Appena inizia il film ci ritroviamo immersi nella "nuova" dolce vita di Roma, con Jep Gambardella e tutti i suoi "amici" presi dalle feste mondane e da notti passate a chiacchierare per ore del più e del meno, senza in realtà raccontare nulla.
Il film è estremamente snob, ed è così che deve essere. I discorsi borghesi tra i vari personaggi, citando alle volte i grandi autori del passato, sono parole che agli occhi di persone "normali" risultano impersonali e vuote, così come coloro che le pronunciano.
Un bravissimo Toni Servillo, non poteva essere che lui ad interpretare il personaggio di Jep, sempre pronto ad interpretare qualsiasi ruolo gli viene proposto, senza essere mai banale.
Le sue battute ciniche nascondono un velo di tristezza e rimpianto per il passato, il suo primo (e forse unico) amore perduto e il non riuscire più a scrivere, facendo passare i giorni così, tra una festa e l'altra, una donna dopo l'altra.
Quella che mi ha sorpreso di più è Sabrina Ferilli, che fuori dai vari "cinepanettoni" è una bravissima interprete, capace ci catturare l'attenzione dello spettatore in un ruolo che sembra le sia stato cucito addosso, molto spontanea, a tratti intensa e un po' cafona quando serve.
In generale tutto il cast si è comportato bene, Carlo Verdone e Carlo Buccirosso sono ormai una garanzia, brava anche Pamela Villoresi.
Altra grande protagonista del film è Roma, città che a detta dei personaggi è perfida, ti mastica e ti consuma velocemente, per poi sputarti via con altrettanta velocità se non riesci a dire o fare tutto al momento giusto. Eppure, nelle immagini che ci propone il regista, Roma ci appare bellissima e silenziosa, nonostante il frastuono delle feste, i palazzi, le strade e i monumenti storici, sono al di fuori di tutto quello che succede. Il tutto legato da una bellissima colonna sonora, che si alterna tra musica "coatta" delle feste, e dolci sinfonie che accompagnano Jep in solitudine per le strade.
Lòisa
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