domenica 22 aprile 2018

Molly's Game - la recensione

Molly Bloom (Jessica Chastain) è una ex sciatrice costretta al ritiro dopo un grave infortunio. Trasferitasi a Los Angeles viene assunta da un uomo che organizza partite di poker clandestine a cui partecipano attori e magnati di Hollywood e in cui si scommettono cifre enormi. Molly, dopo essere stata trattata male per l'ennesima volta, decide di mettersi in proprio, riuscendo a diventare la regina incontrastata del poker, prima a Los Angeles e poi a New York, almeno fino a che l'FBI non bussa alla sua porta. Per non finire in prigione, si affida al brillante avvocato Charlie Jaffrey (Idris Elba)


Lo sceneggiatore pluripremiato Aaron Sorkin esordisce qui dietro alla macchina da presa e fa un buon lavoro, mettendo anche alcune inquadrature particolari e un montaggio serrato fra presente e flashback senza che lo spettatore si senta confuso.


Nonostante ciò, il vero punto di forza di Molly's Game è la sceneggiatura, fatta di dialoghi brillanti, personaggi molto ben caratterizzati e un ritmo che non fa affatto pesare le due ore e venti della durata, tanto che il film scorre via liscio come l'olio, intrattenendo benissimo.
Altro punto di forza del film è il cast: Jessica Chastain è davvero magnifica, probabilmente la miglior interpretazione della sua carriera, e stupisce francamente che non sia stata considerata dall'Academy almeno per una nomination;  Idris Elba è anche lui bravissimo, riesce a conferire al suo personaggio grande carisma e a farlo rimanere ben impresso in quello che si può ben definire un one woman show; e c'è anche un sempre perfetto Kevin Costner nei panni del complicato padre di Molly.


Ottimo primo film da regista per Sorkin, con un cast eccezionale, ma non sorprende che la marcia in più la dia una sceneggiatura impeccabile e brillante, che non stanca mai nonostante la durata. 

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