giovedì 4 novembre 2021

The Guilty - la recensione

Nel 2018 usciva nei cinema europei il film danese Il Colpevole di Gustav Möller, nel 2021 è il regista Antoine Fuqua a firmare il remake americano, prodotto e interpretato da Jake Gyllenhaal e disponibile su Netflix.

Los Angeles è in piena emergenza incendi, Joe Baylor (Gyllenhaal) è un poliziotto "prestato" al turno notturno del centralino del 911 dopo essere stato sospeso dal servizio in strada. Joe è molto stressato, quasi rabbioso, vive un momento difficile in famiglia, odia lavorare al centralino, e la mattina dopo lo aspetta il processo per decidere sul suo futuro da poliziotto. La nottata procede tra le continue chiamate di gente in difficoltà o con problemi di vario genere, fino a una telefonata in particolare, quella di una donna, Emily, che finge di parlare con la figlia e gli fa capire di essere stata rapita. Joe intuisce che la situazione è serie e che deve agire in fretta per trovare quella donna e salvarla.

Girato in piena pandemia, Antoine Fuqua e lo sceneggiatore Nic Pizzolatto (True Detective) riprendono la forma e la struttura del film originale senza cambiare più di tanto, ma adattandola al contesto degli Stati Uniti, con i devastanti incendi di Los Angeles a creare un quadro e a definire il momento, e i fatti di cronaca relativi alla polizia USA a caratterizzare il background del protagonista. La particolarità della storia è che si svolge tutta in un solo spazio e vede praticamente un unico personaggio interagire con delle voci al telefono, una situazione che porta tensione alla storia ma che va maneggiata con grande sapienza per riuscire a riempire ogni spazio. The Guilty lo fa ma non sempre, nel film si riscontrano i problemi più ovvi che una storia impostata in questo modo può portare, ha momenti in cui l'attenzione è al massimo e altri in cui la storia sembra impantanarsi.
Fortunatamente, il film si appoggia sulle spalle larghe di Jake Gyllenhaal, che riesce a tenere la storia in carreggiata ogni volta che sembra iniziare a girare un po' a vuoto. Quella dell'attore è un'interpretazione molto convincente ed emotiva, riesce a trasmettere perfettamente la rabbia repressa ma pronta ad esplodere del personaggio e il coinvolgimento sempre più personale verso quella telefonata che ad ogni squillo cambia, si evolve in una direzione diversa, fino a diventare una specie di specchio in cui lo stesso protagonista trova consapevolezza.
Da vedere, se possibile, in lingua originale, le voci al telefono infatti sono di Riley Keough, Peter Sarsgaard, Ethan Hawke e la partecipazione di Paul Dano.

In The Guilty non funziona sempre tutto ma funziona abbastanza. A mancare maggiormente è forse proprio la mano di Antoine Fuqua, manca il suo timbro, il suo tocco in più, ma è un film che intrattiene bene, perfetto per una serata thriller sul divano, e può vantare un'interpretazione ottima di Jake Gyllenhaal che da sola vale la visione.

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