giovedì 5 dicembre 2013

Dietro i Candelabri - la recensione

Liberace, eccessivo ed eccentrico artista col candelabro sul pianoforte, showman, eccezionale pianista, raccontato da Steven Soderbergh.

La storia inizia in un dopo-show, quando a Liberace (M.Douglas) viene presentato il giovane Scott Thorson (M.Damon). Fra i due nasce subito una forte simpatia che si trasforma in una vera relazione in breve tempo. Scott diventa compagno di vita e di lavoro, trasforma se stesso per far felice Liberace, il loro rapporto è così forte che l'artista vorrebbe anche iniziare le pratiche per adottarlo. Le cose però lentamente si deteriorano.

Steven Soderbergh dimostra ancora una volta la sua versatilità come regista facendo un film su un personaggio decisamente eccessivo come Liberace, dimostra anche la sua intelligenza come narratore (meriti da condividere con lo sceneggiatore). 'Dietro i Candelabri' non è un classico biopic che racconta l'ascesa di un artista controverso, quando incontriamo Liberace è già sui sessant'anni e all'apice del successo, il film ci racconta una storia d'amore e i problemi che possono nascere col passare del tempo, il tutto sepolto sotto tonnellate di kitsch, pellicce, gioielli, lustrini, pianoforti a specchio e quant'altro. Il film inoltre affronta il tema dell'omosessualità di Liberace. L'artista ha sempre negato di essere gay, ha cercato di nascondersi dietro tutti quegli eccessi, di mettere in giro false storie con donne, anche dopo la morte, avvenuta nel '86, si è cercato di nascondere in tutti i modi il fatto che avesse l'AIDS per evitare che si parlasse della sua omosessualità. Soderbergh riesce a destreggiarsi fra questi temi senza cadere nel banale, senza usare stereotipi e senza sembrare omofobo in qualche modo, il regista parla in modo semplice e sincero soprattutto nel finale.
I protagonisti assoluti del film sono Michael Douglas e Matt Damon, due star che si sono lanciati senza paura in due ruoli rischiosi. Davvero ottime le loro interpretazioni, fanno le "mossette", a volte sembrano eccessivi ma sono assolutamente credibili e realistici, riescono a catturare anche le più piccole sfumature. Complimenti a loro, sono un valore aggiunto nel film.

'Dietro i Candelabri' si è guadagnato ben 11 Emmy (tra cui quella come miglior film, regia e attore a M.Douglas), il film infatti ha avuto una produzione non proprio facile, lo stesso Soderbergh ha raccontato che in principio l'idea era quella di fare un film per il cinema ma tutti gli Studios lo hanno rifiutato perché "troppo gay", poi è stata la HBO a dire sì per farne un film tv. Dopo è arrivato il Festival di Cannes che ha inserito il film addirittura in Concorso e infine il film è arrivato nei nostri cinema. Un bel viaggio. Il risultato finale è un bel film, sicuramente non perfetto, ad un certo punto il ritmo cala per poi riprendersi nel bel finale. Merita di essere visto.

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