venerdì 28 dicembre 2018

Bumblebee - la recensione

I robottoni più amati del mondo dei giocattoli tornano al cinema in una veste più scarna rispetto a quella vista nella saga di Transformers firmata da Michael Bay.

Bumblebee di Travis Knight (Kubo e la Spada Magica) funge da prequel/spin-off della saga e riporta l'Autobot giallo sulla Terra senza roboanti esplosioni e con un cuore di tre taglie più grande.

La semplicità di questo blockbuster è senza dubbio il suo punto di forza. Si torna ad una costruzione narrativa più genuina e "vecchio stile" che ricorda moltissimo gli action movie degli anni '80. Una giovane ragazza di 18 anni (interpretata da una super convincente Hailee Stenfield) "eredita" quello che era ruolo di Shia LaBeouf nei primi film del franchise di Bay, donando alla storia un'atmosfera più umana e spensierata. Bumblebee (o Bee) è una sorta di Baymax (Big Hero 6) impacciato e curioso come un bambino che nel momento del bisogno non esita ad aiutare le persone (e non) a lui più care.

Il progetto è senza dubbio omogeneo e ben tradotto sul grande schermo. Ci si emoziona e si empatizza molto con i protagonisti pur rimanendone comunque distaccati. Se vogliamo trovare un difetto al film lo si potrebbe individuare in un'esagerata esaltazione degli anni '80, periodo storico in cui è ambientato il lungometraggio che viene esaltato dall'inizio alla fine in maniera a volte anche piuttosto fastidiosa e fine a se stessa.

Detto ciò non si può non reputare Bumblebee un buon film di intrattenimento anche se dal sapore piuttosto vintage.

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