giovedì 29 agosto 2013

'In Trance' - La Recensione


PiĂ¹ di qualcuno non è ancora riuscito a perdonare Danny Boyle per The Millionaire, compreso me, anche se con 127 Ore era riuscito a riguadagnare molta fiducia persa, ma ora con In Trance possiamo dire che Danny Boyle è tornato a livelli molto aliti, livelli a cui ci aveva abituato in passato.

In Trance, thriller psicologico, è un grande prodotto perché riesce a mantenere la mente dello spettatore in continua allerta e in continuo movimento, grazie sicuramente a una sceneggiatura curata e particolare che a tratti (molti tratti) ricorda Inception di Christopher Nolan, e che come Inception, riesce ad offrire un discreto spettacolo visivo e "mentale".



Ma dove è Danny Boyle in tutto questo? Senza dubbio nel suo campo, la regia, pulita elegante e molto intelligente, capace di comunicare emozioni contrastanti con pochi movimenti di camera (per forza, è il suo lavoro).
Una grande alleata di questo film è sicuramente la fotografia, curata sempre dal suo fido direttore della fotografia Anthony Dod Mantle, che molto spesso riesce a creare "quadri in movimento" davvero notevoli. Il termine "quadri"non è stato usato a caso, un dipinto infatti, sarà fin dall'inizio il punto cardine della storia.


La spinta per la vittoria la da il cast, piccolo ma di altissimo livello. I protagonisti della pellicola (oltre ad un quadro) sono James McAvoy, Rosario Dawson e Vincent Cassel, tutti e tre davvero intensi e penetranti che con grande destrezza riusciranno a mettere in dubbio i loro scopi iniziali, ponendo allo spettatore una domanda semplice ma "amletica", chi è il buono e chi il cattivo? Riuscirai a comprendere le reazioni di questi individui davvero a fondo? E tu, cosa faresti?


Mat



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