venerdì 6 ottobre 2017

Come Ti Ammazzo il Bodyguard - la recensione

A Hollywood capita spesso che uno script finito nel dimenticatoio, inserito nella "lista nera delle sceneggiature", venga poi ripescato per essere portato sul grande schermo. E' il caso del film Come Ti Ammazzo il Bodyguard, action comedy diretta da Patrick Hughes (I Mercenari 3).

Michael Bryce (Reynolds) è una guardia del corpo da tripla A, impeccabile e preparatissimo, che vede la propria carriera, e di conseguenza la propria vita, cadere in disgrazia dopo che uno dei suoi clienti viene ucciso sotto i suoi occhi. Darius Kincaid (S.L.Jackson) è un sicario mercenario con più di 200 omicidi sulle spalle, ora rinchiuso in carcere, ma è anche l'unico che può incastrare Vladislav Dukhovich (G.Oldman), ex dittatore bielorusso sotto processo all'AIA per genocidio. Con l'Interpool compromessa, Bryce si ritroverà a dover scortare il suo "vecchio nemico" Kincaid fino ad Amsterdam.

Prima di tutto, prima di guardare il film, prima di giudicarlo, c'è qualcosa di essenziale da fare: cancellare dalla propria mente il titolo italiano. Come Ti Ammazzo il Bodyguard non è solo un brutto titolo, è anche piuttosto stupido e fuorviante rispetto al film. Molto meglio il titolo originale, The Hitman's Bodyguard, "la guardia del corpo del sicario", semplice e molto più aderente al film. Il motivo della scelta italiana è davvero difficile da comprendere, anche se si può immaginare che un titolo così cretino serva ad attirare più gente possibile, il problema è che così si promette un film dai "toni cretini", cosa che alla fine The Hitman's Bodyguard non è.
Sia chiaro, il film di Hughes non è un film d'azione serio, è una action comedy, un po' buddy movie, che si prende poco sul serio e propone una lunga serie di omicidi, sparatorie e sangue, ma all'interno ci sono anche momenti seri e argomenti tutt'altro che "cretini", come il tema dei genocidi.

The Hitman's Bodyguard non propone niente di nuovo, non è particolarmente originale nella storia ma può contare su un cast perfetto che riesce a tenere alti i toni per tutta la sua durata. La coppia Samuel L. Jackson - Ryan Reynolds funziona alla grande, con il primo che qui interpreta una specie di "best of" dei suoi personaggi passati, e Reynolds perfetto nel ruolo dell'agente perfettino (sembra quasi la parodia del suo ruolo in Safe House) che incassa i colpi del suo collega e rilancia. L'alchimia tra i due attori è il motore del film e probabilmente regista e sceneggiatori avrebbero dovuto sfruttarli più di quanto abbiano fatto. Gary Oldman è sempre un perfetto cattivo, riesce ad essere inquietante anche in un film dai toni più scanzonati. E poi c'è Salma Hayek, che ha poco spazio ma se lo prende tutto.

The Hitman's Bodyguard non è certo un film che lascerà un segno indelebile nella storia del cinema, e nemmeno nella mente dello spettatore, è altalenante e a volte troppo indeciso nei toni che vuole assumere ma è divertente, due ore di puro intrattenimento.

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