venerdì 16 giugno 2023

Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo - la recensione

Disponibile su Netflix dal 9 giugno, Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo, la nuova serie scritta da Zerocalcare.

C'era grande attesa intorno alla nuova serie scritta da uno dei fumettisti più apprezzati degli ultimi anni, un'attesa divisa tra chi non vedeva l'ora e chi invece lo aspettava al varco per stroncarlo dopo il grande successo della bellissima Strappare Lungo i Bordi. Chi far parte del secondo gruppo dovrà rassegnarsi perché Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo è un'altra perla firmata Zerocalcare.

Non è il sequel di Strappare Lungo i Bordi, non è la continuazione di quella storia, anche se ci sono dei riferimenti e gli effetti di quella serie, ma è una storia tutta nuova che per tematiche e argomenti affrontati, si avvicina di più alle sue graphic novel. È un racconto molto più politico, sociale, senza però distaccarsi dal suo stile, dal suo umorismo, e dalle citazioni pop/nerd seminate ovunque, nei dialoghi, nelle scene e sullo sfondo.

La serie è ambientata a Rebibbia, quartiere periferico di Roma, dove a scuotere gli animi è l'arrivo di un gruppetto di migranti in un centro accoglienza. La loro presenza attira gruppi nazisti (perché chiamarli fascisti ormai non fa più effetto), che tappezzano i muri delle strade con manifesti con slogan come "No alla sostituzione etnica" e "l'Italia agli italiani" per far alzare ancora di più la tensione, mentre nel quartiere si inizia a sentire aria di scontri violenti. La presenza di questi individui infastidisce uno Zerocalcare alle prese con gli impegni dovuti al successo della serie Strappare Lungo i Bordi, ma a scuoterlo è anche il ritorno di Cesare, un vecchio amico d'infanzia tornato dopo 20 anni passati in comunità. Vorrebbe aiutarlo, ma Cesare sembra ormai una persona molto diversa, molto lontana da lui, forse troppo.
Una storia che ha molte storie dentro che corrono parallele, quella di un quartiere pronto ad esplodere nell'indifferenza della politica e delle forze dell'ordine, che va ad incrociarsi con una storia di amicizia sospesa e impantanata tra diecimila problemi della vita che sembrano irrisolvibili.

La serie assesta dei pugni allo stomaco che non lasciano indifferenti su temi rischiosi da affrontare in un paese come l'Italia. La critica sociale è molto dura, non bisogna per forza conoscere il quartiere di Rebibbia per capire cosa succede perché quel quartiere potrebbe essere la periferia di qualsiasi città d'Italia, un paese che, come canta Giancane nella sigla, è un "Paese meraviglioso" dove i ponti crollano, navi affondano, diritti muoiono e ministri applaudono ed "è tutto stupendo, basta non tocchi a me". Il racconto di quello che accade del suo quartiere, dove ancora oggi vive, è molto schietto e duro contro chi abbandona e sfrutta le periferie, cioè quei luoghi dimenticati dove i politici si precipitano a fare campagna elettorale per poi sparire, dove vengono "scaricati" problemi che creano tensione che poi quegli stessi politici usano per alimentare i propri slogan. In questo senso, divertente e amara la descrizione che fa della composizione del municipio, con la raffigurazione in forma animale delle diverse anime politiche in cui non salva nessuno. La critica sociale non è solo "di massa", sul quartiere, perché quello che succede va ad impattare sulla vita delle persone, ad esempio su Cesare, rappresentazione di come il malcontento e il senso di sconfitta possono covare dentro qualcuno fino a rovinarlo, di come questo possa spingere verso l'estremo fino a renderlo irrecuperabile, o anche sul comportamento di Sarah, costretta dalla sua realtà ad andare contro il proprio credo. Non manca una parte in cui Zerocalcare parla di sé e dei suoi cambiamenti, in cui prende in giro e si prende in giro, anche sull'assurda polemica che è seguita a Strappare Lungo i Bordi, sul suo modo di parlare per qualcuno esageratamente incomprensibile quasi al livello di una lingua straniera.

Il talento di Zerocalcare si conferma ancora una volta nella capacità di raccontare storie che racchiudono tanti temi diversi, personali, sociali, politici, che a loro volta portano a riflessioni profonde, spesso dolorose, sulle insicurezze, l'inadeguatezza, a volte l'impotenza davanti a certi eventi, il tutto con un tocco che unisce divertimento e dramma, ma soprattutto umanità. È un attimo passare dalle battute alle riflessioni più profonde, dalle risate alle lacrime, e a volte le due cose accadono insieme, questo perché i suoi personaggi, compreso l'immaginario amico Armadillo (doppiato ancora una volta da Valerio Mastandrea, che stavolta non è l'unica voce famosa), sono vicini a noi, sono simili a noi, sono persone che potremmo conoscere e in cui ci riconosciamo facilmente. Zerocalcare ha il pregio di saper raccontare in modo semplice, con calore e colore, vita vera ma riportata in formato animato.
Alla fine di tutto si capisce il senso del titolo della serie, tutti i problemi, grandi e piccoli, personali e sociali, ci mettono davanti ad una sfida difficile da affrontare, quella di cercare di non perdersi, fare in modo che questo mondo non ci renda cattivi.

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