domenica 3 giugno 2012

Somewhere - La recensione di Xander




La trama di Somewhere è semplice da spiegare,c'è un attore molto famoso che vive la sua vita in totale apatia incatenato ad una bizzarra routine fino al giorno che deve tenere la figlia nata da una relazione ormai finita qualche giorno in più rispetto al solito. Dicevo la trama è semplice infatti non sembra succedere quasi niente nel corso del film ma è lo stile minimale e rigoroso della Coppola a fare il film nei suoi pregi(la maggior parte) e i difetti.

Johnny marco vive nel leggendario Chateau Marmont a Hollywood ma è un uomo in crisi,confuso ed è imprigionato in una routine fatta di promozione per i suoi film,feste e occasionali incontri sessuali ma non c'è vitalità nelle cose che fà, sembra quasi uno spettatore della sua vita(ci sono un paio di scene divertenti che mostrano la sua apatia in maniera ironica e surreale). Ad un tratto entra nel suo strano mondo la figlia undicenne( Chloe) che porta con se una ventata di realtà e attraverso piccoli gesti fatti insieme il protagonista rivede con luce diversa la sua vita e decide di abbandonare il passato per intramprende un viaggio interiore che non si sà dove lo porterà ma come ci dice il film l'importante è muoversi e mettersi sempre in gioco.

La Coppola con questa pellicola in parte autobiografica rimane fedele al proprio stile estremizzandolo in alcuni aspetti,il film scorre pigro e delicato con scene molto lunghe con inquadrature prevalentemente fisse che servono a descrivere lo stato d'animo del protagonista. A volte purtroppo esagera dilatando eccessiavamente le scena creando una sensazione di pesantezza che spezza il sottile ritmo interno del film.Non mancano le scene memorabili come la scena della piscina dove per un attimo siamo portati in una specie di bolla dove ci sono solo padre e figlia e il loro rapporto e pian piano l'inquadratura si apre fino a far vedere tutto il mondo circostante oppure a fare da contraltare c'è l'altra scena molto bella dove gli fanno la maschera con quel movimento di macchina lento ma inesorabile che va a stringere sulla faccia dando quel senso di oppressione,oppressione che poi è lo stato d'animo del protagonista in quel momento,molto tenera la scena del pattinaggio di Chloe.

Un altro grande pregio è la non stereotipizzazione del rapporto e del cambiamento interiore del protagonista(già mi immagino con una trama del genere le scene madri urlate di certo cinema "d'autore" italiano o i patetismi e i litri di lacrime di certo cinema hollywoodiano).

Molto bella la fotografia che dà al film quella patina malinconica con i colori che seguono lo stato d'animo del protagonista lungo il film,pumblei e grigiastri all'inizio e più sgargianti e vividi con l'ingresso in scena della figlia. Buona prova per S.Dorff che sembra una versione moderna del mickey rourk bello e stroppiacciato degli anni '80,molto brava Ellen fannig ha dare ingenuità e dolcezza al personaggio senza cadere nelle faccine sdolcinate. Colonna sonora indie pop/rock ottima come ogni film della Coppola.

Curiosità:

- cameo spettacoloso di Benicio del toro
-riferimento alla saga di twilight
-la consegna del telegatto mostra molto bene la trashitudine di molti programmi tv italiani

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