domenica 3 giugno 2012

Men in Black 3: la recensione di Chiara

A dieci anni di distanza tornano i MIB e questa volta gli alieni si vanno a combattere negli anni '60. Difficile che un film come Men in Black 3 piaccia a chi non è già fan della saga, il mix di fantascienza casereccia, commedia e nonsense è un po' marchio di fabbrica, un po' omaggio a cose come la Guida galattica per autostoppisti e Doctor Who in cui l'importante non è rispettare le leggi della fisica, ma principalmente divertire e stupire lo spettatore. In questo il terzo capitolo della saga degli uomini in nero tiene fede alle aspettative, regalando due ore di azione e risate senza che si rimpianga, nemmeno per un minuto, i primi due film.
In realtà non c'è molto altro da dire: ci sono gli strani alieni, il neuralizzatore, gli agenti J e K, i Vermoni e una nuova variante, ovvero il viaggio nel tempo, che è sempre rischioso. Lasciate da parte le rigide regole sul continuum spazio temporale che il buon Emmet Brown si premuniva di ricordarci in Ritorno al Futuro, qui è una girandola di sparatorie, inseguimenti e gag ironiche tra il sempre bravo Will Smith e la sorpresa Josh Brolin (incredibilmente simile a Tommy Lee Jones nelle movenze e nelle espressioni).
In sostanza, MIB 3 diverte per tutta la sua durata e non sfigura affatto nonostante sia il terzo capitolo e arrivi con tanto ritardo. Chi, come la sottoscritta, conosce la saga a memoria e smaniava per averne di più ne sarà entusiasta, gli altri...beh, probabilmente hanno sbagliato sala!


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