In questo nuovo capitolo (ambientato presumibilmente prima dei fatti visti nel primo film del 2008) un equipaggio di scienziati viene mandato nello spazio per per fare esperimenti con un acceleratore di particelle e trovare così una nuova fonte energetica per porre fine alle guerre che incombono sul pianeta Terra. Ma qualcosa, come prevedibile, non andrà secondo i piani e il team spaziale si ritrova a fare i conti con paradossi temporali imprevisti.
Le premesse per un buon film di fantascienza in fin dei conti c'erano, tuttavia già nella prima metà del lungometraggio si notano diverse ingenuità e "svolte" narrative ai limiti dell'imbarazzante, ad iniziare dalla caratterizzazione poco approfondita (e colma di cliché) dei personaggi principali con cui lo spettatore dovrebbe entrare in empatia.
Il regista Julius Onah dirige un'opera sconclusionata, fin troppo seriosa con nessun guizzo registico: tutto è già visto, tutto è lasciato al caso. Non c'è emozione, coinvolgimento. Tutto è freddo, come lo spazio in cui è ambientata la storia.
Non c'è nulla di più da dire, oltre al fatto che purtroppo The Cloverfield Paradox non aggiunge nulla di nulla alla "saga". Una grande occasione sprecata.
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