domenica 2 marzo 2014

Oscar 2014: American Hustle - la recensione

Una storia vera portata all'eccesso e un cast fatto di grandi attori, questo è 'American Hustle' di David O. Russell.

Anni '70, Irving Rosenfeld (Bale) è un piccolo ma capacissimo truffatore che per vivere frega piccole cifre a persone disperate. Poi l'incontro con la sua anima gemella, Sydney Prosser (Adams), perfetta socia e compagna con cui però Irving non può stare a causa di Rosalyn (Lawrence), sua moglie, con cui resta insieme solo per amore del figlio nonostante il loro matrimonio sia fallito da tempo.
Irving e Sydney vengono incastrati da un agente dell'FBI, Richie DiMaso (Cooper), che gli offre un'opportunità per far cadere tutte le accuse contro di loro: aiutare l'FBI organizzando una maxi truffa per fregare politici e mafiosi. Un gioco rischioso reso ancora più pericoloso dall'insaziabile ambizione di Richie, dall'imprevedibilità di una moglie fuori di testa e dall'inaspettata amicizia.

Il film racconta una storia vera, l'operazione Abscam è una reale operazione con cui negli anni '70 l'FBI ha messo in carcere diversi membri del congresso, tutto grazie all'aiuto di due truffatori. La trama potrebbe far pensare a un film di genere thriller o di spionaggio, niente di più sbagliato, 'American Hustle' è una commedia grottesca che non vuole essere affatto realistica. Nel film è tutto portato all'esagerazione, costumi, parrucche (quella di Jeremy Renner è davvero improbabile!), ambientazione, scenografia, tutto molto dettagliato, curato nei minimi particolari e portato all'eccesso, un trionfo di paillettes e capelli cotonati. Anche la recitazione si adatta alla resa scenica e infatti è esagerata, sopra le righe. Il film ha un cast di altissimo livello, Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence e anche una partecipazione di Robert De Niro. Tutti offrono buone interpretazioni, non le migliori della loro carriera come qualcuno a erroneamente dichiarato ma buone, si adattano alla storia e al tono scelto dal regista. A convincere più degli altri un Christian Bale appesantito e con un orrendo riporto, ma anche in questo caso non è la sua migliore performance, e soprattutto una scollatissima Amy Adams, che in più dei suoi colleghi ha il grande pregio di essere l'unica a non andare mai troppo sopra le righe e a mantenere sempre il giusto livello di esagerazione.
'American Hustle' è un buon film, farsesco, esagerato, ma è un film indeciso su quello che vuole raccontare, c'è una truffa che muove la storia ma passa in secondo piano fino quasi a sparire in alcuni punti del film per lasciare spazio ai rapporti e l'evoluzione dei personaggi. Sembra quasi che il regista e lo sceneggiatore si siano lasciati prendere la mano sulla caratterizzazione dei personaggi, sui dettagli grotteschi e assurdi, dimenticandosi di portare avanti la storia principale, quella della truffa. Errori di dosaggio degli ingredienti insomma e a risentirne alla fine è il ritmo che non riesce a reggere le due (un po' troppe) ore e passa di film.

'American Hustle' rimane un buon film, non un film da 10 nomination, decisamente troppe, che è stato forse troppo pompato dall'esterno. Sostanzialmente è un film che si regge esclusivamente sulla bravura degli attori protagonisti, senza il loro apporto del film rimangono i vestiti eccessivi e le parrucche, rimangono i ricami, gli abbellimenti, i dettagli, ma purtroppo non la storia.

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