Il festival si prepara per la giornata finale e per chiudere propone il nuovo film di Andrew Niccol, 'Godd Kill', e l'ultima fatica di un habitué, ormai, di Venezia, James Franco.
Attore, sceneggiatore, regista, produttore, scrittore, pittore, scultore, fotografo (selfie compresi), James Franco non è uno a cui piace stare fermo a non fare nulla.
Anche quest'anno l'attore americano presenta a Venezia un film, cioè 'The Sound and the Fury', in cui è sia attore che regista, e proprio come il precedente 'As I Lay Dying', presentato al Lido lo scorso anno, anche questo è l'adattamento dell'omonimo libro di William Faulkner.
'L'Urlo e il Furore' racconta la storia di una famiglia del Sud raccontata dal punto di vista dei figli, tra cui Benjy, che soffre di un ritardo mentale e che nel film è interpretato proprio da James Franco. Nel cast anche Scott Haze, Ahna O'Reilly e Jacob Loeb.
"Se qualche anno fa ero spaventato dall'idea di non avere abbastanza tempo per realizzare tutto quello che avrei voluto fare nella vita, adesso credo semplicemente che dare sfogo alla mia creatività sia il modo migliore per vivere", così l'attore-regista ha spiegato la sua incontenibile voglia di lavorare. "Per molto tempo il mio comportamento è sembrato la reazione alla paura che il mio tempo stesse per finire, in realtà è stata più che altro una reazione alle pressioni che ho sentito da giovane", ha continuato a spiegare Franco, "Erano come delle voci che mi dicevano: questa è la tua strada, questo è ciò che devi e non devi fare. A un certo punto ho capito che dovevo ascoltare soltanto la mia voce e capire quali fossero i miei veri interessi. Questo mi ha permesso di realizzare quasi tutti i miei sogni compreso quello dell'insegnamento. Oggi non ho nessuna paura di non avere abbastanza tempo per fare quello che amo; è semplicemente che se devo scegliere se fare un film con un gruppo di amici o trascorrere con loro una vacanza alle Hawaii allora non ho dubbi: faccio un film". Poi sul film e sul libro da cui è tratto ha dichiarato: "Un classico della letteratura americana, uno dei miei preferiti da sempre. Nonostante sia stato scritto 80 anni fa, trovo che sia un libro estremamente sperimentale. L’adesione al modo in cui la storia viene narrata dallo stesso Faulkner mi ha dato l’opportunità di renderlo estremamente contemporaneo, sebbene sia girato in costume".
James Franco nel film si divide tra regia e recitazione, e si è assegnato il ruolo più complesso, quello del figlio zoppicante e con dei disturbi mentali che gli hanno tolto la parola. "Forse mi sono dato questo ruolo perché posso sembrare un idiota anche nella vita", ha scherzato l'attore, "Ma la verità è che, inserendomi nel cast, aiuto il mio produttore a vendere meglio il film. Comunque preferisco dedicarmi esclusivamente alla regia. Quando hai la fortuna di avere a disposizione grandi talenti, da loro ottieni cose che nemmeno ti aspetto. E io mi aspetto proprio questo dal rapporto regista-attore: non esigo che seguano alla lettera le mie indicazioni".
James Franco si è presentato a Venezia con un look inedito, testa completamente rasata con un disegno "tatuato" sulla nuca, e sul red carpet ha sfoggiato anche dei baffi scuri, oltre a un abbigliamento anni '70. Perché tutto questo? semplice, l'attore ha girato alcune scene del suo prossimo film, 'Zeroville' proprio sul red carpet e in sala. A confermare il fatto che non riesce a stare fermo.
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Per chiudere il Concorso è stato presentato il film 'Good Kill', di Andrew Niccol, con Ethan Hawke, January Jones e Zoe Kravitz.
Il film racconta la guerra vista da un soldato, ex-top gun, che ora pilota i droni negli attacchi. Un padre di famiglia che lavora da Las Vegas e che, quando si rende conto di quello che fa e di come lo fa, comincia a mettere tutto in discussione: da una parte sente la mancanza dell'adrenalina del combattimento in volo, dall'altra si comincia a sentire un codardo a combattere in quel modo, senza rischiare la propria vita per il suo paese.
"Questa guerra ha una natura schizofrenica assoluta, non ho voluto dare giudizi pro o contro, ma cercato di mostrare i fatti e le loro conseguenze", ha spiegato Niccol, "È il primo film sui droni da guerra, cerchiamo di capire cosa sono e come funzionano [...] Non c'era mai stata una guerra in cui i protagonisti possono combattere per dodici ore per poi tornarsene a casa per altrettante dodici ore e così via". "La complessità del mio personaggio sta proprio in questa schizofrenia", ha continuato il protagonista Ethan Hawke, "da una parte vuole mettere la sua vita a servizio del Paese e dunque accetta di entrare nel Drone Programme, ma dall’altra il fatto di non essere più in pericolo lo fa sentire un codardo. Fino a perdere il suo senso distintivo tra giusto e sbagliato, cioè il senso ultimo della sua vita".
A produrre il film Zev Foreman, già produttore del pluripremiato 'The Hurt Locker' di Katryn Bigelow. "Abbiamo mostrato la sceneggiatura al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ma si è rifiutato di appoggiarci", ha dichiarato il produttore, "Con 'The Hurt Locker' l’appoggio ce l’avevano dato, anche se poi ce l’hanno tolto".
venerdì 5 settembre 2014
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