martedì 21 novembre 2023

The Killer - la recensione

Presentato al Festival di Venezia 2023 e ora disponibile su Netflix il nuovo film di David Fincher, The Killer, adattamento di una omonima serie a fumetti scritta da Matz e illustrata da Luc Jacamon.

Un meticoloso killer su commissione è in attesa del suo bersaglio in un edificio semiabbandonato di Parigi. Il killer mal sopporta le attese e occupa il suo tempo con stretching, yoga, musica in cuffia e un giro da McDonald. Quando finalmente il suo bersaglio si presenta, per uno sfortunato caso, lui fallisce la missione. Scappa e torna nella sua casa a Santo Domingo, dove scopre che la sua compagna è stata brutalmente aggredita. È la conseguenza del suo errore. In quel momento il killer decide di risalire ai colpevoli di quella aggressione, continuando ad applicare il suo rigido codice di comportamento.

The Killer è un thriller volutamente asettico su un assassino spietato, estremamente freddo e pragmatico. La trama non brilla per originalità ma a fare il film è il suo personaggio principale, che ci viene presentato nella sua routine in attesa di uccidere, un modo per farci conoscere le manie e la precisione di un uomo che segue un suo codice molto preciso che riesce ad applicare con grande abnegazione perché, come sentiamo dalla sua voce fuori campo che accompagna tutto il film, sostanzialmente "non gliene frega un caz*o" degli altri. La regia di David Fincher è pulita e lineare, precisa e meticolosa tanto quanto il suo protagonista. In particolare nel film spicca una lunga scena di lotta, molto fisica, realistica, tra le più belle viste negli ultimi anni. Molto belle anche le musiche, firmate da Trent Reznor e Atticus Ross.

Protagonista, e letteralmente presente in ogni istante del film, un ottimo Michael Fassbender, che riesce a trasmettere la freddezza e la spietatezza totale del suo personaggio. Pochi minuti ma di grande impatto per Tilda Swinton, a cui basta davvero poco per prendersi la scena.

Tutto bene quindi? No. David Fincher sceglie un finale che ha diviso molto pubblico e critica, tra chi ci ha visto una metafora della società contemporanea, chi lo vede come un colpo di genio che si pone in antitesi ai thriller d'azione classici, e chi invece è semplicemente rimasto insoddisfatto. Il film, grazie soprattutto alla sua divisione in capitoli, ci porta in un percorso a tappe: la missione fallita, l'aggressione, l'inizio della vendetta, trovare il primo nome sulla lista, poi il secondo, e infine la persona dietro a tutto. Il difetto del film - che per alcuni invece è il suo punto di forza - è che tutto questo crescendo si conclude in niente. Alla fine si resta con la sensazione di aver assistito ad un film tecnicamente perfetto, freddo ma coinvolgente, con un bel personaggio protagonista, e un crescendo ben strutturato che promette tanto ma non esplode mai, non sfoga, che in sostanza non ha una conclusione, e questo lascia un senso di insoddisfazione.

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