del film ci riesce, si ha davvero l'illusione di un indiano d'America bizzarro e criptico ma verso la fine, inevitabilmente, rivela il suo lato oscuro da “Jack Sparrow” confermando la macchietta che continua a portarsi dietro da anni. Degna di lode Helena Bonham Carter, che pur non avendo una parte particolarmente estesa, riesce a dare qualcosa in piĂ¹ alla pellicola e al suo personaggio, ovviamente “freak”. Leggermente sottotono invece Tom Wilkinson messo un po' in ombra dal cattivo William Fichtner che invece riesce ad essere disgustoso e immorale al punto giusto.

Tecnicamente c'è, visivamente anche, il cast è ottimo, e allora cos'è che non va in The Lone Ranger? Il problema probabilmente è che spesso durante il film ci vengono in mente situazioni già viste, soprattutto nella trilogia piratesca di cui Verbinski è il padre. Alcune dinamiche inverosimili sono identiche a quelle dei Pirati dei Caraibi (escluso La Maledizione della Prima Luna) e come nella trilogia sono il punto debole. Nel suo primo western in live action, Verbinski ripete purtroppo i suoi precedenti errori riuscendo, in alcuni punti, ad annoiare lo spettatore medio.

In definitiva, il film riesce nell'intento di trasportare lo spettatore in un avventura piena di humor e azione in perfetto stile Disney, evidenziando bene anche la morale di fondo “la giustizia non esiste”, piĂ¹ o meno condivisibile. E chissĂ , se gli incassi al botteghino andranno bene, potremmo vivere nuove avventure insieme a Tonto e al Ranger Solitario.


Mat

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