mercoledì 16 maggio 2018

Cannes 2018 - giorno 8

Ieri il red carpet stellare di Solo: A Star Wars Story e il passaggio al festival di John Travolta, in giornata protagonista di un incontro con il pubblico, oggi si va avanti con il Concorso, in attesa della presentazione, questa sera, del nuovo film di Matteo Garrone, Dogman.

Presentato in Concorso il film Under the Silver Lake, di David Robert Mitchell, che vede protagonista Andrew Garfield e Riley Keough (entrambi assenti al festival).

Il film racconta la storia di un trentenne (Garfield) disincantato e insoddisfatto che sogna una vita da star. Nonostante la sua vita stia prendendo una brutta piega, con uno sfratto che pende sulla sua testa e il sequestro della sua auto, il ragazzo non ha nessuna voglia di andare a lavorare. La sua monotona vita però si interrompe quando una ragazza, sua vicina di casa (Keough), scompare. Il ragazzo inizierà così una surreale ricerca convinto che dietro quella sparizione ci sia un segreto da scoprire.

Under the Silver Lake è ambientato a Los Angeles, la città di Hollywood, il luogo dove prendono forma film e dove nascono le star. "L'idea per il film è nata mentre mia moglie e io parlavamo delle case sulle colline di Hollywood", ha raccontato Mitchell, "Ci chiedevamo cosa succede veramente lì, dietro quelle finestre?".
Il film è un mix di thriller e commedia, che spesso strizza l'occhio (con le dovute grandi differenze) al cinema di Lynch ed è pieno di riferimenti e citazioni. "La cultura pop è ormai l'unica cultura, un lago in cui tutti ci bagniamo", ha dichiarato il regista, "I film, la musica e le riviste modellano la nostra cultura, ma alcune cose accadono a nostra insaputa, sotto la superficie dell'acqua. Il film ha nel mistero la sua chiave di lettura. Io potrei farvi la lista, lunghissima dei riferimenti cinematografici e musicali, spiegarvi il senso di ogni simbolo o indizio ma non farebbe bene al film. Quel che posso dire è che alla base del film c'è una domanda che riguarda la cultura pop ed è 'credi nell'amore e nell'arte o nei soldi e nel potere'? La risposta è personale".

Accoglienza freddina per il film da parte della stampa.

-
E' francese il secondo film presentato in Concorso oggi, si tratta di En Guerre, diretto da Stephane Brizé.

Al centro della storia il rappresentante sindacale Laurent Amédéo, che si schiera al fianco di 1100 operai contro la fabbrica Perrin, francese ma di casa madre tedesca, che prima chiede ai propri dipendenti di tagliarsi lo stipendio in cambio di un contratto più lungo, poi decide di chiudere e delocalizzare all'estero, lasciando gli operai senza un futuro.

Il film non è tratto da una storia vera ma ha preso ispirazione da diverse realtà. "La mia finzione riflette la realtà", ha dichiarato Stephane Brizé, "un signore, poco prima di entrare in conferenza, mi ha fermato, mi ha stretto la mano, ci ha tenuto a dirmi di essere stato amico di una persona che si è ‘immolata’ nel nome del lavoro. La guerra crea morti".
"Il mio lavoro per il ruolo è stato un atto di schizofrenia, in cui ho creduto davvero", ha invece raccontato il protagonista del film Vincent Lindon, "Ci sono attori che costruiscono e attori che incarnano un personaggio: io ho incarnato Laurent, mi interessava incarnarlo e mi hanno affascinato passione e filosofia. Io adoro i personaggi che sono lontani... molto lontani da me".

Applaudito e apprezzato dalla critica, il film ha ricevuto un buon riscontro soprattutto verso l'interpretazione di Vincent Lindon, che a Cannes ha già vinto come migliore attore nel 2015.

0 commenti:

Posta un commento