venerdì 17 maggio 2019

Pokémon Detective Pikachu - la recensione

Nei primi anni 2000 in Italia e in tutto il mondo scoppiò una vera e propria Pokémon mania: milioni di bambini letteralmente impazziti, un anime di grandissimo successo, carte da gioco, merchandising, un film, persino i tappi delle bottiglie di succo di frutta. Tutto per dei mostriciattoli protagonisti di un videogioco.
L'onda non si è mai del tutto estinta, basta ricordare l'incredibile successo di Pokémon Go solo un paio di anni fa, e naturalmente l'industria cinematografica non poteva rinunciare a una così ghiotta occasione.
Lo scetticismo intorno a questo progetto in realtà era molto, non solo a causa della ormai proverbiale sfortuna che si abbatte sui film tratti dai videoghiochi, ma anche perché i Pokémon non sono affatto facili da rendere credibili in un live action. 
Il coinvolgimento di Ryan Reynolds e il primo trailer avevano però suscitato grande aspettativa nonostante il timore che, comunque, la pellicola avrebbe potuto rivelarsi un clamoroso flop.
Se a livello di box office non è sicuramente così, ma anzi il film ha enorme successo riuscendo persino a scalzare gli Avengers dalla vetta, si può dire lo stesso da un punto di vista artistico?


Sicuramente a livello di trama non siamo di fronte a nulla di particolarmente innovativo: un ragazzo, Tim (Justice Smith), deve ritrovare suo padre scomparso e allo stesso tempo ricostruire il rapporto con lui, per fare questo sarà aiutato da un Pikachu detective con tanto di cappellino alla Sherlock Holmes.
La storia scorre via piacevole fra una prima parte prettamente investigativa e una seconda più di azione, con qualche colpo di scena non proprio impossibile da prevedere, un bel finale e moltissime battute divertenti e dialoghi brillanti. Probabilmente è stata la scelta vincente perché rende fruibile il film anche a un pubblico molto giovane, che poi è il target principale a cui vuole rivolgersi.
La regia di Rob Letterman è anch'essa scorrevole, ma riesce a essere molto interessante, in coppia con la fotografia,  nel richiamare le atmosfere da videogioco, in particolare nelle scene notturne in questa città al neon di stampo giapponese.

Ma se non è certo l'originalità di trama e personaggi a dare al film quel qualcosa in più, ci pensano proprio i Pokémon e in particolare il vero mattatore della pellicola, ovvero Pikachu (la cui voce originale è di Ryan Reynolds e che in italiano è doppiato da Francesco Venditti, che lo ha doppiato anche in Deadpool). La CGI dei pokèmon è quasi sempre di altissimo livello ed è bellissimo vederne così tanti e vederli interagire fra loro e con gli umani. Pikachu è adorabile, molto realistico, e incredibilmente simpatico, non si può non innamorarsene fin da subito e l'espediente narrativo di farlo parlare non solo è funzionale alla trama ma riesce anche a far sì che il personaggio stesso sia più tridimensionale.



Ci si sarebbe potuti aspettare forse più combattimenti fra Pokémon, ma tra easter egg, riferimenti all'anime, al videogioco e al mondo intero dietro questi adorabili mostriciattoli, non se ne sente la mancanza.
Se si sta cercando un film complesso, con più chiavi di lettura, non è questo il film giusto. Detective Pikachu è semplice, forse un po' banale, dedicato a un target di giovanissimi, ma soprattutto è un film per appassionati di Pokémon, sono loro quelli che, usciti dalla sala, saranno talmente soddisfatti da volerne ancora.

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