martedì 6 novembre 2012

'Le Belve' - commento a caldo

Il violento mondo della droga al confine fra Messico e Stati Uniti visto da Oliver Stone.

Ben (Aaron Johnson) e Chon (Taylor Kitsch) sono amici fraterni, condividono la stessa attività, coltivare e spacciare la migliore erba della California, e condividono anche una donna, Ophelia detta semplicemente O (Blake Lively). Chon è un ex militare che ha combattuto in guerra, rabbioso e violento, è quello che ha portato i migliori semi dall'Afghanistan. Ben, laureato in botanica, è buddista e molto spirituale, si occupa della qualità dell'erba e fa volontariato in Africa. Sono entrambi convinti a lasciare tutto e trasferirsi in Thailandia con O ma la loro piccola impresa fa concorrenza ai cartelli della droga messicana, in particolare a Elena (Salma Hayek), capo del cartello, che vuole fare affari con loro a tutti i costi. Ben e Chon rifiutano scatenando una guerra.

Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Don Wislow, qui anche sceneggiatore, e l'argomento è senz'altro affine ad un regista come Oliver Stone, violenza (tanta), droga, intrighi, tanti personaggi, il piccolo contro il più grande. Un tema visto e rivisto nel cinema americano che qui viene affrontato in tinte più forti rispetto, ad esempio, al (migliore) 'Traffic' di Steven Soderbergh. La regia di Oliver Stone comunque è viva, ottima scelta dei colori accesi e un po' acidi. Si vede spesso la mano sapiente di un regista esperto.

Il film non funziona tutto al 100%, alcune scelte del regista non funzionano come avrebbero dovuto, la voce fuori campo di O che accompagna tutto il film invece di collegare i vari momenti spezzetta la storia. L'inizio, cioè la presentazione del terzetto protagonista, Ben, Chon e O, è un susseguirsi di ovvietà. I due ragazzi protagonisti dovrebbero essere una specie di ying e yang che insieme funzionano alla perfezione ma le loro figure sono stereotipate e a volte la sceneggiatura gli fa dire delle frasi che quasi fanno sorridere per l'assurdità, ("Se gli fai vedere che sei debole dovrai ucciderli prima o poi - Buddha non sarebbe d'accordo") e se l'intenzione era quella di fargli dire delle battute allora ci riescono proprio male. La parte centrale invece funziona molto meglio, grazie all'ingresso in scena di attori di grande spessore e alla storia che prende una piega più d'azione e meno "intellettuale/hippie". Quello che di buono si costruisce al centro però si perde di nuovo alla fine, con un doppio finale che lascia la sensazione che Stone e gli sceneggiatori non sapessero come far finire la storia e, indecisi fra i due modi, abbiano optato per metterli entrambi. Risultato? nessuno dei due convince.

Il cast è notevole, tanti nomi: Taylor Kitsch, Aaron Johnson, Blake Lively, Benicio Del Toro, Salma Hayek, John Travolta e Emile Hirsch in un piccolo ruolo.
Su tutti spiccano le prove di Benicio Del Toro, spietato, cattivo e animalesco, e Salma Hayek, materna tanto quanto pronta a tagliare teste. Bene anche John Travolta, nel poco spazio che ha fa molto. Un po' meno bene Aaron Johnson e Taylor Kitsch, ma la colpa è soprattutto dei personaggi. Infine Blake Lively su cui si sospende il giudizio, è molto bella ma è chiaro che è stata presa solo per fare la bella dato che il suo personaggio non permette di esprimere granché.

Stone, dopo qualche colpo a vuoto, si risolleva un po' con questo film ma non è ancora lo Stone di una volta. Il film lascia una sensazione di confusione alla fine, non c'è un messaggio, non prende una posizione, o meglio ne prende mille senza decidersi, e il doppio finale è la dimostrazione di questa indecisione.


Frra

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