domenica 26 maggio 2019

Aladdin - la recensione

Aladdin, ennesimo rifacimento in live-action di un classico Disney. Questa volta l'impresa era molto ardua, visto l'affetto del pubblico per il film animato del 1992. I primi materiali promozionali non brillavano di qualità, e anche per questo le aspettative non erano esageratamente alte, anzi.

Guy Ritchie (Sherlock Holmes), tuttavia, è riuscito in qualche modo a sorprendere anche (e forse) i più scettici. Le avventure dello "straccione" più noto del panorama Disney prendono vita in questo lungometraggio in "carne ed ossa", che ripropone la stessa identica storia dell'amato classico con qualche aggiunta e qualche modifica, funzionale all'economia generale della narrazione (con un occhio ai tempi moderni odierni).

Il cast fa il suo lavoro, da Mena Massoud, un Aladdin fresco, sorridente e abbastanza carismatico, fino a Naomi Scott, una Jasmine con le sue passioni e convinzioni, condite da un pizzico di girl power che ben si amalgama allo spirito del suo personaggio. Menzione speciale, ovviamente, per il Genio di Will Smith. Divertente e ben rappresentato, anche visivamente, sul grande schermo. Smith rimane Smith, su quello non ci piove. Non è l'interpretazione della sua vita, ciononostante risulta credibile e ben inserito nel contesto da "notti d'Oriente".

Ciò che tuttavia stona un po' nell'insieme è proprio l'atmosfera "notti d'Oriente", che in questo progetto viene fortemente mixata a elementi "indianeggianti", in maniera quasi del tutto ingiustificata. Della parte tecnica, che presenta questo bizzarro mix, si salvano solo i costumi (e non tutti), colorati e sgargianti. Il secondo punto debole (in parte) è Jafar, interpretato da Marwan Kenzari. Un villain a cui è stato dato un background coerente e lineare, ma che non riesce a riproporre il carisma del malvagio Jafar originale. Un punto per l'impegno, ma avrebbero potuto renderlo più diabolico.



Inutile (o forse no) elogiare la colonna sonora. Nuovo arrangiamento, nuove parole (almeno nella versione italiana) ma stesso spirito. Alan Menken non ha bisogno di presentazioni o particolari elogi. Tuttavia il suo lavoro è sicuramente la punta di diamante dell'intera opera, anche quando va a comporre una nuova canzone dedicata interamente a Jasmine (molto orecchiabile, quasi radiofonica).

Aladdin non aveva delle buone premesse, su questo non ci piove, ma sicuramente, dopo averlo visto, non può non essere inserito tra i "live action" più riusciti finora.

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