giovedì 23 maggio 2013

Festival di Cannes 2013 - giorno 9

Al nono giorno forse il Festival ha trovato la sua Palma d'Oro? non si può ancora dire ma il film di Kechiche presentato oggi in Concorso ha convinto tutti.

Applausi a scena aperta e critiche entusiaste per 'La Vie d'Adele' ('Blue Is The Warmest Colour') di Abdellatif Kechiche, con Lea SeydouxAdele Exarchopoulos.

Un film di tre ore che racconta la storia d'amore, passione e sesso fra due donne, una ragazzina di 15 anni e un'artista più grande di lei. Una storia d'amore toccante ma anche passionale, molte scene di sesso, anche lunghe ed esplicite fra le protagoniste.

La critica è unanime (addirittura Radio Vaticana l'ha promosso con entusiasmo) e grida al capolavoro. In conferenza stampa il regista Kechiche ha spiegato come ha fatto ha filmare le due protagoniste in modo così appassionato e ravvicinato: "Volevo captare espressioni sottili, per cogliere la naturale bellezza dei corpi e la coreografia dell'atto d'amore. E' stato altrettanto difficile filmare la sensualità nelle scene dei pasti. Abbiamo lavorato tanto e parlato tanto, ma alla fine le discussioni non ci portavano a nulla, la realtà è più intuitiva degli intellettualismi". Il film dura tre ore che però scorrono via leggere, e in più presenta scene di sesso esplicito. Alla domanda se accetterebbe qualche taglio per evitare la censura (il riferimento era in particolare a quella americana) il regista ha risposto: "Il mio film è un gesto artistico ma nel cinema c'è anche un lato commerciale, oltre a un senso di rispetto per chi non ha la stesso modo di considerare la sessualità. La trovo accettabile se si tratta di tagli limitati. Comunque se il film avrà dei problemi non sarà certo negli Usa, è stato già venduto". Il regista comunque non aveva intenzione di fare un film sull'omosessualità. "Non volevo fare un film militante, ho trattato questa coppia come una coppia qualsiasi", ha detto Kechiche, "Però se viene considerato anche da questo punto di vista la cosa non mi disturba".
Nel caso non arrivasse la Palma potrebbe però arrivare un premio per Adele Exarchopoulos, che della sua esperienza sul set dice: "Mi sono affidata completamente a lui [Kechiche]. Abbiamo lavorato insieme per quattro mesi, non c'era nulla di scritto. Abbiamo seguito la nostra istintività. Mi sono sentita estremamente libera nel girare il film, si è creato un rapporto di grande fiducia tra noi su set". Anche Lea Seydoux l'ha trovato liberatorio: "Per me è stato interessante fare un film così realistico, essendo molto timida avevo paura di non farcela a recitare in modo naturale. Grazie ad Abdel sono riuscita a dimenticarmi delle telecamere e di tutto". E il regista si è complimento con lei in conferenza, parole d'apprezzamento che hanno fatto scoppiare in lacrime l'attrice.

Presentato in Concorso anche il film di Alexander Payne, 'Nebraska', con Bruce Dern.

Ambientato nella periferia americana, racconta di un anziano ubriacone e un po' rimbambito che vince un milione di dollari alla lotteria e deve andare in Nebraska per riscuotere. Parte col figlio ma durante il tragitto verranno fuori anche vecchie conoscenze che gli riporteranno alla mente eventi passati.

Il film è in bianco e nero, "L'ho sempre immaginato così. Non è il modo più commerciale per fare le cose ma ne ho discusso con la Paramount e loro hanno accettato", ha detto Alexander Payne in conferenza stampa, "Diciamo che il formato si prestava bene a ritrarre lo stile di vita austero dei personaggi. Niente male come risposta, eh? Questo è il film della malinconia, della depressione". Della stessa idea l'attore Bruce Dern, arrivato a Cannes insieme alla figlia Laura. "Mi sono sentito molto malinconico quando ho letto la sceneggiatura", ha detto l'attore, "L'ultima volta che un essere umano mi ha visto sullo schermo era 25 anni fa! fatto sta che Payne mi ha ispirato fiducia. E' uno che non ti ordina di fare le cose, ti chiede di farle e ti spiega come".
Il film ha ricevuto applausi nella media, senza particolari entusiasmi.

Fuori Concorso invece è arrivato 'Max Rose' ma soprattutto Jerry Lewis.

L'attore comico in questo film fa il serio nel ruolo di un jazzista che nei giorni prima della morte della moglie scopre tutte le bugie della sua famiglia.

Il moderatore della conferenza aveva avvisato i giornalisti di non fare domande complicate e di parlare lentamente ma l'attore, quasi novantenne, è stato un vulcano di battute. Ha scherzato per tutta la conferenza stampa, mettendosi le cuffie per la traduzione nel naso, bloccando un giornalista che si era alzato, contando tutti quelli che lo applaudivano e scattando foto alla platea Ad una giornalista che le chiedeva del suo rapporto con Dean Martin l'attore ha risposto "Ma lei lo sa che è morto?!". E poi ancora, parlando delle sue attrici comiche preferite: "Cary Grant e Burt Reynolds". "Quando guarda al passato coso provo? Innanzitutto mi siedo", ha detto Jerry Lewis, "perché tutto ciò che ho fatto ha richiesto lavoro e fatica. Il mio sentimento? La stanchezza". Fra le battute comunque si è parlato anche del film di cui l'attore ha detto: "E' la sceneggiatura più bella che mi sia capitata di leggere negli ultimi 40 anni", ha continuato l'attore, "Sono stato un crazy clown per tutta la carriera, qui invece ho una parte drammatica, non interpreto Jerry Lewis. La bellezza dell'amore tra queste due persone anziane è una cosa che commuove. Per me stare su quel set era una rinascita continua. Nelle pause di lavorazione potevo stare con Claire Boom [la protagonista di 'Luci della Ribalta'], una signora meravigliosa che interrogavo continuamente su Charlie Chaplin". "Ho sentito in ogni momento delle riprese di questo film che non ne avrei mai interpretati altri" ha poi concluso l'attore in modo quasi commosso.



Frra

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